Tensioni sociali e riforme
Il peso dell’opinione pubblica e i meccanismi di un sistema parlamentare saldamente ancorato al costituzionalismo liberale condizionarono la politica estera britannica ma fecero del Regno Unito un idealizzato modello per molti liberali europei.In realtà, il paese era percorso da un profondo disagio, generato da più fattori:
- i persistenti limiti di rappresentanza di un sistema politico-istituzionale in cui la corona giocava ancora un ruolo decisivo;
- le forti diseguaglianze socioeconomiche prodotte dall’industrialismo;
- la difficoltà di occupare la manodopera disponibile, più numerosa dopo la fine delle guerre napoleoniche;
- il rincaro dei generi di prima necessità prodotto dalle Corn Laws, leggi mirate a tutelare i grandi proprietari terrieri dalla concorrenza straniera mediante alti dazi doganali sulle importazioni di grano.
Nel clima repressivo dei primi anni postrivoluzionari il governo non rinunciò a provvedimenti eccezionali contro le manifestazioni più violente di questo malcontento, sospendendo l’Habeas Corpus, estendendo la pena di morte ad alcuni reati contro la proprietà e limitando la libertà di stampa. Né mancarono episodi di repressione armata, come avvenne negli scontri scoppiati a St. Peter’s Field nel 1819 [ 17] e durante la settimana di scioperi in Scozia nota come Radical War (1820).