FENOMENI - Il jihad

SEZIONE I IL DINAMISMO DELL OCCIDENTE MEDIEVALE (SECOLI XI-XII) Il jihad Il jihad maggiore Il concetto di jihad ( impegno ) è stato tradizionalmente interpretato in due accezioni: il jihad maggiore e il jihad minore. Il primo, di natura spirituale, consiste in una lotta interiore e personale per vivere una vita virtuosa e sconfiggere i vizi che ostacolano il cammino per avvicinarsi a Dio. Riflessioni su questo concetto si trovano nel sufismo, una corrente islamica sostenitrice di un approccio mistico alla religione, ossia incentrato sulla possibilità di entrare in contatto diretto con Dio attraverso l estasi o l intuizione. Il jihad minore L interpretazione del jihad minore, associata in genere al concetto di combattimento o guerra santa , è più complessa e controversa. La prima fonte canonica dell islam, il Corano, contiene testi discordanti: le sure meccane (cioè i capitoli del Corano risalenti al periodo trascorso da Maometto alla Mecca) ingiungono di resistere alle persecuzioni senza reagire; Il regno dei Fatimidi: nascita 94 quelle medinesi (successive all emigrazione del Profeta a Medina) autorizzano talvolta, invece, il combattimento difensivo e le azioni aggressive. La seconda fonte dell islam, gli hadith, cioè i detti e le azioni attribuiti al Profeta, offre un ampia gamma di indicazioni sul jihad, sulla quale le scuole giuridiche islamiche hanno elaborato diverse teorie. La teoria classica, sviluppata a partire dal IX secolo (epoca abbaside), ruota intorno al principio della divisione del mondo in due parti: la casa dell islam , comprendente tutti i territori governati da musulmani, nei quali le minoranze confessionali (ebrei e cristiani, con cui i musulmani condividono l Antico Testamento) possono praticare la propria fede dietro pagamento di un imposta; la casa della guerra , sotto governo non musulmano. Solo il califfo può condurre un jihad L assedio arabo di Messina dell 843, da un manoscritto del XII secolo. contro la casa della guerra, previo invito alla conversione o alla sottomissione dietro il pagamento della tassa. Alcuni dotti proposero delle modifiche alla teoria classica, riconoscendo l esistenza di una casa della tregua o della pace laddove i governanti avessero concluso un accordo con la comunità musulmana. Altri interpreti, di fede sunnita, compresero nel concetto di jihad la lotta contro ribelli, apostati e sciiti. Si tratta dunque di un concetto duttile, applicato in modo diverso in contesti storici differenti e che non cessa tuttora di interrogare la giurisprudenza musulmana. L Africa nordorientale Anche il Maghreb centrale e orientale e l Egitto videro emergere una dinastia antagonista degli Abbasidi, quella dei Fatimidi. Ai primi del X secolo Ubayd Allah al-Mahdi, esponente dello sciismo ismailita, aveva creato un vasto consenso tra le tribù berbere nomadi dichiarando di essere discendente di Maometto per tramite di sua figlia Fatima (da cui il nome della dinastia), moglie del quarto califfo Ali, cugino e genero del Profeta. Proclamatosi imam e califfo legittimo nel 910, in opposizione a quello sunnita di Baghdad, assunse il controllo delle piste carovaniere che conducevano nell Africa centrale, da cui trasse oro e schiavi, e impiegò queste ingenti risorse per espandersi verso est. La sua politica diede frutti sotto i suoi successori, in particolare al-Mu izz e al-Aziz, che conquistarono l Egitto e parte della Siria, sottraendoli a dinastie formalmente dipendenti da Baghdad [ 3]. In Egitto, nei pressi della più antica Fustat, nel 969 fu fondata una nuova capitale, Il Cairo (al-Qahira, la Trionfante ), che, in competizione con Baghdad, divenne un florido centro artigianale, commerciale, artistico e culturale: vi fu fondata, per esempio, l importantissima moschea e centro di studio al-Azhar, in omaggio a Fatima detta al-Zahra, la Luminosa , attualmente l università più autorevole dell islam sunnita [f ].

Storie. Il passato nel presente - volume 1
Storie. Il passato nel presente - volume 1
Dal 1000 al 1715