Nei decenni successivi alla guerra molti storici e scrittori rievocarono le atrocità commesse dagli eserciti durante le loro scorrerie. Fra questi lo scrittore Hans Jakob Christoffel von Grimmelshausen (1621-76), che pubblicò nel 1668 il romanzo L’avventuroso Simplicissimus, uno dei capolavori della letteratura tedesca, raccontando il lungo conflitto attraverso la voce dell’ingenuo Simplicius, protagonista-narratore incline a mescolare contenuti realistici e fantastici, drammatici e comici, idillici e satirici.
L’episodio narrato è ambientato sulle rive del fiume Meno, in Franconia: risale probabilmente al 1632, ovvero al momento in cui gli svedesi penetravano nelle aree della Germania centrale. Il protagonista narra la vicenda in prima persona, evidenziando – con il tono leggero di chi non si rende bene conto di cosa accade – le atrocità commesse dai cavalieri nemici nella tenuta del padre.