12 DAL PALEoCRISTIANO ALL’ALTO MEDIOEVO

arte paleocristiana

La divisione dell’Impero romano

Le prime comunità cristiane riescono a sopravvivere alle persecuzioni dell’età imperiale e a radicarsi nella società fino al loro riconoscimento ufficiale nel 313. In questa data, con l’editto di Milano, Costantino concede la libertà di culto. Poi nel 380 quando l’imperatore Teodosio proclama il cristianesimo religione ufficiale, il culto cristiano assume rilevanza pubblica e viene praticato negli edifici romani riadattati alla liturgia cristiana.

Dal 395 l’Impero romano si divide in:

  • Impero romano d’Occidente, che verrà presto travolto dalle invasioni barbariche e si dividerà in diversi Regni romano-barbarici;
  • Impero romano d’Oriente (o Impero bizantino), che proseguirà fino alla conquista turca nel 1453.

L’aggettivo “paleocristiano” (dal greco paleo, antico) viene usato dalla metà dell’Ottocento, ma già nel Cinquecento, con le prime scoperte delle ▶ catacombe, nasce l’interesse per il cristianesimo delle origini.


Molti temi e caratteri stilistici dell’arte paleocristiana si sviluppano da quelli dell’arte tardoantica. Tuttavia nell’arte paleocristiana prevale la funzione didattica: l’arte, infatti, ha il compito di comunicare ai fedeli i temi religiosi. In particolare i mosaici e la pittura sono considerati la “Bibbia degli illetterati”, perché i testi sacri e le cerimonie religiose sono in latino, una lingua che ormai capiscono in pochi.

primi luoghi di culto

I primi cristiani si riuniscono nell’ecclesia domestica (cioè chiesa domestica): una stanza dedicata al culto all’interno di una casa. Più tardi, nel III secolo, i cristiani si riuniscono nella domus ecclesia (casa-chiesa): un edificio privato più adatto al culto.
Il termine “ecclesia” deriva dal greco e significa luogo dell’assemblea.

le catacombe

Le catacombe sono cimiteri cristiani fuori dalle mura delle città, gallerie sotterranee con copertura a volte. Nelle pareti sono scavate le tombe (loculi).

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le tipologie architettoniche

Dopo l’editto di Costantino sorgono a Roma e in altre città dell’impero i primi edifici pubblici di culto cristiano: le basiliche, i battisteri e le tombe (mausolei).

Le basiliche cristiane

Le chiese riprendono la tipologia della basilica civile romana sia nell’impianto, sia nella contrapposizione fra un esterno disadorno e un interno ricco di decorazioni.

Le basiliche cristiane sono precedute da un quadriportico (cortile con portici sui quattro lati).

L’interno è diviso in tre navate (1) da file di colonne dette di spoglio, perché provenienti da costruzioni romane e riutilizzate. La zona intorno all’altare è detta presbiterio (2) ed è riservata ai sacerdoti. Dietro l’altare si trova l’abside (3), la parete semicircolare, elemento che caratterizzava anche alcune basiliche romane come quella di Massenzio. A volte nelle basiliche cristiane viene introdotto uno spazio, non presente in quelle romane, detto transetto (4), ossia un braccio orizzontale che attraversa la navata formando una croce.

I battisteri e Mausolei

Una nuova tipologia architettonica è rappresentata dai battisteri, il luogo dove i fedeli ricevono il battesimo.

I battisteri adottano la pianta centrale – già tipica dei mausolei – dove tutte le parti sono disposte intorno a un centro.

Nelle regioni orientali dell’Impero romano, anche le chiese adottano questa tipologia di pianta.
Fra gli edifici funerari più importanti c’è il Mausoleo di Santa Costanza a Roma, della metà del IV secolo.





diverse tipologie di piante

Longitudinali:

basilicale
a croce latina

Centrali:

a croce greca
ottagonale
circolare

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soggetti dell’arte cristiana

I temi più diffusi in questo periodo sono incentrati sulla salvezza dell’anima dopo la morte; molto frequente è l’immagine dell’orante, una figura che prega con capo velato e braccia aperte.


I cristiani, fin dai tempi delle catacombe, raffigurano soggetti tratti dalla mitologia classica, reinterpretata in chiave cristiana. Ad esempio l’iconografia del Buon Pastore (come la statua dei Musei Vaticani del III-IV sec.), rappresenta Cristo ma riprende un’iconografia classica [vedi pag. 24]. Anche il trattamento levigato del marmo richiama l’eleganza classica.


L’iconografia della crocifissione, che sarà una delle immagini principali del cristianesimo, non è molto frequente nei primi secoli dell’era cristiana.
Una delle più antiche crocefissioni si ritrova in una formella (piccola lastra a rilievo) della porta della Basilica di Santa Sabina a Roma. I personaggi sono raffigurati in una rigida frontalità secondo proporzioni gerarchiche, cioè in funzione dell’importanza dei personaggi.


Nel Sarcofago di Giunio Basso sono rappresentate scene tratte dall’Antico e dal Nuovo Testamento. Alcuni di questi soggetti resteranno tipici del repertorio iconografico cristiano, come il Sacrificio di Isacco, l’Ingresso di Cristo a Gerusalemme, il Martirio di San Paolo, Daniele nella fossa dei leoni.

Al repertorio paleocristiano appartiene, invece, il tema della Traditio Legis (la consegna delle leggi), dove Cristo in trono consegna le nuove leggi agli apostoli Pietro e Paolo.


Nel sarcofago gli episodi sono disposti su due ordini, senza rispettare la cronologia degli eventi.

Le figure realizzate con la tecnica dell’altorilievo si animano, cioè si staccano nettamente dal piano di fondo.
Grazie all’uso del trapano, che produce ombre profonde, si ha un forte contrasto di chiaroscuro: questo modo di trattare le superfici del marmo viene definito “pittorico”.

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Bisanzio

La civiltà bizantina

Con la scelta di Costantino di spostare la capitale dell’impero a ▶ Bisanzio, nasce l’arte bizantina che è caratterizzata da un linguaggio artistico ricco e sfarzoso e che sotto Giustiniano raggiunge il suo massimo splendore.

Durante il regno dell’imperatore Giustiniano (527-565) viene ricostruita la Basilica di Santa Sofia, dedicata alla sapienza divina (sofia in greco significa sapienza). L’impianto della chiesa combina la pianta centrale con quella longitudinale. Infatti il grandioso spazio longitudinale – coperto da una cupola al centro – è affiancato da navate laterali, che rendono la pianta quasi un quadrato.


All’interno la Basilica è decorata con magnifici mosaici. Il mosaico della Madonna in trono fra gli imperatori Giustiniano e Costantino (realizzato fra il IX e l’XI secolo) presenta caratteri iconografici e stilistici tipici dell’arte bizantina come:

  • la mancanza di profondità e di volume dei corpi,
  • l’assenza di espressioni e la fissità dei volti.
  • la Vergine in posizione frontale.

La Madonna è raffigurata secondo l’iconografia bizantina della Maestà (dal latino solennità) ossia la rappresentazione di Cristo e della Vergine in trono, che verrà usata durante tutto il Medioevo.


Nell’arte bizantina vengono create l’iconografie codificate, come questa della maestà, che diventano immagini di culto ieratiche e immutabili che si diffondono largamente attraverso le icone (immagini) sacre.


Nel VIII secolo, con la corrente religiosa iconoclasta, che avversa il culto delle immagini, l’arte bizantina vive un periodo di crisi. Superata questa fase, la produzione di immagini sacre riprende e assume un valore centrale fino al 1453, quando Costantinopoli è conquistata dai Turchi.

L’Islam

Dal VII secolo gli arabi si affacciano sul Mediterraneo, conquistando alcuni territori dell’Africa del Nord, della Spagna e poi della Sicilia. Diffondono un’arte che vieta le figure e privilegia la calligrafia e una decorazione basata su foglie chiamata “arabesco”. Motivi islamici si diffondono anche nell’architettura.

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da milano a ravenna

Milano

A seguito della riorganizzazione di Diocleziano, nel 294 la capitale dell’Impero romano d’Occidente passa da Roma a Milano. Un secolo dopo, la città col suo vescovo Ambrogio diviene il più attivo centro spirituale dell’Occidente. Ne è testimonianza la Basilica di San Lorenzo (fine IV sec.), una delle più importanti architetture paleocristiane, forse destinata agli imperatori.
Alla Basilica sono annessi tre sacelli (piccoli ambienti sacri); in uno dei quali troviamo nell’abside il mosaico che raffigura la Traditio Legis.

Ravenna capitale dell’impero

Nel V e VI secolo Ravenna conosce un periodo di grande fioritura artistica. L’imperatore Onorio nel 402 vi trasferisce la capitale. La città rimane sede del potere centrale fino agli ultimi imperatori.

A questi anni appartiene il Battistero degli Ortodossi (400 ca.), così chiamato per sottolineare che il battistero appartiene ai Cristiani ortodossi nel senso di non eretici come erano considerati i seguaci di ▶ Ario. L’edificio presenta:

  • pianta ottagonale;
  • esterno in laterizio (mattoni);
  • cupola costruita con elementi di vasi di terracotta (500 anni dopo);
  • decorazione esterna ridotta a fasce di ▶ archetti pensili e ▶ lesene.

All’interno la ricca decorazione a mosaico è su fondo oro, come si nota nel Battesimo di Cristo al centro della cupola.

L’uso dell’oro è una caratteristica dell’arte bizantina, che conferisce splendore cromatico alla parete e che allude al mondo divino.

Altra caratteristica dell’arte bizantina è la bidimensionalità, cioè le figure sono piatte e prive di volume.

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ravenna e il regno ostrogoto

Caduto l’Impero romano d’Occidente, Ravenna mantiene il suo ruolo di capitale anche durante il Regno ostrogoto di Teodorico (454-526). Il re, seguace dell’eresia di Ario, è anche un ammiratore della cultura classica che aveva conosciuto a Costantinopoli (dove in gioventù era stato in ostaggio). Durante il suo regno, nell’arte si ha una fusione di elementi di origine diversa: barbarico, classico, orientale.

Il Mausoleo di Teodorico (VI sec., Ravenna), ne è un esempio.

  • La cupola monolitica deriva dalla tradizione barbarica delle tombe a tumulo destinate ai capi;
  • il fregio decorato a tenaglie che corre sotto la cupola è sempre di origine barbarica;
  • la pianta decagonale riprende la tradizione imperiale romana;
  • il materiale della costruzione (pietra d’Istria) ricorda il Palazzo imperiale di Diocleziano a Spalato.

Invece nella Chiesa di Sant’Apollinare Nuovo (VI sec., Ravenna) su un impianto basilicale di tradizione occidentale sono innestati elementi orientali, come ad esempio i capitelli con pulvino (dal latino pulvinus, cuscino) importati da Costantinopoli.
Il pulvino è un elemento di raccordo fra il capitello e l’arco, ha la forma di una piramide tronca rovesciata ed è destinato ad avere un largo impiego.

Ravenna bizantina

Dopo la morte di Teodorico, l’imperatore d’Oriente Giustiniano (527-565), muove guerra ai successori del re ostrogoto e riconquista tutta la Penisola. Ravenna diventa un Esarcato (provincia governata da un esarca) riannesso all’impero.


È di questo periodo la Basilica di San Vitale a Ravenna.
La chiesa e le ricche decorazioni fanno pensare alla volontà di esprimere attraverso l’architettura il nuovo potere politico dell’imperatore. Alcuni tratti dell’edificio, come la pianta ottagonale e i magnifici mosaici, si ispirano direttamente alle chiese imperiali di corte a Bisanzio.

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l’arte dell’alto medioevo

In Occidente, con l’affermazione dei Regni romano-barbarici (soprattutto con quello dei Longobardi) si diffondono motivi decorativi detti “barbarici”, attraverso piccoli oggetti facilmente trasportabili, dal momento che erano popolazioni in origine nomadi. Un esempio è la Lamina di Agilulfo, re longobardo che regnò all’inizio del VII secolo. La lamina era il frontale di un elmo.

le rinascenze medievali

Il Medioevo, per molti aspetti, rappresenta un periodo di continuità con l’Antico e non una “parentesi buia” fra Antichità e Rinascimento (come veniva visto in passato).

In questo periodo infatti vengono ripresi temi e motivi dell’antichità e per questo si parla di “rinascenze medievali”.


Tra il IX e il X secolo le due dinastie che si susseguono alla guida del Sacro Romano Impero sono quella Carolingia e quella Ottoniana (o di Sassonia). Il loro obiettivo politico e culturale è la Renovatio Imperii ossia la ricostruzione di un impero cristiano, che raccolga l’eredità di quello romano.

arte carolingia (800-888) E ottoniana (888-1000)

Il progetto di Renovatio si manifesta soprattutto nell’architettura carolingia. Ad Aquisgrana (Germania), una delle capitali dell’Impero carolingio, Carlo Magno fa costruire il suo palazzo sul modello di quelli degli imperatori romani sul Palatino.

L’unica parte ancora esistente del complesso è la Cappella Palatina, che ha pianta centrale e un carattere classicheggiante. Rispetto ai modelli bizantini (vedi Santa Sofia a Costantinopoli) troviamo qui forme più semplici, più solide e monumentali.

Alla fine della dinastia carolingia il trono passa ai re di Sassonia, con i tre imperatori che portano il nome di Ottone (da cui deriva il nome arte ottoniana).

Nell’architettura ottoniana si mantengono e si sviluppano le caratteristiche di quella carolingia, che si ritroveranno poi nel Romanico: l’adozione di muri più spessi, l’alternanza fra pilastri e colonne, la comparsa del matroneo (spazio risevato alle donne) sopra le navate laterali.
Un esempio di architettura di epoca ottoniana è la Chiesa di San Ciriaco a Gernrode (Germania).

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Storia dell'arte - I saperi fondamentali - volume 1
Storia dell'arte - I saperi fondamentali - volume 1
Dalla Preistoria al Gotico