8  italici ed etruschi

L’arte dei popoli italici

Un “mosaico” di popoli

L’arte italica è quella prodotta dai popoli che abitano la Penisola dall’Età del Ferro (IX-VIII millennio a.C.) fino alla conquista ad opera di Roma (III secolo a.C.).
In questo periodo alle popolazioni autoctone (cioè locali) si mescolano quelle di origine indoeuropea che si insediano nella Penisola, per questo si parla di “mosaico” di popoli.
Tra l’VIII e il VI secolo a.C. nell’Italia meridionale e in Sicilia vengono fondate numerose colonie greche.

TANTI POPOLI, TANTI STILI

L’arte italica è prodotta da popoli differenti, ed è quindi difficile individuare tratti stilistici comuni.
La maggior parte delle opere di questo periodo proviene da tombe e corredi funebri, ed è formata da manufatti anonimi.

POPOLI DELL’ITALIA CENTRO-MERIDIONALE
  • Gli Iapigi (abitanti dell’attuale Puglia) producono stele funerarie daunie (da Daunia, antico distretto pugliese): lastre di pietra calcarea infisse nel terreno, che riproducono in forma stilizzata il corpo umano.
    Le teste sono realizzate a tuttotondo ma in modo schematico.
    Sul fronte delle stele sono incise le braccia e la veste del defunto.
  • I Lucani (abitanti dell’attuale Calabria, Campania e Basilicata) si distinguono per la produzione di oggetti in bronzo legati all’attività militare, come gli elmi con pennacchi e antenne.
  • I Piceni (abitanti delle attuali Marche) si distinguono per un’importante produzione scultorea a tuttotondo e a rilievo, che ha punti di contatto con le stele daunie.
    L’opera più nota è il Guerriero di Capestrano (VII-VI sec. a.C.), realizzata in pietra locale e con dettagli dipinti di rosso.
  • In Sardegna la civiltà nuragica si caratterizza per la produzione artigianale di oggetti in bronzo. In architettura l’edificio tipico è il nuraghe, torre tronco-conica.

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POPOLI DELL’ITALIA SETTENTRIONALE
  • Le popolazioni dell’area veneta realizzano le caratteristiche situle, vasi tronco-conici in bronzo decorati con puntini, palmette, leoni, tori, o scene di guerra.
  • La civiltà ligure si caratterizza per la produzione delle statue-stele della Lunigiana, che mostrano un’evoluzione nella rappresentazione della figura umana, che passa da una estrema astrazione (dove solo parte della testa emerge dalla stele) a una rappresentazione a tuttotondo, con i tratti del volto accentuati e le braccia e le armi bene in rilievo.

L’ARTE etrusca

Una civiltà complessa

Gli Etruschi, che hanno un ruolo primario fra i popoli italici, si stanziano in Etruria (un’area compresa fra Toscana, Umbria e Lazio), e da lì poi si espandono fino alla Pianura Padana e alla Campania.
La loro civiltà nasce dalla fusione di elementi autoctoni, influssi italici e orientali.

TRA MODELLI e ORIGINALITà

La civiltà etrusca è più complessa e ricca di quella degli altri popoli italici. Gli Etruschi sono aperti agli influssi stranieri (in particolare a quelli greci), che interpretano liberamente, dando così vita a gusti artistici nuovi, in particolare nelle sculture in terracotta (coroplastica) e nella bronzistica.

l’architettura

LA CITTà

La fondazione delle città etrusche inizia con il rituale del solco tracciato nel terreno da un aratro tirato da una coppia di buoi bianchi.
L’impianto urbanistico ha come nucleo l’incrocio di due vie principali; il resto della città si sviluppa adattandosi alla natura del terreno.

Le porte di accesso alle città in origine sono architravate, realizzate cioè con un trave orizzontale che unisce gli elementi verticali portanti.

Dal VI secolo a.C. le porte diventano monumentali, grazie all’uso innovativo dell’arco semicircolare, detto “a tutto sesto”.
Si tratta di una volta semicircolare fatta di blocchi di pietra disposti a raggiera, che si reggono grazie alla chiave di volta (la pietra al centro dell’arco).
Questo sistema sostiene pesi maggiori rispetto a quelli retti dall’architrave, permettendo così la costruzione di edifici più grandi e complessi.

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i templi etruschi

Dei templi etruschi sono rimaste poche testimonianze perché erano costruiti con materiali deperibili. Ne conosciamo però le forme grazie ai modellini votivi (riproduzioni in miniatura di templi che venivano offerte “in voto” alle divinità).


Lo stile utilizzato in questi templi è caratterizzato da colonne simili a quelle doriche ma senza scanalature e verrà definito “ordine tuscanico” dall’architetto romano Vitruvio (I secolo a.C.).

LE TOMBE

Le tombe etrusche sono la principale fonte di informazioni sulla civiltà etrusca, grazie alla loro struttura architettonica, alle decorazioni e ai corredi funerari.


Nei diversi ambiti geografici e nel tempo sono state realizzate diverse tipologie di tombe.

  • Le tombe a pozzetto sono le più antiche, sono fatte come un piccolo pozzo (scavato nella roccia o nella terra) nel quale viene deposto il vaso con le ceneri del defunto.
  • Le tombe ipogee sono tombe più grandi e articolate, che vengono costruite a partire dal VI secolo a.C. Queste tombe presentano più ambienti sotterranei (ipogei) scavati nel tufo e, come nel caso dell’Ipogeo dei Volumni (III secolo a.C.), riproducono delle case aristocratiche.
  • Le tombe a tumulo sono costruzioni murarie in cui la camera sepolcrale è sormontata da un tumulo (cioè da un cumulo di terra leggermente conico). Con il tempo, le tombe a tumulo diventano più piccole, come nella Necropoli di Crocifisso del Tufo.
  • Le tombe rupestri sono chiamate così perché scavate nelle rocce di tufo. Hanno forme diverse: a dado (cubiche), a casa (con tetto a spiovente), o addirittura a forma di tempio, con frontone triangolare.

le arti plastiche

LA CERAMICA

Nell’epoca più antica la produzione di ceramica è caratterizzata dall’uso di un impasto grossolano di argilla, modellato a mano e cotto, con cui vengono realizzati i contenitori di ceramica, fra cui

le urne cinerarie a forma di capanna.

Dagli inizi dell’VIII secolo a.C. si passa a una produzione più raffinata, grazie alle importazioni di vasi greci e alla presenza di artigiani greci e orientali che si trasferiscono nelle città etrusche.


Nella prima metà del VII secolo a.C., ceramisti di formazione greca operanti a Cerveteri inventano il bucchero, una ceramica nera sia all’esterno che all’interno (ottenuta grazie a un particolare procedimento di cottura).

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I BRONZI

La civiltà etrusca ha una grande produzione di bronzi, esemplare è la Chimera di Arezzo.
Il mostro mitologico ha testa e corpo di leone (a grandezza quasi naturale), un serpente al posto della coda e una testa di capra sul dorso.

LA COROPLASTICA

Le prime grandi produzioni in terracotta (coroplastica) risalgono al VI secolo a.C. e sono decorazioni di palazzi.


L’Apollo di Veio è considerato uno dei capolavori dell’arte etrusca.

È una statua in terracotta policroma (di molti colori) e fa parte di un gruppo scultoreo collocato sul tetto del Tempio di Minerva a Veio. Apollo indossa una tunica e avanza con il braccio destro teso in avanti. Il panneggio è reso con linee marcate che producono un effetto elegante ma innaturale. Così come i tratti del volto e i capelli, resi con una grande attenzione per la decorazione.


Fra le opere in coroplastica più famose c’è il Sarcofago degli sposi, in cui i due sposi sono distesi sulla kline, il letto dove si consumano i pasti. In quest’opera le figure stilizzate si ispirano ai koúroi della Grecia arcaica, di cui hanno anche il sorriso e gli occhi a mandorla.

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la pittura

Le prime esperienze di pittura parietale (sulle pareti) etrusca risalgono alla metà del VII secolo a.C., e sono presenti sia nelle tombe che in ambienti civili e religiosi, con pannelli di terracotta dipinta fissati con chiodi alle pareti.

  • Dalla metà del VI secolo a.C. iniziano a essere realizzate grandi pitture tombali, come nella Tomba dei Tori a Tarquinia in cui compare per la prima volta un racconto mitologico figurato.

Gradualmente nelle tombe iniziano a essere riprodotti soggetti naturalistici e a essere presenti riferimenti al defunto, con accenni al suo ruolo sociale o con la raffigurazione di simboli legati all’Aldilà.

  • Nel V secolo a.C. sulle pareti delle tombe vengono raffigurate scene di banchetto, come nella Tomba dei Leopardi a Tarquinia, dove i personaggi sono distesi sui tipici letti (klínai), circondati da schiavi e musici. Le figure di questo periodo richiamano nei panneggi e nei volti lo stile classico di derivazione greca.

Storia dell'arte - I saperi fondamentali - volume 1
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Dalla Preistoria al Gotico