3  l’antico egitto

FISSITà DELL’ARTE E IDEALIZZAZIONE

Una civiltà millenaria

Lungo la Valle del Nilo, verso il VI millennio a.C. nasce la civiltà egizia.

Questa civiltà è caratterizzata da una straordinaria continuità nel tempo (quasi tre millenni) e viene divisa in Regni e “periodi intermedi” (fasi di decadenza politica).

Fin dall’inizio la civiltà egizia assume le caratteristiche principali che rimarranno immutate per tutta la sua storia. La società è organizzata secondo una rigida gerarchia, al cui vertice c’è il faraone: manifestazione terrena della divinità e capo politico, religioso e militare.

L’arte egizia si esprime attraverso schemi fissi che rimangono pressoché immutati nei secoli e nei millenni.
I motivi di questa rigidità dell’arte sono dovuti da un lato all’isolamento culturale e politico dell’Egitto e dall’altro allo stretto legame tra arte, religione e potere. L’arte egizia infatti è finalizzata a celebrare le diverse forme di potere: il faraone (considerato egli stesso una divinità), gli dèi, i simboli e i riti legati alla religione.

l’architettura monumentale

Le piramidi

Nella cultura egizia è fondamentale il culto dei morti.
I corpi dei defunti sono sottoposti alla mummificazione (un processo di disidratazione) per far conservare il corpo nel tempo.
Le mummie vengono poi messe in strutture funerarie, come le piramidi, che erano le tombe dei faraoni. Le prime piramidi sono a gradoni, ma già verso il 2600 a.C. assumono le caratteristiche facce dalla superficie piatta. La loro forma ricorda un fascio di raggi di sole, simbolo della protezione di Ra (il dio Sole) sulla tomba del faraone. All’interno delle piramidi si trova la camera funeraria.
Qui c’è il sarcofago con il corpo del faraone e il ricco corredo funerario.

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I templi

Il tempio egiziano è costruito secondo uno schema costante: un portale monumentale a pianta rettangolare, una corte, una sala ipostila (cioè con tetto sostenuto da colonne o pilastri) e un santuario.

Entrando nel santuario gli ambienti sono sempre meno luminosi, fino ad arrivare alla sala, completamente oscura, dove c’è l’immagine del dio.

la pittura

Sulle pareti delle tombe gli Egizi raffigurano l’ambiente quotidiano del defunto, perché credevano che le immagini si sarebbero rianimate e avrebbero così soddisfatto le necessità del defunto.

Nelle pitture, come nei bassorilievi, emerge un’attenta osservazione della natura. Nella Scena di caccia della Tomba di Nebamon (British Museum, Londra) il defunto è raffigurato su una piccola barca di papiro, insieme alla moglie e alla figlia.
Gli animali, le piante, così come gli abiti e i gioielli, sono resi con cura e abbondanza di particolari. Il naturalismo dei particolari resta però all’interno di un sistema di regole rigide e immutabili.

La prospettiva è volutamente ignorata, per gli Egizi infatti è importante raffigurare gli esseri viventi e gli oggetti come sono e non come appaiono. Ad esempio le teste sono riprodotte di profilo ma l’occhio è raffigurato secondo una visione frontale.

la scultura

Le statue egizie sono realizzate soprattutto in pietra; quelle in metallo sono rare, mentre quelle in legno vengono realizzate solo per i privati.


Per gli Egizi le statue sono animate, cioè vive. Quelle delle divinità, infatti, vengono lavate e vestite ogni giorno. Anche le statue degli uomini sono considerate animate, purché siano identificate da un nome. è infatti l’iscrizione del nome che garantisce la corrispondenza con il soggetto rappresentato, e non la somiglianza fisica.

L’iconografia dei faraoni

Il faraone è il soggetto più raffigurato, ed è rappresentato in tre diverse ▶ iconografie:

  • seduto sul trono o in piedi, con in mano gli scettri del potere (l’iconografia più diffusa);
  • in ginocchio nell’atto di fare offerte agli dèi;
  • come sfinge, con corpo di leone e testa umana.

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Il “realismo” DELL’EPOCA DI AMENOFI IV

Le uniche opere che mostrano uno stile più libero sono quelle realizzate durante il regno del faraone Amenofi IV (1351-1334 a.C.).
Amenofi è il faraone che instaura il culto monoteistico del dio Aton (lui stesso si cambia nome in Akhenaton).

In quest’epoca si afferma una raffigurazione più realistica. Gli scultori ritraggono anche scene di vita intima come la statuetta (conservata al Cairo) del Faraone che bacia la figlioletta seduta sulle sue ginocchia.

In questo Busto di Akhenaton i dettagli arrivano a forme espressive esasperate.

Infatti il mento è molto pronunciato, il viso è solcato da rughe, labbra e volto sono molto allungati.


Anche il Busto della regina Nefertiti, moglie di Akhenaton, riproduce le sembianze reali della regina e non un modello ideale: il colore della pelle è più scuro di quello usato per raffigurare le donne.

Le statue dei privati

Le statue dei privati cittadini erano realizzate soprattutto per i loro corredi funerari e servivano all’anima dei defunti per incarnarsi in esse nel caso le mummie si fossero rovinate.
La figura umana è raffigurata in piedi o seduta, quasi sempre di fronte, secondo un canone (insieme di regole) di proporzioni.

Questo canone costruisce la figura in base a un reticolo di quadrati, dove un quadrato corrisponde alla grandezza di un pugno chiuso, che è dunque l’unità di misura delle immagini.
Caratteristiche sono le immagini del defunto raffigurato come scriba. Numerose sono anche le statuette dei servitori che, si credeva, avrebbero servito il defunto nell’Aldilà.

i corredi funebri

Nelle tombe si sono trovati anche molti modellini che riproducono scene di vita quotidiana: è attraverso questi che conosciamo le usanze della civiltà egizia.

I corredi funebri sono ricchi di oggetti riccamente lavorati, molti dei quali destinati all’uso che il defunto.


Il corpo del defunto è deposto in un sarcofago. A seconda delle possibilità economiche della famiglia, la salma può avere più sarcofagi uno dentro l’altro. I sarcofagi vengono realizzati in pietra o in legno e sono riccamente decorati.


Importante è la produzione di mobili decorati con motivi tratti dal mondo animale e vegetale, e di piccoli oggetti, come contenitori, pettini, specchi e gioielli realizzati con terracotta, legno, pasta vitrea, oro e pietre preziose.

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Storia dell'arte - I saperi fondamentali - volume 1
Storia dell'arte - I saperi fondamentali - volume 1
Dalla Preistoria al Gotico