La trattatistica rinascimentale

Unità 3 LA TRATTATISTICA RINASCIMENTALE Il trattato è un testo che si occupa di un determinato argomento, spesso affrontato attraverso la forma del dialogo, così da mettere a confronto opinioni diverse. Nel Rinascimento si scrivono trattati sia in latino che in volgare. Il latino viene usato per le opere filosofiche o scientifiche mentre in volgare si compongono trattati per indicare come si comporta il perfetto gentiluomo, come si scrive un testo letterario, in cosa consiste l amore ecc. I maggiori scrittori di trattati rinascimentali sono Pietro Bembo, Baldassarre Castiglione, Giovanni della Casa. Ritratto di Giovanni della L opera più nota è Il galateo di Giovanni della Casa che Casa, Milano, Pinacoteca Ambrosiana fornisce regole di condotta per ogni situazione mondana. IL PETRARCHISMO POESIE A IMITAZIONE DI PETRARCA Pietro Bembo dà inizio al Petrarchismo, corrente poetica diffusa tra il Quattrocento e il Cinquecento. Il Petrarchismo è un tipo di poesia astratta, senza nessun riferimento alla realtà concreta e in cui tutte le donne assomigliano alla Laura di Petrarca. In queste componimenti aulico, ricercato, di stile nobile i poeti usano vocaboli aulici e raccontano di un animo profano, terreno Queste poesie, nel tentativo di imitare il Canzoniere, sempre diviso tra l amore spirituale e l amore profano. diventano spesso ripetitive e mancano di originalità. Nel Cinquecento la poesia diventa una pratica diffusa che dà prestigio sociale. Il Petrarchismo si afferma in tutta IL PETRARCHISMO: Europa perché tutta la nobiltà si riconosce in questa poesia imita lo stile di Petrarca; che esalta l amore platonico e ricerca il bello. elabora poesie astratte e poco originali; rappresenta la donna a imitazione di Laura. GLI AUTORI I maggiori scrittori del Petrarchismo sono: Iacopo Sannazaro, autore di romanzi pastorali; il famoso artista Michelangelo Buonarroti; e Giovanni della Casa. 64

I saperi fondamentali di letteratura - volume 1
I saperi fondamentali di letteratura - volume 1
Dalle origini al Cinquecento