Divina Commedia

divina commedia

Una lode a Beatrice

Dante compone la Divina Commedia dal 1306 fino alla sua morte, nel 1321. L’obiettivo dell’opera è cantare la lode di Beatrice in un universo senza confini, quello dei tre regni ultraterreni, perché la Terra non è più adatta a ospitare la sua amata che, dopo la morte, è diventata un essere celeste

Il titolo

Nel Medioevo le commedie erano le opere che avevano un lieto fine e personaggi borghesi o popolari.

Dante sceglie di chiamare la sua opera “Commedia” perché sono presenti toni e argomenti quotidiani accostati ad altri elevati, c’è un lieto fine, e l’opera è scritta in volgare, quindi non è destinata solo a un pubblico colto.

la Struttura e la trama

Il poema è diviso in 3 cantiche:

  • l’Inferno (ospita i dannati per l’eternità); 
  • il Purgatorio (ospita le anime che scontano i peccati per poter accedere al Paradiso); 
  • il Paradiso (ospita i beati per l’eternità).

Dante è accompagnato da Virgilio nell’Inferno e nel Purgatorio e da Beatrice nel Paradiso. Il suo viaggio lo porta dall’Inferno fino a Dio stesso. Il viaggio dura una settimana e ha inizio nel Venerdì Santo del 1300.


Nonostante l’ampiezza e la varietà, l’opera si presenta unita e coerente grazie ai numerosi rimandi interni.
Ad esempio, le tre cantiche si concludono con la parola “stelle” e tutti e tre i sesti canti sono dedicati a tematiche politiche sempre più ampie (nell’Inferno si parla di Firenze, nel Purgatorio dell’Italia e nel Paradiso dell’Impero).

L’obiettivo è mostrare che dietro all’apparente disordine c’è un ordine supremo.

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le interpretazioni

Interpretazione morale

Secondo questa interpretazione la Divina Commedia vuole mostrare come l’umanità sia sempre più corrotta e solo grazie alla ragione (rappresentata da Virgilio) può fare un percorso (rappresentato dall’attraversamento dell’Inferno) per ritrovare la giusta via.
A quel punto l'uomo dovrà pentirsi e rimediare (passaggio in Purgatorio), ma è la Grazia divina (rappresentata da Beatrice) l’unica a poter salvare l’umanità.

Interpretazione politica

Secondo questa interpretazione l’umanità è caduta nel disordine civile e non riesce a uscirne.
Per salvarsi il mondo ha bisogno di due guide:

  • quella pratica di un imperatore (Virgilio);
  • quella spirituale di un Papa (Beatrice).

Nella Divina Commedia, ogni personaggio è un personaggio storico, ma anche un simbolo. Per esempio Virgilio è il poeta autore dell’Eneide ma è anche l’▶ allegoria della ragione.

In questo modo Dante racconta e giudica numerosi personaggi del mondo classico, della mitologia, della religione e della contemporaneità.

La lingua della Divina Commedia

La Divina Commedia ha creato le basi della lingua italiana e ha permesso al volgare di sostituire il latino.


Infatti il 90% del lessico che oggi usiamo comunemente è già presente nell’opera dantesca.
Questo è possibile grazie alla mescolanza di stili della Divina Commedia, composta sia da forme dialettali, parole basse e oscene (soprattutto nell’Inferno), sia da parole erudite.

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Il Paradiso è composto da 9 cieli, che rappresentano ognuno una virtù morale, e dall’infinito Empireo dove si trova Dio.

Nel Paradiso ci sono meno incontri e i dialoghi con i beati sono molto complessi, per contenuti e linguaggio. Le anime appaiono sotto forma di luci e il loro grado di luminosità dipende dalla loro vicinanza a Dio.


Il Purgatorio è composto da 7 cornici, da un Antipurgatorio e dal Paradiso terrestre. È l’unico ad avere caratteristiche terrestri: il tempo scorre e i paesaggi sono realistici.
Le anime attraversano tutte le cornici, ma si fermano solo in quelle in cui devono scontare i peccati compiuti in vita. Scontano un tormento opposto al peccato commesso.
Il Purgatorio è diviso in tre gruppi:

  • Cornici I-III, chi amava il male (superbi, invidiosi e furiosi);
  • Cornice IV, chi non amava abbastanza le cose divine e il bene (accidiosi);
  • Cornici V-VII, chi amava troppo le cose terrene (avari, golosi e lussuriosi).

L’Inferno è formato da 9 cerchi che arrivano al centro della Terra dove c'è Lucifero: 

  • Limbo (I cerchio) dove c'erano i grandi uomini dell’Antichità;
  • Alto Inferno (II-V cerchio) è popolato da chi non ha saputo dominare le proprie passioni (lussuriosi, golosi, avari e furiosi);
  • Basso Inferno (VI-IX cerchio) è popolato dai malvagi (eretici, violenti, imbroglioni e traditori). 

I peccatori sono puniti con un tormento che richiama il peccato compiuto in vita.

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L’architettura dell’aldilà

L’aldilà è descritto da Dante secondo un preciso schema architettonico.

L’ingresso dell’Inferno si trova a Gerusalemme. Lucifero si trova proprio al centro della Terra.

Da qui un passaggio porta al Purgatorio, che si trova dall’altra parte del pianeta.

In cima al Purgatorio c’è il paradiso terrestre, da dove le anime ormai purificate possono accedere al vero Paradiso, quello celeste, che si trova appunto nei cieli.

L’Inferno è buio e il Paradiso è luminoso perché il grado di luminosità è determinato dalla maggiore o minore vicinanza a Dio.

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