Io voglio del ver la mia donna laudare (G. Guinizzelli)

Io voglio del ver la mia donna laudare


di Guido Guinizzelli

Io voglio del ver la mia donna laudare

ed asembrarli la rosa e lo giglio:

più che stella dïana splende e pare,

e ciò ch’è lassù bello a lei somiglio.

Verde river’a lei rasembro e l’âre,

tutti color di fior’, giano e vermiglio,

oro ed azzurro e ricche gioi per dare:

medesmo Amor per lei rafina meglio.

Passa per via adorna, e sì gentile

ch’abassa orgoglio a cui dona salute,

e fa ’l de nostra fé se non la crede;

e no·lle pò apressare om che sia vile;

ancor ve dirò c’ha maggior vertute:

null’om pò mal pensar fin che la vede.

DENTRO IL TESTO

METRO: sonetto con rime ABAB ABAB CDE CDE


Sonetto dedicato alla bellezza della donna del poeta.
È una descrizione non realistica ma vaga e astratta, che trasforma la donna in una immagine ideale e in una figura angelicata.


Nelle ultime due terzine la donna si muove e cammina in una strada.
Il poeta descrive gli effetti della sua bellezza sugli uomini che lei saluta e l’effetto benefico che il saluto ha su di loro.


Per rendere l’apparizione della donna una visione, Guinizzelli usa nel sonetto un ritmo lento segnato da pause e frequenti similitudini che la paragonano a vari elementi della natura.

VERIFICA

Rispondi alle domande


1. La donna cantata da Guinizzelli è descritta in modo:

  • astratto, attraverso paragoni.
  • realistico, attraverso paragoni.


2. Cosa succede a chi incontra la donna?

 


3. Il potere più grande della donna è:

  • far innamorare tutti di sé.
  • ispirare pensieri nobili e degni.

I saperi fondamentali di letteratura - volume 1
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