Il furto delle pere (Agostino)

Il furto delle pere


di Agostino (autore latino del IV-V sec)

Nel secondo libro delle Confessioni, sant’Agostino rievoca gli errori e i peccati della sua adolescenza. In particolare si sofferma su un episodio in apparenza minimo, il saccheggio di un pero, a partire dal quale elabora una serie di considerazioni sul problema del male.

La tua legge, Signore, condanna chiaramente il furto, e così la legge scritta nei cuori degli uomini, che nemmeno la loro malvagità può cancellare.
Quale ladro tollera di essere derubato da un ladro? Neppure se ricco, e l’altro costretto alla miseria.


Ciò nonostante io volli commettere un furto e lo commisi senza esservi spinto da indigenza alcuna.

Mi appropriai infatti di cose che già possedevo in maggior misura e molto miglior qualità; né mi spingeva il desiderio di godere ciò che mi sarei procurato col furto, bensì mi spingeva il desiderio del furto e del peccato in se stessi.


Nelle vicinanze della nostra vigna sorgeva una pianta di pere carica di frutti d’aspetto e sapore per nulla allettanti.

In piena notte, dopo aver protratto [prolungato] i nostri giochi sulle piazze, ce ne andammo, giovinetti depravatissimi quali eravamo, a scuotere la pianta, di cui poi asportammo [portammo via] i frutti. Venimmo via con un carico ingente [grande] e non già per mangiarne noi stessi, ma per gettarli addirittura ai porci.


Così è fatto il mio cuore, oh Dio, così è fatto il mio cuore, di cui hai avuto misericordia mentre era nel fondo dell’abisso. 

 
Ora, ecco, il mio cuore ti confesserà cosa andava cercando laggiù, tanto da essere malvagio senza motivo, senza che esistesse alcuna ragione della mia malvagità.

Quale frutto raccolsi da ciò che ora rievoco [ricordo] non senza arrossire, e specialmente da quel furto ove amai solo il furto e null’altro?
E anch’esso era nulla, quindi maggiore era la mia miseria.

Tuttavia non l’avrei compiuto da solo. Ricordo bene qual era il mio animo a quel tempo, da solo non l’avrei assolutamente compiuto. In quell’azione mi attrasse anche la compagnia di coloro con cui la commisi.


Se in quel momento avessi amato i frutti che rubai e ne avessi desiderato il sapore, avrei potuto compiere anche da solo quel misfatto, appagando il mio desiderio.

Senonché i frutti non avevano nessuna attrattiva per me; dunque ne aveva soltanto l’impresa e a suscitarla era la compagnia di altri che peccavano insieme con me.


Quale sentimento provavo allora in cuore? Senza dubbio un sentimento molto turpe, ed era una sventura per me il provarlo.

Ma in che cosa consisteva?

Era il riso che ci solleticava il cuore al pensiero di ingannare quanti non sospettavano un’azione simile da parte nostra.

Perché dunque godevo di non agire da solo? Forse perché non è facile ridere da soli? Certo non è facile, però avviene talvolta di essere sopraffatti dal riso anche stando soli. Invece io quell’atto da solo non l’avrei compiuto, non l’avrei assolutamente compiuto da solo.


Ecco dunque davanti a te, Dio mio, il ricordo vivente della mia anima. Da solo non avrei compiuto quel furto in cui non già la refurtiva ma il compiere un furto mi attraeva; compierlo da solo non mi attraeva davvero e non l’avrei compiuto.

Oh amicizia inimicissima, seduzione inesplicabile dello spirito, avidità di nuocere nata dai giochi e dallo scherzo, sete di perdita altrui senza brama di guadagno proprio o avidità di vendetta! Uno dice: “Andiamo, facciamo”, e si ha pudore a non essere spudorati.

 >> pagina 91 

esercizi

LE TECNICHE E IL GENERE

  • I fatti descritti sono:
    • veri.
    •  inventati.

  • Questo brano è tratto:
    • dal diario di Agostino. 
    • da un testo autobiografico di Agostino.

Laboratorio sul testo

  • Cosa diverte Agostino e gli amici?
    • Il desiderio dei frutti. 
    • Il fascino dell’impresa.

  • Agostino racconta di come è avvenuto il furto delle pere per:
    • giustificare quello che ha fatto. 
    • ammettere quello che ha fatto.

  • Nel momento del furto, la compagnia degli amici di Agostino è stata:
    • una presenza secondaria perché Agostino ha fatto tutto da solo.
    • uno dei motivi per cui Agostino ha commesso il furto.

  • “Uno dice: ’Andiamo, facciamo’, e si ha pudore a non essere spudorati.” Cioè:
    • quando si è con gli amici è bello essere spudorati.
    • quando si è nel gruppo si fa fatica ad agire in modo diverso dagli altri.

L'emozione della lettura - Saperi fondamentali
L'emozione della lettura - Saperi fondamentali
Narrativa