Electronic Super Highway
Emblematica in tal senso è una volta ancora una complessa installazione di Paik, intitolata
Electronic Super Highway (103). Tra presenza reale e proiezione virtuale, l’opera restituisce la multiforme identità
degli Stati Uniti, Paese in cui l’artista si stabilisce a vivere dal 1964; si tratta infatti di un’enorme carta politica della nazione, realizzata con variopinti tubi al neon che delineano i confini tra i 51 Stati federati. Dietro le luci colorate, che richiamano le insegne dei motel e dei ristoranti autostradali, intere batterie di monitor trasmettono filmati dei momenti salienti della storia americana: si vedono discorsi di importanti politici come Martin Luther King e John Fitzgerald Kennedy, concerti rock e manifestazioni sportive, spezzoni di film o di programmi televisivi di successo. Ogni video è riprodotto dagli schermi in corrispondenza dello Stato in cui ha avuto luogo l’evento, così da sottolineare il legame tra le molteplici peculiarità sociali e culturali rappresentate e i diversi contesti di riferimento. Ecco allora che la potente “autostrada elettronica” di Nam June Paik sovverte l’usuale deriva omologante dei media per trasformarsi in strumento rivelatore di identità e differenze.