L’Anacronismo

9.19 L’Anacronismo

Alla fine degli anni Settanta, ha inizio una nuova stagione che caratterizza la scena artistica italiana fino al decennio successivo: è quella del cosiddetto Anacronismo, talvolta chiamato anche Arte colta, Citazionismo o Ipermanierismo. La scelta fondamentale per gli autori che si rifanno a questa corrente è quella di una ripresa dell’arte figurativa, partendo da esempi soprattutto rinascimentali e neoclassici, ma non solo.
Al termine degli anni Settanta le correnti genericamente definibili come astratte, che si sono affermate negli anni precedenti in un quadro di politicizzazione e di condivisione collettiva di ogni aspetto delle esperienze umane, cedono il passo a un tipo di arte intimistica e personale che non disdegna, ma anzi si rifà direttamente ai maestri, alle opere e alle tecniche del passato.

Carlo Maria Mariani

Nei quadri di Carlo Maria Mariani (Roma 1931) traspare chiaramente la formazione accademica figurativa di un pittore che ha studiato negli anni Cinquanta presso l’Accademia di Belle Arti di Roma.

La mano ubbidisce all’intelletto

Nell’opera La mano ubbidisce all’intelletto (90), realizzata nel 1983, sono rappresentate due figure nude, entrambe col pennello in mano nell’atto di dipingersi vicendevolmente. La ripresa di caratteri derivanti dalla pittura neoclassica è evidente nella posizione composta dei corpi perfetti, resi con lineamenti e chiaroscuri ben definiti e armoniosi; altri riferimenti alla sfera concettuale ed espressiva neoclassica sono rappresentati dalle corone di alloro poggiate sulle teste dei protagonisti e dal velo leggero che nasconde in parte i loro corpi. Tuttavia, sono presenti anche alcuni richiami alla pittura metafisica: l’ambiente è astratto, lo sfondo è neutro e le figure siedono su due volumi puri, una sfera e un cubo. Tutto ciò conferisce una dimensione atemporale alla scena, in cui Mariani indaga la complessa relazione tra realtà e rappresentazione. Il titolo è un colto riferimento, essendo mutuato direttamente dal verso di una poesia di Michelangelo: “La man che ubbidisce all’intelletto”. Il dipinto si configura quindi come un’allegoria della pittura, nella quale è possibile intravedere un’interscambiabilità tra opera e idea, tra autore e soggetto.

Alberto Abate

Di origine catanese, Alberto Abate (Roma 1946-2012) è tra i maggiori rappresentanti dell’Anacronismo.

Le ore di Edipo

Nella tela intitolata Le ore di Edipo (91), l’artista fonde elementi classici e metafisici in una composizione di immagini colta ed evocativa, restituita grazie a una tecnica pittorica particolarmente raffinata. La scena è popolata di presenze enigmatiche: dalla  sfinge bendata a destra, che con la scacchiera richiama il mito di Edipo, al fauno a sinistra, fino alla misteriosa maschera rossa al centro. In lontananza, oltre una quinta di architetture fantastiche dove sono mescolati in modo del tutto eclettico motivi nordici, mediterranei e orientali, si accende un tramonto infuocato. Il quadro rappresenta una visione onirica e fiabesca, carica di riferimenti a epoche e culture diverse che fanno parte del fertile immaginario personale dell’autore.

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Igor Mitoraj

Nato in Germania ma in realtà di nazionalità polacca, Igor Mitoraj (Oederan1944-Parigi 2014) non fa strettamente parte della corrente dell’Anacronismo; tuttavia, nelle sue opere sono presenti numerosissimi riferimenti alla scultura antica, classica ed ellenistica. Si forma dapprima a Cracovia, poi a Parigi, dove risiede stabilmente dalla fine degli anni Sessanta. Per molto tempo Mitoraj ha frequentato con assiduità Pietrasanta, cittadina della Toscana nota da secoli per la lavorazione del marmo, per la fusione del bronzo e come crocevia di artisti di grande rilievo.

Grande Toscano

Realizzato nel 1981, il Grande Toscano (92) si presenta come un torso mutilo, debitore nei confronti della statuaria classica per quanto riguarda forme e trattamento delle superfici. Nell’ottica di valorizzare la prospettiva storica, Mitoraj sceglie di segnare la scultura con tagli e giunture, da interpretare come memorie dei restauri che tante statue antiche hanno ricevuto dal Rinascimento in avanti. All’altezza del cuore, il petto ospita una cavità in cui trova posto una testa caratterizzata dai tratti severi tipici di certa ritrattistica romana. Poco sotto un busto femminile, anch’esso modellato secondo i canoni della tradizione classica, emerge dal costato. I due elementi convivono con la figura principale come citazioni nella citazione, a ribadire l’evocazione inaspettata di un passato affascinante e per certi versi misterioso.

Eros Bendato

Anche la scultura Eros Bendato (93) giunge a noi come un frammento dell’antichità, come un reperto che ci suggestiona con la sua presenza colossale, immobile e silenziosa. I riferimenti all’arte greco-romana sono molteplici ed espliciti, come per esempio nella scelta di raffigurare un dio della mitologia classica e nella modalità di trattamento della superficie materica. La classicità che Mitoraj ci consegna è ancora una volta allo stato di rovina: infatti, come il torso del Grande Toscano era mutilo, così l’Eros Bendato è una testa parzialmente fasciata, priva del corpo e adagiata lateralmente sul terreno. La figura si presta a numerose possibili interpretazioni e il suo significato rimane connotato da un non troppo velato ermetismo.

GUIDA ALLO STUDIO
L’Anacronismo
  • Corrente nata in Italia alla fine degli anni Settanta
  • Ritorno alla tradizione classica e all’arte figurativa
  • Fusione tra classicismo e pittura metafisica
  • Arte colta, intimistica e personale
  • Composizioni evocative e raffinate con soggetti tratti dalla pittura neoclassica
  • Temi storici e mitologici
  • Principali esponenti: Carlo Maria Mariani, Alberto Abate e Igor Mitoraj
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Contesti d’arte - volume 3
Contesti d’arte - volume 3
Dal Neoclassicismo a oggi