L’Espressionismo astratto

9.4 L’Espressionismo astratto

Anche negli Stati Uniti d’America si manifestano espressioni artistiche riconducibili all’ampio fenomeno dell’Informale. Pur essendo coinvolto nel secondo conflitto mondiale, il gigante nordamericano rimane lontano dagli scenari più drammatici delle stragi e delle distruzioni e, sullo scorcio degli anni Trenta, diventa il rifugio privilegiato di molti artisti e architetti europei che, soprattutto a New York, proseguono le ricerche d’avanguardia iniziate prima della guerra. Accanto a esponenti dell’Astrattismo, del Dada e del Surrealismo, negli Stati Uniti risiedono stabilmente intellettuali e collezionisti come Peggy Guggenheim, che promuovono il rinnovamento dell’arte e sostengono autori impegnati in esperienze del tutto originali e rivoluzionarie. Questa vera e propria esplosione culturale si sviluppa nel contesto di una stagione di riforme economiche e sociali che prende il nome di New Deal (Nuovo Corso) e che viene attuata tra il 1933 e il 1937 dal presidente Franklin Delano Roosevelt.
L’Arte informale statunitense viene ben presto definita Espressionismo astratto in riferimento a una potenza cromatica di matrice espressionista declinata in un linguaggio per lo più privo di nessi figurativi. In essa, accanto a influenze europee di origine surrealista e, appunto, espressionista, convivono ascendenze primitive e popolari del continente americano che danno vita a molteplici tipologie di manifestazioni, in ogni caso accomunate da caratteri ricorrenti, come la notevole dimensione delle opere e la forza del loro contenuto gestuale.

Franz Kline

Franz Kline (Wilkes-Barre 1910-New York 1962) è uno dei principali esponenti dell’Espressionismo astratto. Nasce in Pennsylvania e negli anni Trenta studia dapprima a Boston, poi a Londra.

New York, N.Y.

Nel 1953 Kline realizza New York (18), tela di grande formato che rappresenta un omaggio alla città dove ha deciso di stabilirsi al rientro dal Regno Unito. Tre larghe strisce verticali nere sono tagliate da altrettante diagonali inclinate in maniera diversa, quasi a suggerire le immense strutture dei grattacieli e dei ponti della metropoli americana. Candide campiture si inseriscono tra i segni cupi, non a costituire un semplice sfondo, ma instaurando con essi un rapporto paritetico. Kline esegue i suoi quadri con larghi pennelli da imbianchino e con movimenti essenziali e violenti, eliminando in un primo momento qualsiasi ulteriore presenza cromatica. L’opera consente di leggere in modo immediato la gestualità rabbiosa attraverso la quale l’artista, come egli stesso afferma, «non dipinge le cose che vede, ma le sensazioni che queste ultime suscitano in lui».

CONFRONTI E INFLUENZE

In Estremo Oriente esiste un’antica tradizione di arte calligrafica (Shifa in Cina e Shodō, traducibile come “via della scrittura”, in Giappone). In questo genere espressivo ai logogrammi delle lingue orientali si dà un valore schiettamente estetico. Il gesto pittorico è in questo caso registrazione dello stato d’animo dell’autore, ma anche vero e proprio percorso di crescita interiore che si compie attraverso l’affinamento continuo dell’abilità nello scrivere. Sebbene nei dipinti di Kline l’elemento di ispirazione siano gli ambienti metropolitani, l’artista concentra l’espressione nel gesto pittorico in modo non dissimile da quanto fanno gli artisti orientali della calligrafia.

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Senza titolo

Nella tela Senza titolo (19) la forma vagamente rettangolare al centro è delineata mediante l’impiego di vibranti pennellate nere, viola e arancioni, su uno sfondo rosso, giallo e blu. In questa nuova fase della sua produzione pittorica, accanto al bianco e al nero, Kline utilizza la complessa tavolozza dei colori primari, dei secondari, dei complementari accostati. La scelta policromatica dei quadri dei tardi anni Cinquanta è motivata dall’autore come massima espressione di libertà.

Willem de Kooning

Anche l’opera di Willem de Kooning (Rotterdam 1904-New York 1997) è caratterizzata da una gestualità potente che tuttavia non abbandona mai del tutto la figurazione e che diventa sempre più ossessiva, ritornando sul già fatto in una continua ridefinizione dell’immagine. Olandese di nascita, l’artista arriva a New York poco più che ventenne e raggiunge la fama solo in età matura, dopo aver conosciuto periodi di indigenza ed emarginazione.

Buca delle lettere

In questo quadro della fine degli anni Quaranta (20) sono perfettamente leggibili le cancellature e i ripensamenti operati dal pittore durante il processo creativo. La tela è emblematica di una fase in cui De Kooning è interessato al disegno automatico di matrice surrealista, orientato tuttavia a rappresentare la realtà esteriore, piuttosto che a esplorare i segreti dell’inconscio. Infatti, nell’ampia composizione, accanto a predominanti elementi astratti, sono presenti particolari figurativi come le numerose bocche ghignanti che trasformano effettivamente l’opera in una sorta di “buca delle lettere”, riempita di immagini e messaggi provenienti dal mondo delle apparenze.

Woman II

Al culmine del successo, all’inizio degli anni Cinquanta, De Kooning abbandona l’Astrattismo di Buca delle lettere per concentrarsi su un soggetto figurativo tradizionale: il nudo femminile. Si dedica così a una serie di quadri monumentali, ben esemplificati da Woman II (21), in cui si sforza di adattare le fattezze della modella alla bidimensionalità della tela, restituendole al contempo da svariati punti di vista. Le pennellate sono fluide e ricche di colore e la tecnica è caratterizzata da un’inarrestabile successione di correzioni e cambi di impostazione, come se l’autore non riuscisse a trovare la conclusione dell’opera, tormentando l’immagine fin quasi a cancellarla.

GUIDA ALLO STUDIO
L’Espressionismo astratto
  • Espressione artistica riconducibile all’arte informale
  • Abbandono della rappresentazione figurativa
  • Grande potenza cromatica di tradizione espressionista
  • Influenza della pittura europea e delle culture popolari americane
  • Opere di grandi dimensioni e dal forte contenuto gestuale

Franz Kline

  • Artista americano esponente dell’Espressionismo astratto
  • Uso di pennelli di grandi dimensioni
  • Pennellata essenziale e violenta
  • Rappresentazione delle sensazioni suscitate dall’osservazione della realtà
  • Iniziale uso del bianco e nero e successivo ampliamento della gamma cromatica

Willem de Kooning

  • Artista olandese, attivo a New York
  • Elementi figurativi realizzati con pennellate potenti
  • Presenza di correzioni e cancellature facilmente leggibili sulla tela
  • Dai primi anni Cinquanta soggetti figurativi non più astratti: rappresentazione di nudi femminili tormentati
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Jackson Pollock

Nel contesto dell’Espressionismo astratto americano, va inserita la cosiddetta Action Painting (pittura d’azione) di Jackson Pollock (Cody, Wyoming 1912-Long Island 1956), artista anticonformista dalla formazione sregolata e discontinua, che muore prematuramente in un incidente d’auto. Nel 1937, ad appena venticinque anni, Pollock è preda dell’alcolismo e inizia un intenso percorso di terapia psicoanalitica durante il quale, frequentando un ambiente medico colto e progressista, conosce le ultime Avanguardie culturali europee; il successivo incontro con la raffinata collezionista Peggy Guggenheim, che diventa sua mecenate, imprime alla vita dell’artista una svolta positiva e radicale. Nel 1947 rielabora la tecnica del dripping (sgocciolamento) già parzialmente messa a punto da Max Ernst nei primi anni Quaranta. Tale processo prevede che il colore sia estremamente fluido e che sia lasciato cadere in movimento sul quadro, direttamente dai barattoli o da lunghi pennelli usati come bastoni. La tela è adagiata sul pavimento e Pollock è impegnato con tutto il corpo in una sorta di danza che spesso si svolge sulle note del be-bop, un nuovo genere jazz che conduce in musica una ricerca di libertà analoga a quella dell’Informale (22).

Mural

Iniziata durante la Seconda guerra mondiale, Mural (23) è una tela di grandissime dimensioni realizzata alcuni anni prima del perfezionamento della tecnica del dripping. L’opera è descritta dallo stesso Pollock come una «fuga precipitosa degli animali nel West americano, in cui ogni cosa è in movimento attraverso una superficie tumultuosa». Si tratta di una realizzazione fortemente influenzata dalle raffigurazioni spontanee ed elementari dei Nativi americani e dei murales messicani. Mural rappresenta un passo di avvicinamento importante verso l’Espressionismo astratto: infatti, se alcune forme di animali sono ancora vagamente riconoscibili, il segno e il colore sono già protagonisti assoluti, restituendo una realtà ormai del tutto trasformata in senso informale.

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Summertime 9A

A una successiva fase artistica, nella quale Pollock sviluppa la tecnica del dripping, risale invece Summertime 9A (24), realizzato con bastoncini di legno e pennelli induriti dai quali il colore gocciola sulla grande tela stesa per terra. Al fine di ottenere gocce diverse, modificate nella dimensione e nella qualità della materia dall’intensità del gesto e dalla forza di gravità, l’artista si muove avanti e indietro sulla tela, in ascolto della parte più profonda della propria anima. Il risultato è un groviglio di segni astratti che comunicano grande energia e dinamismo.

Convergence

Il dripping raggiunge uno dei suoi più significativi risultati in Convergence (25), un’opera dove schizzi, macchie, gocciolature e finissimi filamenti di colori contrastanti sono combinati a creare l’effetto di una vera e propria esplosione di energia. Osservando il reticolo caotico di segni, in cui ognuno di noi può ritrovare molteplici immagini e sensazioni, si apprezza il movimento che l’artista compie sul campo d’azione rappresentato dalla tela stesa a terra. Questa superficie, che non ha più centro né periferia, è pervasa dalle pulsioni di un artista tormentato e ribelle, che si esprime “gridando”, in assoluta libertà.

CONFRONTI E INFLUENZE

Oltre al collage e al frottage, Max Ernst è stato fra i primi, forse proprio il primo, a creare segni grafici mediante lo sgocciolamento del colore sul supporto, come si può vedere nell’opera qui rappresentata. Inoltre, Ernst è tra gli artisti surrealisti che si sono interessati ai procedimenti tecnici che meglio potessero conciliarsi con l’automatismo psichico.

GUIDA ALLO STUDIO
Jackson Pollock
  • Introduzione della Action Painting (“pittura d’azione”)
  • Rielaborazione della tecnica del dripping: sgocciolamento del colore su tele adagiate al suolo
  • Abbandono della rappresentazione figurativa in favore del segno e del colore
  • Influenza dell’arte spontanea ed elementare dei nativi americani

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Mark Rothko

Nell’ambito dell’Espressionismo astratto americano, accanto all’Action Painting di Jackson Pollock, si manifesta l’ulteriore tendenza della Color Field Painting (pittura per campi di colore), il cui carattere fondamentale non sta nel contenuto gestuale, ma nel prevalere del colore e nell’emozione che esso suscita nello spettatore. Il principale esponente di questa esperienza è Mark Rothko, pseudonimo di Marcus Rothkowitz (Daugavpils 1903- New York 1970) che nel 1913, ancora bambino, emigra con la famiglia, di origine ebraica, dalla nativa Lettonia (allora provincia dell’Impero russo) agli Stati Uniti. Dopo essersi dedicato a studi di matematica, letteratura e filosofia, frequenta la prestigiosa università di Yale, che tuttavia abbandona ben presto per dedicarsi completamente alla pittura, diventando uno dei più acclamati artisti statunitensi. Muore suicida nel 1970. Le sue prime realizzazioni, eseguite tra gli anni Trenta e i primi anni Quaranta, sono di matrice realista o surrealista, ma tra il 1946 e il 1949 egli inizia a elaborare progressivamente uno stile personalissimo nei cosiddetti multiforms: si tratta di quadri verticali di grande formato, in cui il colore è protagonista assoluto ed è steso in ampie macchie rettangolari dai contorni indefiniti; queste campiture, dapprima contrassegnate da gradi diversi di trasparenza, poi sempre più sature e intense, fluttuano su fondi monocromi che girano sui bordi della tela poiché per Rothko l’opera deve essere priva di cornice. L’autore desidera infatti che ogni elemento accessorio sia eliminato e che i suoi quadri siano esposti a poca distanza dal pavimento e in una luce soffusa; ciò per far sì che l’osservatore li veda in posizione di piena frontalità e non ne possa apprezzare immediatamente le dimensioni. Così chi guarda è coinvolto in un rapporto quasi “immersivo” con il linguaggio universale dei colori, che si libera dalla costrizione della forma per raggiungere un’intensità quasi sovrannaturale.

CONFRONTI E INFLUENZE

In un suo saggio del 1961 intitolato The abstract sublime lo studioso Robert Rosenblum indica il paesaggio romantico legato al concetto di sublime (in modo particolare in quello rappresentato da alcuni artisti del Nord Europa) quale possibile origine del valore spirituale che Rothko attribuisce al colore. Nel Monaco sulla spiaggia di Friedrich, per esempio, l’unico personaggio presente è minuscolo rispetto alla vastità dello scenario naturale, che viene risolto con sole tre porzioni orizzontali di colore puro.

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Viola, Nero, Arancione, Giallo su Bianco e Rosso

L’opera (26) appartiene al periodo di transizione dei secondi anni Quaranta. Quattro fasce cromatiche di altezza notevolmente variabile si stagliano sullo sfondo giallo ma non sono ancora del tutto libere e isolate come accadrà negli anni a venire; le campiture risultano appunto circoscritte da un riquadro bianco e sono affiancate da due bande verticali rosse. I bordi dei rettangoli appaiono per lo più incerti e finiscono con lo stemperarsi in maniera graduale, fino a scomparire a volte in passaggi sfumati tra una tinta e l’altra. I colori sono distesi in maniera lievemente disomogenea e recano traccia evidente del processo di esecuzione che procede per velature successive.

N. 207

In seguito Rothko realizza opere prive di titolo o definite da una semplice numerazione progressiva, in cui sono presenti due o tre campiture soltanto. È il caso della tela N. 207 (27) del 1961, che nei colori cupi testimonia dello stato d’animo di un artista maturo, ormai avviato verso la fine voluta del suo percorso esistenziale.

GUIDA ALLO STUDIO

L’Espressionismo astratto

I saperi fondamentali 
  • L’Espressionismo astratto si sviluppa negli Stati Uniti ed è caratterizzato dall’allontanamento dalla rappresentazione figurativa e dalla grande potenza del colore. Risente degli influssi del Surrealismo, dell’Espressionismo e della tradizione artistica primitiva e popolare americana. 
  • Franz Kline (1910-1962) realizza le sue opere con larghi pennelli e con pennellate violente e rabbiose. Dopo l’iniziale uso del bianco e nero (NEW YORK, N.Y.), Kline amplia la sua tavolozza cromatica, in nome di una totale libertà espressiva (SENZA TITOLO). 
  • Willem de Kooning (1904-1997) conserva nelle sue opere alcuni elementi figurativi che realizza con pennellate decise. Nei suoi dipinti sono facilmente leggibili le cancellature, le correzioni e i cambi di impostazione. All’inizio degli anni Cinquanta De Kooning si dedica anche alla rappresentazione del nudo femminile, fornendone un’immagine tormentata (WOMAN II). 
  • L’Action Painting (“pittura d’azione”) di Jackson Pollock (1912-1956) consiste in una rielaborazione della tecnica del dripping, in cui il colore molto fluido viene lasciato cadere direttamente da barattoli o pennelli. Pollock realizza opere estremamente dinamiche in cui il segno e il colore diventano i protagonisti assoluti, MURAL ne è un esempio. 
  • Accanto all’Action Painting e nell’ambito dell’Espressionismo astratto si sviluppa anche la Color Field Painting (“pittura per campi di colore”), in cui il colore e l’emozione suscitata dall’effetto cromatico prevalgono sul gesto. Massimo esponente di tale tendenza è Mark Rothko (1903-1970).
Le domande guida 
  • Per quale ragione l’Arte informale prende il nome di “Espressionismo astratto” in America?
  • Come si modifica la tavolozza di Franz Kline durante gli anni di attività?
  • Che cosa caratterizza la pittura di De Kooning?
  • Che cos’è l’Action Painting? Qual è il pittore che la pratica?
  • Che cosa si intende con Color Field Painting?

Contesti d’arte - volume 3
Contesti d’arte - volume 3
Dal Neoclassicismo a oggi