Chaïm Soutine

8.4 Chaïm Soutine

Un altro artista russo che dal 1912 si stabilisce alla Ruche è Chaïm Soutine (Smilavichy 1893-Parigi 1943). A differenza di Chagall, Soutine abbandona ogni riferimento iconografico alla cultura della propria terra d’origine e rimane piuttosto indifferente alle acquisizioni cubiste, sviluppando una ricerca di forte carica espressionista. Personalità eccentrica ed emarginata, anch’egli vive in condizioni economiche estremamente precarie, conducendo una vita di stenti e privazioni e segnata da un profondo disagio esistenziale.

Bue squartato

Le visite al Louvre, dove ammira l’opera di Courbet e di Rembrandt, e gli stimoli che riceve dal quartiereghetto della Ruche ispirano il ciclo dei Buoi squartati, avviato nel 1923. Soutine si aggira sovente per i mercati alla ricerca di carne in putrefazione, carcasse, animali morti, da cui trae ispirazione per dipingere opere di forte impatto espressionista, realizzate con una pennellata urgente, violenta, infuocata. «Quando ero ragazzo vidi un uomo tagliare a fette la gola di un uccello e farne uscire il sangue – racconta Soutine –. Volevo urlare ma quella espressione di gioia mi fermò il grido in gola. Questo grido lo sento ancora […] quando dipinsi la carcassa di un bue era ancora questo grido che volevo esprimere». La carogna della bestia uccisa, dipinta con un color rosso acceso (21) che ricorda nella sua urgente veemenza la pittura di Munch, campeggia sulla tela, immersa in un fondo astratto blu scuro, a simboleggiare il malessere che lacera l’animo dell’artista e allo stesso tempo il male cosmico dell’umanità.

CONFRONTI E INFLUENZE

Soutine mostra di aver osservato attentamente questo dipinto di Rembrandt, conservato al Louvre, in cui una carcassa di bue emerge dal buio di un magazzino. La descrizione esibita della carne ha indotto alcuni studiosi a ipotizzare che si tratti dell’insegna per una macelleria.
A colpire Soutine può essere stato il modo diretto in cui il soggetto è presentato: non ci sono particolari superflui. In realtà l’immagine, a differenza dell’interpretazione di Soutine, non è completamente priva di racconto: il nostro sguardo si sofferma sui pochi indizi di ambientazione, è soprattutto la luce che intesse una narrazione, rischiara l’ambiente e ci guida, fino a scorgere il volto di una donna affacciata dalla porta sul fondo.

Il fattorino

Disagio, senso di solitudine ed emarginazione sono i protagonisti di alcuni ritratti di Soutine, in particolare quelli della serie dedicata ai lavoratori in divisa, come un pasticcere, un cameriere ai piani, una cuoca. La divisa contribuisce a rendere anonimi i soggetti scelti e permette all’artista di concentrarsi su altri elementi della composizione, quali linee, perimetri e colori. Si fanno evidenti i riferimenti all’impianto strutturale dei dipinti dell’amico Modigliani, alle accensioni coloristiche e materiche espressioniste, ma anche allo studio della pittura di El Greco. Si veda a tal proposito Il fattorino (22): il giovane che occupa la tela ha il volto trasfigurato, segnato da uno strabismo fisico che allude a quello interiore, quasi inciso nel corpo della materia pittorica con una pennellata nervosa e contorta di matrice vangoghiana. La figura è colta in una posa inusuale per la ritrattistica tradizionale, con le gambe divaricate e le mani deformate e ossute sui fianchi, abbigliata con divisa e cappellino rosso infuocato. Sembra fuoriuscire con intenso pathos dallo sfondo scuro che la avvolge. Soutine concentra la spinta espressionista sulla tonalità della pelle del viso e sul materiale della divisa – una livrea rossa accesa su uno sfondo blu – seconda pelle che ricorda la pelle di un animale o i tessuti del corpo.
Come osserva il critico Marco Vozza «Soutine ci appare come un esistenzialista che ha rivelato la disperata solitudine dell’individuo, il suo smarrimento in un mondo a lui estraneo […], lo stupore e il raccapriccio di un’avventura senza approdo».

GUIDA ALLO STUDIO
Chaïm Soutine
  • Abbandono di ogni riferimento alla cultura della terra d’origine (Russia)
  • Ricerca stilistica in chiave espressionista
  • Pennellata urgente e violenta
  • Gamma cromatica accesa e brillante

Contesti d’arte - volume 3
Contesti d’arte - volume 3
Dal Neoclassicismo a oggi