L’École de Paris

Nel periodo fra le due guerre Parigi rappresenta la culla della cultura d’avanguardia europea: è una città aperta e libera, animata da un mercato e da una committenza pronti a recepire e a promuovere i nuovi linguaggi. Per questo motivo diviene la meta di molti artisti e intellettuali che confluiscono da tutta Europa, per concentrarsi in particolare attorno a due centri focali, i quartieri di Montmartre e Montparnasse, caratterizzati da numerosissimi locali e caffè. Se a Montmartre erano nati la pittura fauve e il Cubismo, Montparnasse diventa il centro di convergenza di tutta una serie di artisti ebrei provenienti dall’Est Europa, emigrati nella capitale francese per scampare alla fame e ai regimi. Molti di loro vivono alla Ruche in condizioni estremamente misere, conducendo una vita da bohémiens disordinata e anticonformista.
La Ruche è un edificio poligonale a tre piani che lo scrittore Dan Franck così ha descritto: «Ogni artista ha a sua disposizione un’unica stanza. La chiamano “la bara”: un triangolo con un soppalco dove l’inquilino dorme su un materasso sottile. Niente acqua, gas, elettricità. Corridoi bui, spazzatura dappertutto, grondaie bucate. Ma sui pianerottoli circolari, oltre le porte numerate, si sentono gli italiani che cantano, gli ebrei che discutono, gli strilli delle modelle negli studi dei russi».
Alla Ruche vivono, fra gli altri, Marc Chagall, Chaïm Soutine, Constantin Brancusi e Amedeo Modigliani. Sono tutte figure eccentriche, che proseguono la loro ricerca senza curarsi dei linguaggi allora dominanti o declinandoli in maniera del tutto personale, anche in relazione alla formazione e alle tradizioni dei loro Paesi d’origine. Come osserva Giulio Carlo Argan, Chagall per tutta la vita «recita da maestro, nel gran teatro dell’arte mondiale, la parte dell’anima russa, mentre Soutine recita quella dell’anima ebraica». Per definire il clima composito e l’atmosfera cosmopolita della Parigi fra le due guerre, si parla di École de Paris (Scuola di Parigi), espressione con la quale non si vuole definire uno stile unitario quanto piuttosto un clima libero, animato da un’eterogeneità di voci e di proposte artistiche. In questa atmosfera l’arte è considerata come un linguaggio universale, capace di innescare una comunicazione intensa tra gli uomini, ovvero di diventare terreno di scambio, formulazione e confronto al di là delle mode del momento.

GUIDA ALLO STUDIO
L’École de Paris (“La Scuola di Parigi”)
  • Insieme di artisti giunti a Parigi tra le due guerre mondiali
  • Gruppo non organizzato ed eterogeneo
  • Completa libertà di elaborazione di un proprio linguaggio stilistico
  • Principali esponenti: Marc Chagall, Chaïm Soutine, Constantin Brancusi e Amedeo Modigliani
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Contesti d’arte - volume 3
Contesti d’arte - volume 3
Dal Neoclassicismo a oggi