ANALISI D'OPERA - Giorgio de Chirico, L’incertezza del poeta

Analisi D'opera

Giorgio de Chirico

L’incertezza del poeta

  • 1913
  • olio su tela, 106x94 cm
  • Londra, Tate Modern

Il dipinto L’incertezza del poeta è stato realizzato nel 1913, nel periodo del soggiorno parigino, durante il quale De Chirico inizia a esplorare la poetica metafisica.

Descrizione

All’interno di uno spazio costruito come una scatola prospettica ben definita e affiancato sulla destra da una quinta architettonica ritmata da portici vuoti, si collocano in primo piano il frammento di un torso femminile di una statua classica e un casco di banane. Sullo sfondo si staglia un muretto di mattoni sopra il quale si possono scorgere un treno sbuffante e il pennone di una nave, motivi iconografici che ricorrono spesso nelle opere di De Chirico sia come allegoria del viaggio sia in quanto ricordi d’infanzia e dei numerosi spostamenti della famiglia del pittore; tali soggetti sono inoltre simboli di progresso e modernità. Altro tema ricorrente nella pittura di De Chirico è quello della statua classica, intesa sempre come calco e dunque come doppio.

Forma, funzioni e idee

In questo dipinto la velocità, motivo fondamentale della ricerca futurista, è qui completamente annullata e sostituita da una dimensione sospesa fuori dal tempo, accentuata dalle ombre lunghe che proiettano gli oggetti e dall’assenza di figure umane, che rimandano alla condizione di solitudine dell’uomo nel mondo e alla sua innata vocazione verso l’infinito.
Il tipico modo di procedere creando nessi spiazzanti e illogici tra gli oggetti, pur nitidamente definiti e descritti, si fa qui esemplare con l’accostamento incongruo e misterioso del busto in gesso con il casco di banane, cui sono stati attribuiti significati diversi. Le banane possono essere intese come simbolo sessuale oppure come rimando politico all’attualità, allusione alle imprese coloniali italiane per la conquista della Libia. De Chirico segue infatti con interesse le vicende politiche dell’Italia, sentendo profondamente la propria identità nazionale.

LE FONTI

In un articolo comparso nel luglio del 1914 sulla rivista d’arte Lacerba, il pittore Ardengo Soffici scriveva: «La pittura di De Chirico non è pittura, nel senso che si dà oggi a questa parola. Si potrebbe definire una scrittura di sogni. Per mezzo di fughe quasi infinite d’archi e di facciate, di grandi linee dirette, di masse immani di colori semplici, di chiari e di scuri quasi funerei, egli arriva ad esprimere, infatti, quel senso di vastità, di solitudine, d’immobilità, di stasi che producono talvolta alcuni spettacoli riflessi allo stato di ricordo nella nostra anima quasi addormentata...».

Contesti d’arte - volume 3
Contesti d’arte - volume 3
Dal Neoclassicismo a oggi