CONFRONTI E INFLUENZE - Le avanguardie russe e la ricerca delle radici

CONFRONTI E INFLUENZE

Le avanguardie russe e la ricerca delle radici

Cristo in maestà

  • XV secolo
  • tempera su tavola, 145x106 cm
  • San Pietroburgo, Museo Statale Russo

La riscoperta di un’antica tradizione 

All’inizio del Novecento si risveglia in Russia un grande interesse nei confronti della propria tradizione pittorica, in particolare per l’arte popolare e per l’icona, genere che vanta una tradizione millenaria ancora fortemente legata, pur con le ovvie specificità locali, alla pittura bizantina. Proprio a questi dipinti religiosi nel 1913, a Mosca, è dedicata una grande mostra in occasione del trecentenario della dinastia Romanov.
Oltre Malevič, molti altri artisti dell'Avanguardia russa (Kandinskij, Natalia Gončharova, Michail Larionov e Vladimir Tatlin) in questo periodo si interessano alle icone, poiché esse rivestono un’importanza non inferiore a quella che nell’Europa occidentale viene attribuita all’arte dell’Africa nera e dell’Oceania. Ancora una volta la rivoluzione artistica, la fondazione di una figuratività nuova e più adatta ai tempi, passa attraverso il recupero di linguaggi figurativi “primitivi”, considerati come portatori di un’espressività incorrotta, immediata, genuina.

Kazimir Malevič

Quadrato rosso

  • 1915
  • olio su tela, 53x53 cm
  • San Pietroburgo, Museo Statale Russo

La modernità di un linguaggio antichissimo 

La pittura religiosa russa ha sviluppato nel corso dei secoli un linguaggio fortemente simbolico e antinaturalistico. Oltre alla rigorosa stilizzazione delle forme, alla pulizia delle linee, alla sintesi della rappresentazione, all’abolizione del chiaroscuro e della resa spaziale, nelle icone russe notiamo il ricorso frequente a forme geometriche pure (cerchio, quadrato, ovale) riempite di intensi colori uniformi. Tali forme geometriche e colori rispondono a simboli ben precisi: il blu, per esempio, è il colore della verità e della saggezza, il bianco della Resurrezione e del Battesimo, il rosso della regalità, della morte e della Passione.

Le ragioni del confronto

Malevič stesso, nel Manifesto del Suprematismo, ci spiega come nei suoi dipinti vada inteso l’utilizzo delle campiture geometriche derivato dallo studio delle icone: «Il quadrato dei suprematisti e le forme che ne sono derivate si possono paragonare ai “segni” dell’uomo primitivo, che nel loro insieme non volevano illustrare, bensì rappresentare la sensibilità, […] la sensibilità divenuta forma». Non è dunque il valore strettamente religioso che Malevič  vuole recuperare, ma il puro concretizzarsi delle emozioni, il più possibile lontano dall’“illusione” della rappresentazione.

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Contesti d’arte - volume 3
Contesti d’arte - volume 3
Dal Neoclassicismo a oggi