Paul Klee
Nato in Svizzera nel 1879, Paul Klee (Münchenbuchsee 1879-Muralto 1940) si trasferisce a Monaco nel 1898 con una formazione artistica e musicale alle spalle. Anche se la pittura diventerà la sua vera professione, la musica, come per Kandinskij, influenzerà sempre la sua ricerca.
Nel 1912 si unisce al Blaue Reiter in occasione della seconda mostra del gruppo. Con Kandinskij e Marc, Klee condivide la concezione dell’arte come linguaggio autonomo rispetto alla natura, ma la sua ricerca si differenzia in qualche modo sia dallo spiritualismo di Kandinskij sia dal simbolismo ancora presente nell’opera di Marc, in quanto è meno tendente all’immateriale. La sua arte infatti non sempre raggiunge esiti di astrazione totale: elementi figurativi come stelle, lune, soli, uccelli e case, forme astratte, scritture e segni grafici si fondono, dando vita a una pittura intensamente evocativa, sempre in bilico tra astrazione e figurazione, tra cielo e terra. In questo percorso l’arte primitiva, il disegno infantile e dei malati mentali alimentano l’immaginario poetico dell’artista.
«Nell’arte si può anche cominciare da capo, e ciò è evidente, più che altrove, in raccolte etnografiche oppure a casa propria, nella stanza riservata ai bambini – scrive Klee nei Diari. – Non ridere, lettore! Anche i bambini conoscono l’arte e vi mettono molta saggezza! Quanto più sono maldestri tanto più ci offrono esempi istruttivi e anch’essi vanno preservati per tempo dalla corruzione. Fenomeni analoghi sono le creazioni dei malati di mente e non è affatto un vituperio parlare in questi casi di puerilità e pazzia. Se oggi si vuol procedere a una riforma, tutto questo è da prendere molto sul serio, più sul serio che tutte le pinacoteche del mondo».