La “ricostruzione futurista dell’universo”: Balla e Depero
Nel 1915 Giacomo Balla e Fortunato Depero sottoscrivono il manifesto della Ricostruzione futurista dell’universo. Stemperando la foga aggressiva del primo Futurismo con uno spirito ludico e fantasioso, essi si propongono di realizzare una fusione totale delle arti per “ricostruire l’universo rallegrandolo, cioè ricreandolo integralmente”. Nel secondo Futurismo si giunge dunque alla formulazione di un’arte totale, vale a dire un’arte interdisciplinare, dove i vari linguaggi e le varie forme artistiche non sono più concepiti come separati, ma fusi in un nuovo territorio dell’arte. Quest’ampliamento e sconfinamento verso un’arte totale si propaga a tutte le discipline – la moda, la grafica, l’arredamento (64), la cucina – e comporta l’emergenza di un concetto utopistico di arte popolare, di un’arte per tutti, che non sia più esclusivo appannaggio di una ristretta cerchia di intellettuali.
Il nuovo oggetto artistico è il complesso plastico, sorta di assemblaggio realizzato attraverso l’utilizzo di materiali vari e per mezzo della fusione di molti linguaggi, come la pittura, la musica, gli apparecchi sonori. L’opera inoltre travalica la dimensione oggettuale del manufatto per estendersi in una nuova situazione ambientale. Balla, per esempio, in questi anni giunge a trasformare la sua abitazione romana in un’opera d’arte totale, decorando tutte le superfici dell’appartamento.
Un ambito in cui la Ricostruzione futurista dell’universo trova un terreno fecondo di elaborazione è senza dubbio la scenografia. Si pensi, a tal proposito, alle scenografie commissionate da Djagilev per i Ballets Russes a Balla e a Depero.
Fortunato Depero (Fondo 1892-Rovereto 1960) si trasferisce nel 1913 a Roma, dove entra in contatto con Balla. In Rotazione di una
ballerina e pappagalli (65) si fa evidente il rapporto che si istituisce nella sua ricerca tra la pittura e la scenografia. Proprio in quel periodo Depero mette in scena lo spettacolo teatrale
I balli plastici, azione mimico-musicale di marionette. La ballerina rappresentata in questo dipinto sembra una marionetta o una figura meccanica che si muove su un palcoscenico, accompagnata nel suo volteggio da fantastici pappagalli colorati. L’una e gli altri ritmano con i loro movimenti la spazialità dinamicamente mossa dalle gamme squillanti dei colori che si intersecano – rosso, giallo, blu, verde… – dando vita a una magica e gioiosa atmosfera da favola.
Oltre alla pittura e alla scenografia, nella sua bottega-laboratorio a Rovereto Depero si dedica alla produzione di stoffe, giocattoli e progetti pubblicitari, avviando di fatto l’entusiasmante storia del design italiano.