Victor Horta e l’Art Nouveau belga

6.4 Victor Horta e l’Art Nouveau belga

Victor Horta (Gand 1861-Bruxelles 1947) è il più importante esponente dell’architettura  Art Nouveau in Belgio. Appassionato di musica oltre che di architettura, si forma presso l’Accademia Reale di Belle Arti di Gand e, nel 1878, trascorre qualche tempo nella Parigi postimpressionista. Stabilitosi a Bruxelles, affina la sua preparazione presso l’Accademia Reale di Belle Arti e, a partire dal 1885, progetta le prime abitazioni considerandole come un’opera d’arte totale, nella quale l’architettura dialoga con le soluzioni d’interno, gli arredi e i dettagli decorativi seguendo un medesimo gusto. Proprio in virtù di tale complessità, il collega francese Hector Guimard definì Horta “l’architetto artista”. Tale artisticità deriva dalla mescolanza di elementi differenti – struttura muraria, pietre, ferro, vetro – e dalla presenza di un movimento costante, sia delle facciate sia degli interni, in un insieme elegante e ricercato che tiene conto anche dell’evolversi della tecnica e della produzione industriale.

Casa Tassel

Voluta dallo scienziato belga Emile Tassel e realizzata tra il 1893 e il 1894, Casa Tassel (26-27) è uno primi edifici Art Nouveau di Bruxelles, città che anche in seguito si dimostrerà estremamente incline allo stile floreale. Essa rompe con gli schemi costruttivi della tradizione belga fin dalla facciata, che presenta una soluzione polimaterica. È costituita da due blocchi in mattoni e pietre – uno che guarda la strada e l’altro che si affaccia su dei giardini – collegati da una struttura in acciaio ricoperta di vetro. L’edificio gode di una doppia fonte luminosa in quanto, oltre alle finestre, Horta colloca un ampio lucernario sul tetto: la luce scende così nel vano delle scale diffondendosi anche negli interni. L’inferriata della scalinata ha la forma di un ghirigoro ripreso sia nella decorazione delle pareti sia nel pavimento a mosaico.

Casa Solvay

L’anno seguente, l’industriale farmaceutico Armand Solvay commissiona a Horta la propria abitazione che, terminata nel 1898, presenta soluzioni ancora più articolate. Casa Solvay (28) si affaccia su Avenue Louise – una delle più lussuose vie della Bruxelles di fine secolo – con una facciata in pietra naturale, che Horta estroflette nei due piani centrali creando una sorta di onda che rende mobile l’intera costruzione. La sinuosità, basata sul contrasto tra elementi concavi e convessi sul ricordo dell’architettura barocca, è accentuata dagli inserti in legno e dalle ringhiere in ferro. L’interno è altrettanto sontuoso, con mobili su misura realizzati in legni esotici e impreziositi da dettagli in onice e bronzo.

Contesti d’arte - volume 3
Contesti d’arte - volume 3
Dal Neoclassicismo a oggi