Il Simbolismo

Nel 1886 il poeta d’origine greca Jean Moréas (Atene 1856-Parigi 1910) pubblica il Manifesto del Simbolismo, in cui chiarisce come anche la poesia possa essere uno strumento di conoscenza poiché la realtà nasconde verità sottese che solo la sensibilità artistica può svelare. I presupposti di Moréas possono essere applicati anche all’arte, in cui avevano iniziato a manifestarsi avvisaglie simboliste con i preraffaelliti e Gauguin. Nel 1891 il critico Albert Aurier (Châteauroux 1865-Parigi 1892) in un articolo pubblicato sul “Mercure de France”, Le Symbolisme en peinture (Il Simbolismo in pittura), sancisce come l’artista debba interpretare il soggetto in forma personale, esplicitando un messaggio che vada oltre la mera identificazione del tema. Nello stesso 1891 viene organizzata a Parigi, alla galleria Le Barc de Boutteville, la prima mostra di pittori che si dichiararono apertamente “simbolisti”: introducendo l’esposizione, il critico Gaston Lesaulx (Parigi 1868-Nizza 1927) presenta i partecipanti come i protagonisti di una nuova scuola di pittura, votati a rappresentare non tanto l’aspetto esteriore degli oggetti quanto la loro anima. Vale a dire che al di là del soggetto reso con una pittura dai contorni definiti e dalle tinte vivaci, i simbolisti mirano a rappresentare un concetto altro e non immediatamente visibile

Particolarmente radicato in Francia, il Simbolismo prende le mosse da presupposti letterari: Charles Baudelaire (Parigi 1821-1867) e Stéphane Mallarmé (Parigi 1842-Fontainebleau 1898) sono i protagonisti di una stagione letteraria che tratta di ineluttabili verità, di debolezze, di un’interiorità complessa, di mondi onirici, dell’esaurimento delle certezze borghesi. Temi che si ritrovano nell’arte simbolista tradotti sotto forma di figure mitologiche, di donne bellissime quanto letali, di riti esoterici e di visioni.
Gli artisti simbolisti si prefiggono dunque lo scopo di superare la pura visibilità dell’Impressionismo, avendo come mezzo la soggettività e la spiritualità, nonché una profonda sensibilità capace di trasfigurare la realtà e leggere oltre la rappresentazione del soggetto. Talvolta, per raggiungere il loro fine, i simbolisti non disdegnano l’uso di droghe.
Dati i presupposti, la pittura simbolista non può che essere estremamente sofisticata e indirizzata a un pubblico altrettanto colto, capace di decifrare i codici del messaggio criptato.

GUIDA ALLO STUDIO
Il Simbolismo
  • Scuola pittorica che supera la pura visibilità dell’Impressionismo e cerca di rappresentare concetti non immediatamente visibili
  • Pittura estremamente sofisticata, di difficile interpretazione e rivolta a un pubblico colto
  • Profonda sensibilità
  • Temi mitologici, esoterici e visioni

Contesti d’arte - volume 3
Contesti d’arte - volume 3
Dal Neoclassicismo a oggi