ANALISI D'OPERA - Vincent van Gogh, La camera da letto di Van Gogh ad Arles

Analisi D'opera

Vincent van Gogh

La camera da letto di Van Gogh ad Arles

  • 1889
  • olio su tela, 57,3x73,5 cm
  • Parigi, Musée d’Orsay

Nell’ottobre del 1888, durante il soggiorno ad Arles, Van Gogh inizia a osservare la sua stanza da letto considerandola come un soggetto d’interesse pittorico. Realizza allora la prima versione del dipinto, conservata oggi ad Amsterdam, che nonostante presenti alcune caratteristiche dell’abbozzo, è l’unica copia realizzata dal vivo. Il dipinto viene danneggiato a causa di un’inondazione e Van Gogh riprende il soggetto realizzandone altre due versioni, una delle quali destinata alla sua famiglia in Olanda e che oggi è conservata a Parigi. La tela francese, di un formato più piccolo rispetto alle altre due versioni, è dipinta sulla scorta della memoria e di alcuni schizzi, durante le settimane di permanenza nella clinica psichiatrica di Saint-Rémy.

Descrizione

Il dipinto mostra l’interno della stanza da letto affittata dall’artista al primo piano di una casa ad Arles, volutamente lasciata piuttosto spoglia. Come egli stesso ricorda «mi è piaciuta molto l’idea di dipingere un interno con quasi niente dentro». La prospettiva scorciata è amplificata dall’effetto della fuga verticale del parquet e dalla presenza di due sedie che degradano nello spazio attraverso dimensioni differenti. Il punto di vista è innaturale: consente di vedere la seduta della sedia sulla sinistra come se fosse osservata dall’alto, mentre il resto della stanza mantiene una visione frontale. Pur nella generale povertà decorativa dell’ambiente, si riconoscono gli strumenti della toilette personale – accomodati come una natura morta sul tavolo – un asciugamano e alcuni indumenti. Dei cinque quadri appesi alle pareti si riconoscono due ritratti, due disegni e un paesaggio sullo sfondo. La scena è soggetta a una certa verticalità nella quale l’incrocio tra le linee dritte e la superficie cromatica crea l’equilibrio formale del dipinto. Le campiture sono chiuse da contorni ben definiti. Resta comunque nel dipinto un senso di vertigine claustrofobica dato dalla prospettiva incalzante, dal taglio e dalla distribuzione dei mobili nella stanza che sembrano traballare. La piattezza delle forme, che semplifica ulteriormente la composizione, omaggia ancora una volta la tradizione delle stampe giapponesi che l’artista apprezza apertamente. Egli ama la cultura giapponese quanto i suoi esiti artistici. «I Giapponesi hanno vissuto in interni molto semplici e dei grandi artisti hanno abitato questo paese». La stanza mostra già la via intrapresa da Van Gogh verso il definitivo allontanamento dal naturalismo. 

Forma, funzioni e idee

Il colore è per Van Gogh anche un mezzo di comunicazione emotiva. In una lettera indirizzata a Paul Gauguin, egli spiega di volere che il dipinto lasci trasparire il senso di pace che la stanza riesce a infondergli con «i muri lilla chiaro, il pavimento d’un rosso rotto e sbiadito, le sedie e il letto gialli, le federe e le lenzuola verde limone molto chiaro, la coperta rosso sangue, la tavola della toeletta arancio, la ciotola blu, la finestra verde». Attraverso queste tinte differenti egli intendeva esprimere l’idea di un riposo assoluto. Si tratta però di una calma solo apparente. A ben osservare, infatti, la prospettiva non funziona: mancano le ombre, e il letto, così sovradimensionato, diventa una presenza inquietante. A una lettura più attenta si avverte un senso di malessere esistenziale, forse sedato in parte dalle cure mediche, che sembra riflettere quello stesso malessere che attanaglia l’artista. La stanza mostra già la via intrapresa da Van Gogh verso il definitivo allontanamento dal naturalismo. Non rappresenta più ciò che vede: il soggetto diviene il pretesto per mostrare uno stato d’animo interiore e, per questo, anche una banalissima stanza in affitto può essere il tema della pittura.

CONFRONTI E INFLUENZE

In una lettera datata 16 ottobre 1888 Van Gogh scrive al fratello allegando uno schizzo della stanza, un disegno preparatorio che in realtà l’artista seguirà solo parzialmente. Il numero di dettagli nel disegno è sensibilmente maggiore, la prospettiva è più distesa e i dipinti alle pareti seguono un andamento differente.

Contesti d’arte - volume 3
Contesti d’arte - volume 3
Dal Neoclassicismo a oggi