ANALISI D'OPERA - Paul Cézanne, Le grandi bagnanti

Analisi D'opera

Paul Cézanne

Le grandi bagnanti

  • 1898-1906
  • olio su tela, 210,5x250,8 cm
  • Filadelfia, Philadelphia Museum of Art

Le grandi bagnanti è un dipinto che appartiene alla fase matura della speculazione cézanniana sul nudo. Il tema era stato infatti centrale nella produzione pittorica dell’artista fin dagli anni Settanta, quando, secondo la lezione impressionista, esso era parte integrante del paesaggio circostante. Negli anni Ottanta il nudo assume una fisicità pressoché monumentale, con una conseguente accentuazione antinaturalistica. Dal 1895 l’interesse di Cézanne si concentra unicamente sul corpo femminile che propone in un allungamento estremo e che combina secondo soluzioni compositive complesse.

Descrizione

La versione de Le grandi bagnanti conservata al museo di Filadelfia mostra alcune fanciulle che trascorrono una giornata al sole lungo le rive di un fiume: una nuota, altre chiacchierano o giocano all’ombra di una fitta boscaglia di cui sono visibili solo i tronchi.
È un’immagine di una certa gaiezza che mette a dura prova la maturità artistica di Cézanne, non solo per la sfida della resa del nudo, ma anche per la gestione di ben diciassette figure (calcolando anche quelle di sfondo) in una stessa scena. Da un punto di vista compositivo egli crea una sorta di quinta scenica con i fusti degli alberi che convergono verso la parte superiore del dipinto, determinando un vuoto al centro che attira l’attenzione sulla distanza tra le bagnanti in primo piano e quelle dall’altra parte della riva. La prospettiva è data unicamente dalla digressione della dimensione delle figure nello spazio scandito da tagli cromatici netti.
I nudi in primo piano sono definiti con un tratto pesante che segna i contorni lumeggiati da colpi di bianco. Di proposito Cézanne sorvola sugli elementi descrittivi che potrebbero incedere in dettagli provocanti, mentre egli intende il nudo scevro da valenze erotiche. 

Forma, funzioni e idee

L’artista tratta il corpo femminile con lo stesso approccio di una natura morta o di un paesaggio, lo sintetizza per forme geometriche e osserva il suo collocarsi nello spazio: anche il nudo, insomma, è una pura speculazione sulla forma. I nudi sono resi attraverso una pittura “costruttiva” data da un colore consistente che prevale sul disegno, rendendo le figure monumentali. Il grande formato permette anche di sviluppare un nudo che ha dimensioni pressoché identiche al reale, con un inevitabile effetto di coinvolgimento e immedesimazione da parte dell’osservatore.
Proprio le forme così allungate, volutamente antinaturalistiche, spostano la lettura dell’opera verso un piano intellettuale. Da un lato esse sono certamente il ricordo di piacevoli giornate trascorse a tuffarsi nel fiume – momenti felici rievocati da numerose lettere – dall’altro le figure ricordano le forme della scultura tribale africana (► p. 259) che stava dilagando nella Parigi di fine secolo e alla quale gli artisti occhieggiavano come fonte di un’ispirazione primitiva. Gli alberi e la figura umana sono trattati sullo stesso piano, ponendo in evidenza l’empatia tra l’uomo e la natura. Le grandi bagnanti diviene in un certo senso la visualizzazione di un’età dell’oro, delle origini ideali del mondo in cui l’essere umano è fuso con l’elemento che gli ha dato la vita. Le bagnanti si muovono con disinvoltura e svolgono differenti mansioni senza alcuna inquietudine rispetto alla loro nudità. Cézanne è distante dal clima di leggera ricreazione della borghesia francese ritratta lungo la Senna dagli impressionisti; qui le fanciulle sono figure indipendenti, assorte in mansioni differenti e immerse in un attimo di silenziosa sospensione.

CONFRONTI E INFLUENZE

La possanza delle bagnanti rimanda a una forza primitiva che Cézanne maturo rilegge armonicamente attraverso le forme dell’arte più “colta”: dai modelli della statuaria antica (come nella Venere inginocchiata del Louvre) alle Veneri del Rinascimento veneto.

Contesti d’arte - volume 3
Contesti d’arte - volume 3
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