Unità 5 Dal Postimpressionismo al Simbolismo

Le coordinate dell’arte

L’Europa tra espansionismo e questione sociale 

Negli ultimi decenni del XIX secolo all’Europa rurale si va sostituendo un’Europa industriale, i cui protagonisti sono da un lato la borghesia dei nuovi professionisti, che tende ad affermarsi sempre più come ceto dirigente, dall’altro la classe operaia che, in modo sempre più consapevole, porta avanti importanti rivendicazioni e battaglie egualitarie attraverso movimenti organizzati, i sindacati. In generale si riforma tutto il comparto della politica: al vecchio modello del “partito dei notabili” (organizzazione elitaria e chiusa) si sostituisce il cosiddetto partito di massa per dar voce a una fetta più larga della popolazione che vuole ora partecipare in modo attivo alle scelte che riguardano il futuro dei Paesi.
Un altro fenomeno che si definisce nel tardo Ottocento è l’imperialismo: gli Stati europei, spinti dal desiderio di allargare il proprio giro d’affari e di affermare la propria potenza al di fuori dei confini nazionali, si lanciano alla conquista di vasti territori e fondano nuove colonie. Si assiste a una vera e propria corsa di spartizione, cui prende parte anche l’Italia.
Secondo alcuni studiosi si tratta di una strategia che, mettendo insieme necessità diverse, ha il merito di riversare all’esterno le forti tensioni sociali (ovvero le disparità economiche e le rivendicazioni del ceto operaio) che avrebbero potuto compromettere l’equilibrio interno. Il fenomeno si delinea progressivamente come nazionalismo sempre più evidente e aggressivo, che avrà un ruolo non secondario tra le cause che porteranno allo scoppio della Prima guerra mondiale.

L’altra faccia del Positivismo: progresso e decadenza 

L’orizzonte culturale dell’epoca, come spesso accade, non si mostra compatto e omogeneo: da un lato sopravvivono suggestioni che evidenziano un legame con il Romanticismo, facilmente individuabili, per esempio, nella ricerca esotica di Gauguin, ovvero nell’individuazione di una presunta condizione di autenticità e innocenza presso le comunità e le popolazioni più lontane dai centri industrializzati, che ricorda il mito del buon selvaggio di Rousseau (1712-1778); dall’altro si registra il perdurare di alcuni aspetti del Positivismo, in particolare la scientificità di approccio nella ricerca, di cui è possibile rintracciare una marcata influenza nella definizione del Puntinismo in Francia e del Divisionismo in Italia. Alla base della ricerca di pittori come George Seurat e Paul Signac ci sono infatti gli studi del chimico francese Michel-Eugèn Chevreul e del fisico statunitense Odgen Rood sulle leggi ottiche e sulla percezione dei colori.
Tuttavia, le certezze della cosiddetta età borghese entrano progressivamente in crisi – contestate da artisti, filosofi e letterati – a dispetto dei successi di scienza e tecnologia (innumerevoli le invenzioni dell’epoca). Non è un caso che si registri in questo stesso periodo il recupero del pensiero idealista (attraverso i filosofi Kant e Schopenhauer) e la diffusione delle idee del filosofo tedesco Friedrich Nietzsche (1844-1900) che, contestando la morale corrente e l’esistenza stessa di valori assoluti, sposta implicitamente l’attenzione sulla soggettività e sulla dimensione istintuale dell’uomo. L’arte, come vedremo, sembra accogliere queste suggestioni, in particolare in ambito simbolista ed espressionista, recuperando come campo di indagine privilegiato la dimensione irrazionale dell’individuo.

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IL TEMPO
LE OPERE 
1872-1873   Paul Cézanne, La casa dell’impiccato, Auvers-sur-Oise
1874 Prima mostra impressionista presso lo studio di Nadar  
1876   Gustave Moreau, Salomé
1879   Pierre Puvis de Chavannes, Fanciulle sulla riva del mare
1880
1880   Arnold Böcklin, L’isola dei morti
1880-1917   Auguste Rodin, Porta dell’Inferno
1881 Occupazione francese della Tunisia  
1884 Seurat e Signac fondano la Societé des Artistes Indépendants; a Bruxelles si organizza il Salon des XX  
1884-1885 La Conferenza di Berlino fissa le sfere d’influenza dei Paesi europei nel continente africano
1884-1886 Georges Seurat, Una domenica pomeriggio all’isola della Grande Jatte
1885 L’Italia inaugura la propria politica coloniale in Eritrea; alla Francia è riconosciuto il protettorato sul Tonchino (impero cinese) Vincent van Gogh, I mangiatori di patate  
1885-1886 Edvard Munch, La bambina malata
1886 La Birmania è ceduta alla Gran Bretagna; Jean Moréas pubblica il Manifesto del Simbolismo Giovanni Segantini, Ave Maria a trasbordo
1888   Paul Sérusier, Il talismano
1888-1889   James Ensor, Ingresso di Cristo a Bruxelles
1889  Quarta Esposizione Universale a Parigi
 
Paul Gauguin, La bella Angèle  
Vincent van Gogh, Notte stellata
1890
1890-1895   Paul Cézanne, I giocatori di carte
1891 Prima mostra dei pittori simbolisti; Esposizione triennale di Brera: Divisionismo Henri de Toulouse-Lautrec, Moulin Rouge: La Goulue
1892   Pierre Bonnard, La camicia a quadri
1893 
 
 
 
 
Giulio Aristide Sartorio, La Sirena  
Paul Signac, Donna con ombrello  
Edvard Munch, Il grido
1895 Invenzione del cinematografo  
1895-1896   Paul Gauguin, Te tamari No Atua
1898-1901   Angelo Morbelli, In risaia
1898-1906   Paul Cézanne, Le grandi bagnanti
1901   Giuseppe Pellizza da Volpedo, Il Quarto Stato
1904-1906   Paul Cézanne, La montagna Sainte-Victoire vista dai Lauves
1908   Franz von Stuck, Il peccato
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Forma, funzioni e idee

Molti aspetti di questo contesto storico rientrano anche nella definizione di una o più ricerche artistiche, come per esempio il fenomeno dell’imperialismo e la fondazione di colonie nei territori extraeuropei: gli orizzonti si sono notevolmente ampliati e, accanto allo stimolo dell’arte giapponese, vi è ora la curiosità per quei continenti lontani e “selvaggi”, di cui si percepisce il fascino esotico e arcaico. Molti degli artisti di questa generazione prendono le distanze (fisicamente o idealmente) dalla società, considerata fonte primaria di corruzione dell’animo umano, recuperando forme espressive più immediate e dirette, grazie all’esempio dell’arte etnografica caratterizzata da un linguaggio sintetico, non descrittivo, che punta all’essenzialità. Gauguin, il principale rappresentante di questo filone di ricerca, scrive: «L’arte primitiva viene dallo spirito e si serve della natura; nella nostra povertà attuale, non vi è salvezza possibile se non nel ritorno ragionato e schietto al principio». Il suo esempio sarà fondamentale per i pittori simbolisti e i Nabis, che ne riprendono la capacità di svincolarsi da necessità rappresentative, l’urgenza di cogliere l’essenza e dare una forma a ciò che è invisibile o non percepibile attraverso i nostri sensi.
Il recupero della filosofia idealista e la diffusione degli scritti nietzschiani, come si è anticipato, possono essere indicati come uno stimolo importante per la ricerca dei pittori simbolisti ed espressionisti, che pongono l’interiorità e la sua esplorazione al centro dei loro interessi: l’arte abbandona il ruolo di testimone della realtà, divenendone invece strumento di interpretazione e di conoscenza. È in questa concezione e nell’idea dell’artista veggente, o profeta (categoria in cui rientrano anche poeti come Baudelaire e soprattutto Arthur Rimbaud), in grado cioè di cogliere l’essenza delle cose e la verità al di là delle apparenze grazie alla propria sensibilità, che è possibile comprendere quanto stia divenendo netto il rifiuto dei valori del Positivismo in questi anni. Nelle opere di questi artisti si evidenzia un linguaggio antinaturalistico, caratterizzato cioè da deformazioni prospettiche e figurative, da un utilizzo del colore svincolato da esigenze descrittive e dall’impiego della linea a fini espressivi, poiché la rappresentazione della propria interiorità, del proprio disagio, del mistero percepito dietro le cose non ha punti di contatto con le regole accademiche o con le esigenze mimetiche della rappresentazione.
Tutte le diverse personalità artistiche, gruppi e correnti, protagonisti di questo ricco periodo, non devono essere considerati in modo antitetico e distante, ma accomunati da una stessa esigenza: attuare il superamento dell’approccio purovisibilista dell’Impressionismo, cioè impostato in modo pressoché esclusivo su questioni riguardanti la visione e i meccanismi percettivi, e spostare l’accento oltre le apparenze e i fenomeni della percezione fisica. Ognuno lo farà a suo modo, attraverso un processo di tipo intellettuale, intimistico, soggettivo o spirituale.

GUIDA ALLO STUDIO
I concetti chiave
  • Il contesto politico ed economico: all’Europa rurale va sostituendosi un’Europa industriale, dove la borghesia tende a porsi sempre più come protagonista. In realtà anche la classe operaia svolge un ruolo di prim’ordine portando avanti le proprie battaglie e rivendicando il diritto a partecipare in modo attivo alla vita politica del proprio Paese. Altro fenomeno importante è rappresentato dall’imperialismo: gli Stati europei sfruttano economicamente i territori extraeuropei fondando colonie di cui hanno il pieno controllo.
  • La crisi del Positivismo: a partire dagli anni Settanta si fa più evidente la presa di distanza dalle convinzioni positiviste circa il continuo e inarrestabile progresso, nonostante siano davvero molte le invenzioni che continuano a registrarsi in ambito scientifico e tecnologico. Secondo alcuni studiosi, la causa di questa crisi va rintracciata nel clima di crescente tensione che si percepisce in campo politico e che porterà allo scoppio della Prima guerra mondiale.
  • Molti stimoli, molte e differenti ricerche: il Positivismo sopravvive nel metodo scientifico di ricerca che influenza la definizione del linguaggio puntinista e divisionista; il contatto con terre lontane e primitive stimola l’indagine di molti artisti, primo tra tutti Gauguin che costituirà un esempio per la pittura simbolista. La rivalutazione della dimensione interiore dell’uomo porta a ricerche fortemente espressive che accomunano tanto il linguaggio di Van Gogh quanto quello dei primi pittori espressionisti.
  • Superamento dell’Impressionismo: le correnti e le personalità artistiche di questo periodo sono molte e differenti tra loro, ma sono tutte legate dalla volontà di superare l’impostazione purovisibilista dell’Impressionismo poiché l’arte non deve raccontare la visione, ma andare oltre la percezione.

Contesti d’arte - volume 3
Contesti d’arte - volume 3
Dal Neoclassicismo a oggi