Contesti d’arte - volume 3

De Nittis: il cronista della vita parigina

Giuseppe De Nittis (Barletta 1846-Saint-Germain-en-Laye 1884), espulso dall’Accademia di Belle Arti di Napoli a causa di un atteggiamento ribelle, nel 1867 si trasferisce a Firenze dove entra in contatto con il gruppo dei macchiaioli, con i quali condivide gli ideali di una pittura di stampo realista risolta attraverso la sola forza del colore. L’anno successivo, seguendo una via già aperta da alcuni artisti toscani, decide di trasferirsi pressoché definitivamente a Parigi, facendo della capitale francese il soggetto delle sue tele. De Nittis descrive il brulicare della vita parigina come una grandeur naturelle (“grandiosità naturale”), estremamente apprezzata dal mercato francese.

Place des Pyramides

La sua pittura immediata cattura la quotidianità parigina, tanto da essere invitato a partecipare alla Prima Mostra impressionista. Due anni più tardi, al Salon del 1876, De Nittis si guadagna il premio riservato agli artisti stranieri con Place des Pyramides (34), una veduta dell’omonima piazza di Parigi che ha la freschezza dell’istantanea. De Nittis blocca un momento di passaggio senza, apparentemente, curarsi dei soggetti: la scena è dominata dall’impalcatura che ingabbia il padiglione Marsan delle Tuileries, trasformandolo in una sorta di cattedrale che incombe sulla scena. La base della struttura, interamente ricoperta di affiche pubblicitarie, è un rimando alla vita metropolitana, animata da un via vai di persone di differente estrazione sociale: l’elegante signora borghese con la figlioletta cammina veloce tra l’anziana col carretto di frutta e le donne che portano mercanzie. Le figure sono tratteggiate attraverso sottili strisce di nero che risaltano su una tela quasi esclusivamente limitata agli ocra e ai grigi. Capace di una pittura atmosferica, anch’essa appresa a Firenze, De Nittis sfrutta il controluce di un cielo plumbeo – ma al contempo carico di luce – per definire la silhouette della Giovanna d’Arco, il monumento che Emmanuel Frémiet (1824-1910) svela nel 1874 e che oggi è collocato in una posizione appena più arretrata. Place des Pyramides ha fin da subito un tale successo che lo stesso De Nittis lamenta la quantità di falsi che circolavano.

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Le corse al Bois de Boulogne

Grazie anche all’ottimo lavoro di relazioni intrattenuto dalla moglie, Léontine, i De Nittis riescono a ritagliarsi una posizione nella società parigina, in particolare tra la ricca borghesia che ama riconoscersi nei dipinti mondani come Le corse al Bois de Boulogne (35).
Il trittico mostra tre momenti differenti all’ippodromo alle porte di Parigi: nel primo pannello una coppia volge lo sguardo nell’ipotetica direzione delle corse e la donna è ritratta in piedi su una sedia per poter assistere meglio allo spettacolo. Nel pannello centrale alcuni personaggi si stanno riscaldando in circolo attorno alla stufa: le signore hanno eleganti manteaux e gli uomini indossano pesanti cappotti col collo di pelliccia, mentre un cane barbone, d’un candore immacolato, resta su una sedia per non sporcarsi. Infine la tela di destra apre l’orizzonte verso la pista delle corse durante un giorno grigio di pioggia. Oltre che dall’unitarietà del soggetto, le tre tele sono tenute assieme dalla presenza delle sedie che, tagliate in maniera differente in tutti i pannelli, definiscono l’inquadratura d’accesso alla scena con un senso di casuale freschezza. Il dipinto, esposto nel maggio del 1881 in occasione di una mostra personale di De Nittis in Place Vendôme, sancisce definitivamente la fama dell’artista pugliese. L’unica critica mossa all’opera è legata alle dimensioni, ritenute eccessive per essere un pastello, tecnica che consente all’artista una resa sfumata dei contorni rendendo l’intero dipinto più suadente.

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Federico Zandomeneghi: la seduzione per il pastello di Degas

Federico Zandomeneghi (Venezia 1841-Parigi 1917), altro artista italiano amante del pastello, al pari dei suoi colleghi lascia Venezia per Parigi nel 1874. Inizialmente il suo interesse gravita attorno ai protagonisti dei Salon e la sua ostilità verso i “ribelli” resta pressoché invariata fino all’arrivo a Parigi, nel 1878, di Diego Martelli che lo introduce a Degas col quale Zandomeneghi stringe un’amicizia strettissima. Nel 1879 è lo stesso Degas a imporre la presenza di “Zandò” alla Quarta collettiva del gruppo.
La vicinanza con Degas lo porta a sperimentare la tecnica del pastello, col quale racconta l’intimità degli interni e delle figure femminili che li animano e la vita mondana parigina.

Al caffè

Anche nei dipinti realizzati a olio, come Al caffè (36), Zandomeneghi applica il colore sulla tela quasi come se fosse un pastello, con tratti rapidi e immediati, che a partire dall’angolo in basso a sinistra sembrano attraversare in diagonale tutta la composizione.
La piccola tela del 1884 immortala un’elegante signora seduta in un caffè parigino – tanto che il dipinto venne immesso sul mercato col titolo Femme au bar (Donna al caffè) – raffigurando alle sue spalle un uomo mentre sta bevendo da un elegante calice. Zandomeneghi alza il punto di vista, come ha appreso da Degas, e ritrae i due personaggi estremamente scorciati, appiattendo la prospettiva.
La donna rivolge uno sguardo attento allo spettatore, chiaramente indirizzato a chi ha di fronte: l’artista elimina volutamente dall’inquadratura le altre figure sedute al tavolo. È un’opera di altissimo virtuosismo: il volto della signora è appena ombreggiato dalla veletta e la decorazione del cappellino è resa con puntiglio, al pari del magnifico bouquet di violette appuntato sulla giacca.

GUIDA ALLO STUDIO
Gli italiani di Parigi

Giovanni Boldini

  • Ritrattista della borghesia e dell’aristocrazia
  • Stile pittorico elegante e raffinato
  • Pittura dal tratto veloce e incisivo

Giuseppe De Nittis

  • Pittore realista influenzato dagli ideali pittorici dei macchiaioli
  • Rappresentazione della vita parigina
  • Pittura atmosferica grazie all’attento uso della luce

Federico Zandomeneghi

  • Uso della tecnica del pastello
  • Rappresentazione di scene di vita mondana parigina
  • Grande virtuosismo tecnico e attenzione ai dettagli

Contesti d’arte - volume 3
Contesti d’arte - volume 3
Dal Neoclassicismo a oggi