ANALISI D'OPERA - Salottino di porcellana

Analisi D'opera

Salottino di porcellana

  • 1757-1760
  • Napoli, Reggia di Capodimonte
Salottino di porcellana, 1757-1760, Napoli, Reggia di Capodimonte.

Il cosiddetto Salottino di Porcellana in origine era collocato nella Reggia di Portici, nel  boudoir degli appartamenti privati di Maria Annamalia di Sassonia, moglie di Carlo di Borbone. Nel 1866 fu smontato e trasferito alla Reggia di Capodimonte, divenuta residenza sabauda dopo l’Unità d’Italia. La sua realizzazione fu affidata alla Real Fabbrica di Porcellana di Capodimonte, fondata dallo stesso Carlo nel 1739, su progetto del pittore piacentino Giovan Battista Natali. L’ambiente fu tanto apprezzato dalla regina che ne commissionò una replica per il palazzo di Aranjuez, dove si trasferì dopo l’incoronazione di Carlo a re di Spagna.

Descrizione 

Le pareti del salottino sono ricoperte da circa tremila formelle in porcellana con motivi ornamentali in rilievo, opera di Giuseppe Gucci, capo modellatore della manifattura. Alcune di esse presentano scenette di genere raffiguranti personaggi abbigliati all’orientale, secondo la moda della cosiddetta chinoiserie, che tocca il suo apice proprio nel Settecento. Il soffitto, invece, è decorato con stucchi dorati e profili lignei dorati secondo lo stile a rocaille.

Forma, funzioni e idee

I primi vasi in porcellana giungono dalla Cina sul finire del XV secolo e sono da subito oggetto d’imitazione, sebbene la scoperta della formula e dei metodi di cottura della vera porcellana avvenga, come abbiamo visto, all’inizio del XVIII secolo. Grazie all’aumento dei traffici commerciali su scala mondiale, giungono in Europa anche disegni, stampe, mobili e suppellettili varie, tra le quali le apprezzatissime statuette in pietra di  giada.
Risale a questo periodo un gran numero di oggetti che imitano le tecniche e lo stile ornamentale cinesi, talvolta reinterpretati e accomodati secondo il gusto europeo, come nel caso del Salottino.
Ambienti simili, spesso definiti “gabinetti cinesi”, sono infatti presenti in molte residenze aristocratiche del tempo, come il Palazzo Reale di Torino, la Palazzina di Stupinigi e il Palazzo di Schoenbrunn a Vienna. La passione per la Cina è la chiara manifestazione di un fenomeno, l’esotismo, che prenderà sempre più forza nei secoli successivi, tanto da segnare profondamente lo sviluppo dell’arte occidentale. In epoca romantica (tra la fine del XVIII e i primi anni del XIX secolo) sarà la volta della passione per i Paesi del Nord Africa e per l’arte dell’antico Egitto, alla quale segue la scoperta delle stampe giapponesi (fondamentale per le ricerche artistiche di fine Ottocento) e infine delle culture “primitive” dell’Africa e dell’Oceania (che invece influenzerà profondamente l’arte del primo Novecento).

Contesti d’arte - volume 2
Contesti d’arte - volume 2
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