Palazzina di Stupinigi
Perseguendo una moda in auge nelle corti europee, soprattutto in quella francese, i Savoia si fanno costruire una serie di residenze fuori città. Una di queste è la Palazzina di Stupinigi (37), commissionata a Juvarra come residenza di caccia, che non doveva tuttavia essere una residenza grandiosa come la Venaria, dove la corte poteva soggiornare in tutte le stagioni. Questo complesso architettonico si conforma e si apre all'ambiente circostante come un abbraccio avvolgente. È costituito da un corpo centrale dal quale si propagano quattro bracci, e sul lato posteriore si allunga a formare un cortile d'onore ottagonale (38).
La destinazione dell'edificio impone la necessità di coniugare i fabbricati destinati alla residenza con quelli utili all'attività della caccia. Juvarra sistema pertanto attorno al cortile d'onore le grandi scuderie, i portici e le sellerie, e dispone le scuderie minori e i canili attorno al cortile d'ingresso. La palazzina centrale è scandita da numerose finestre ed è sormontata da una cupola ornata da una balaustra con pinnacoli. Sulla cupola svetta un cervo in bronzo, realizzato dallo scultore Francesco Ladatte (Torino 1706-1787), per evidenziare la funzione dell'edificio. Il cuore di questo seducente complesso architettonico è il salone centrale (39) a pianta ovoidale, riccamente arredato e decorato di stucchi, illuminato dalla luce che si diffonde dalle numerose vetrate accentuando un effetto scenografico che proietta l'interno in dialogo con il parco. Parte degli arredi è progettata dallo stesso Juvarra.
Come nota lo storico dell'architettura Richard Pommer (1931-1992), Juvarra a Stupinigi vuole creare «un miracolo di armonizzazione – bizzarro e razionale, grandioso e intimo, francese e italiano nei suoi giardini ed edifici». Tuttavia le trasformazioni apportate sulla costruzione da Juvarra stesso e dai suoi successori alterano in parte l'equilibrio e l'armonia del progetto originario.