Gli affreschi della Residenza Würzburg
Tra il 1751 e il 1753 Tiepolo è a Würzburg per affrescare la residenza del principe-vescovo. Esegue prima la decorazione della Sala del trono, poi la volta dello scalone monumentale
(10). Il tema proposto in quest’ultima, relativamente raro nella storia dell’arte, gli è congeniale perché non presuppone fedeltà a una tradizione iconografica: si tratta di dipingere le allegorie dei continenti, Europa, Asia, Africa, America. Accoglie l’invito e concepisce le allegorie come successione di singoli episodi o scene di genere, sbrigliando la propria fantasia nella raffigurazione di tipi caratteristici, animali o piante esotici e monumenti in rovina di un leggendario passato. Nel concepire le allegorie si confronta con immagini a stampa che illustrano resoconti di viaggio (di missionari, geografi o conquistatori). Adotta un
punto di vista relativamente attuale, connesso al formidabile sviluppo del commercio tra l’Europa e i mondi coloniali: lo spettacolo delle merci in transito da e per il vecchio continente è tra i più formidabili dell’intera narrazione. Le dimensioni dell’affresco sono enormi (ogni lato misura circa 30 metri) e l’andamento è a fregio: le immagini corrono sui quattro lati della volta.
Nell’allegoria di Africa (11) ci troviamo di fronte a una stupefacente parata di personaggi: le singole scene sono concepite autonomamente, sprovviste di una vera connessione reciproca. A sinistra vediamo una coppia di uccelli tropicali, l’uno candido, l’altro dal piumaggio scuro, levarsi in volo appena al di sopra delle possenti spalle di un portatore nero recante, avvolto attorno al collo, un drappo multicolore. Il volto è visibile solo in parte, nascosto dall’ombra. Appena più a destra (immaginiamo di spostarci con una telecamera, di effettuare una sorta di carrellata) troviamo due figure nei pressi di un’enorme balla, sovrastate da un traliccio. Le figure, vigorosamente scorciate, portano strani copricapo o turbanti. L’uomo in piedi è intento a scrivere, e forse conteggia la merce imballata. Se scivoliamo ancora più a destra troviamo due grandi botti in primo piano, quasi rotolate fuori dall’affresco, e a
pendant la schiena erculea di un portatore adibito al carico e scarico quotidiano. Il portatore ha un’acconciatura inconsueta: la testa è completamente rasata, eccettuato il codino che scende dalla nuca. Porta la camicia legata alla vita: è sotto sforzo, ha caldo, cerca refrigerio. Ancora più a destra un’imponente figura di mercante: l’uomo, un anziano europeo, ha le sopracciglia aggrottate e fissa lo sguardo in lontananza, come a considerare con scrupolo i propri interessi. Il fregio di Africa ruota attorno a lui: il mercante è perno narrativo e compositivo. Il suo denaro procura lavoro e rende possibile l’esistenza di quanti si muovono al mercato, e non a caso il servitore al suo fianco si inchina con deferenza. Appena dietro il mercante vediamo una donna distesa, forse un’odalisca, e più a destra una scena che diremmo di circo: una scimmia e uno struzzo ammaestrati sono coinvolti in un duetto di difficile interpretazione. La scimmia cerca dispettosamente di afferrare la coda allo struzzo, che si ritrae? Oppure i due animali si ignorano reciprocamente? Lo struzzo accenna a fuggire mentre la scimmia cade dal basamento? Tiepolo dissemina ambiguità e spinge l’osservatore a ricomporre immagini evocate solo per frammenti: come se si divertisse a sottoporci indovinelli
figurativi. Alle spalle dello struzzo e della scimmia un dromedario appare allontanarsi con un carico indecifrabile. Non ne vediamo né la testa né il lungo collo, entrambi facilmente riconoscibili: scorgiamo invece terga e gobba del mite animale.
Incontriamo lo stesso procedimento ellittico nell’affresco di Asia
(12-13), dominato dall’immagine dell’obelisco, dalla figura femminile allegorica e dalla lapide incisa in caratteri esotici: all’estrema sinistra vediamo (o meglio indoviniamo) due figure genuflesse in atto di fervido omaggio. Non abbiamo né corpi eretti né volti: solo terga avvolte da preziosi abiti di raso, stivali, piedi e un braccio piegato. Chi sono i devoti, e chi l’autorità spirituale? I due sembrano adorare un augusto vecchione di tipo sacerdotale, accompagnato da gran folla. Tiepolo non offre spiegazioni: si propone invece di suscitare interesse e mistero. Non sarebbe sbagliato interpretare l’affresco di Würzburg in termini di "teatro della curiosità". Temi o vicende illustrate non hanno al loro interno grande importanza, l’artista si prodiga piuttosto nell’escogitare e nel portare in scena trucco drammaturgico
e costumi stravaganti, nel procurare illusione, nell’indurre meraviglia. Aggiunge sortilegio a sortilegio, colpo di scena a colpo di scena cogliendo opportunità contingenti, improvvisando: non si cura di stabilire la trama.