La pittura di genere e gli artisti filosofi

7.7 La pittura di genere e gli artisti filosofi

Nel corso del Seicento il progressivo allontanamento dagli ideali caravaggeschi conduce, come abbiamo visto, alla nascita della grande pittura barocca, ma anche a fenomeni che sono agli antipodi della maestosità decorativa. Si sviluppa in questo periodo la cosiddetta pittura di genere, che ha per soggetto scene tratte dalla vita quotidiana, come piazze animate da feste, mercati, avventori nelle locande, interni domestici, processioni di flagellanti, litigi di soldati fuori dalle osterie, bagnanti o contadini che si riposano.

I bamboccianti

Già nei primi decenni del XVII secolo si era formata a Roma quella che oggi chiameremmo un’associazione di pittori, in gran parte olandesi e fiamminghi, che si opponeva alle istanze accademiche, in particolare alle severe norme prescrittive dell’Accademia di San Luca, l’associazione degli artisti cittadini fondata nel 1593 da Federico Zuccari. Non è un caso che gli iniziatori di questa pittura a Roma venissero dalle Fiandre e dall’Olanda, dove la raffigurazione minuziosa della realtà quotidiana era per tradizione assai sentita negli ambienti artistici.
La pittura bambocciante va nella direzione opposta alle imprese solenni di pittori romani attivi in quel periodo, verso un recupero del dato naturale, insieme "popolaresco" e idealizzato, e in questo senso lontano dunque anche dall’esperienza radicale di Caravaggio. Tra gli esponenti del gruppo spicca l’olandese Pieter van Laer (Haarlem 1592/1595-1642), dal cui soprannome Bamboccio, forse per il suo aspetto deforme e fanciullesco, deriva il nome del gruppo: quello dei bamboccianti è stato il primo consapevole movimento artistico della storia della pittura occidentale.
Oltre ad abitare nelle stesse zone della città, gli adepti si riunivano in luoghi deputati, come l’Acquacetosa, la zona alla periferia di Roma in cui il Tevere crea una stretta ansa, e lì dipingevano dal vivo gustose immagini di popolani, attività ludiche o commerciali, episodi di vita quotidiana come nel Venditore di ciambelle (47), opera un tempo attribuita a Pieter van Laer, ma quasi certamente di un suo seguace, Johannes Lingelbach (Francoforte sul Meno 1622-Amsterdam 1674). Le cosiddette bambocciate saranno apprezzate da molti collezionisti del tempo e contribuiranno a integrare nel mondo italiano la mentalità fiamminga, più incline, come si diceva, alla descrizione della quotidianità e della verità della vita, e molto diversa rispetto alla magniloquente arte barocca romana. La loro eredità fu raccolta da numerose altre scuole artistiche italiane, soprattutto quella lombarda e in parte quella napoletana.

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Salvator Rosa e gli artisti filosofi

Alcuni pittori bamboccianti si sono però interessati anche alla grande arte sacra: tra loro Salvator Rosa e Pier Francesco Mola dimostrano un’attenzione crescente verso argomenti di carattere morale e  speculativo, fino ad arrivare a rappresentazioni inerenti l’ esoterismo, i misteri, la stregoneria.
Salvator Rosa (Napoli 1615-Roma 1673), pittore e poeta, fu un tramite tra le culture figurative di Firenze, Roma e Napoli. Raffigura spesso figure di filosofi e sapienti dell'antichità, come nella tela nota col titolo La selva dei filosofi (48), eseguita a Firenze attorno al 1645, in cui mostra il suo amore e quello dei suoi committenti per l'Antico e la filosofia. 
La scena si riferisce a un episodio della vita del greco Diogene, che avendo tenuto come beni personali solo il mantello, il bastone e una scodella, aveva gettato via la ciotola dopo aver visto che un ragazzo sapeva dissetarsi semplicemente con il cavo della mano. 
Anche Pier Francesco Mola (Coldrerio, Svizzera 1612-Roma 1666) raffigura spesso, oltre a soggetti religiosi, temi e argomenti morali e speculativi. Il dipinto Un poeta laureato  (49), talvolta attribuito allo stesso Salvator Rosa, rappresenta la figura del letterato assorto nelle proprie riflessioni e incoronato con l'alloro, simbolo dell'eccellenza poetica. Il mondo classico è evocato dalla colonna scanalata che chiude la scena sulla destra e dal piano marmoreo dove si appoggia il protagonista. 
I colori scuri e le pennellate rapide rivelano la conoscenza dei modi del Quercino, ma anche profondi contatti con l'arte settentrionale e soprattutto veneziana del secondo Cinquecento, in particolare con l'ultima produzione di Tiziano. 
Sia Rosa sia Mola praticano intensamente la tecnica dell'incisione, tramite la quale diffondono i nuovi soggetti e le nuove iconografie nella cultura artistica italiana ed europea. 
GUIDA ALLO STUDIO
I bamboccianti e la filosofia
  • Sviluppo della pittura di genere: scene di vita quotidiana
  • Primo consapevole movimento artistico occidentale
  • Allontanamento dai caratteri dell’accademia
  • Introduzione della tradizione fiamminga in Italia
  • Interesse per l’Antico e la filosofia
  • Rappresentazione di filosofi e sapienti dell’antichità
  • Largo uso della tecnica dell’incisione
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Contesti d’arte - volume 2
Contesti d’arte - volume 2
Dal Gotico internazionale al Rococò