Il Barocco gesuita
7.6 Il Barocco gesuita
Baciccio
Giovanni Battista Gaulli detto il Baciccio (Genova 1639-Roma 1709) è uno degli artisti simbolo di queste nuove istanze religiose. Giunto presto a Roma, Baciccio (il nomignolo è la contrazione in dialetto genovese del nome Giovanni Battista) entra in contatto con i gesuiti perché il generale dell’Ordine era all’epoca un genovese. È così incaricato di rinnovare integralmente la chiesa madre della Compagnia intitolata al Santissimo Nome di Gesù, nota appunto come "il Gesù", dove affresca la volta (► p. 424), la cupola, i pennacchi e il catino absidale con un ciclo di dipinti tra i più spettacolari e imponenti dell'intera civiltà barocca, affiancati da colossali statue in stucco raffiguranti le virtù che sono opera, per larga parte, di scultori della cerchia berniniana. Bernini del resto era stato mentore e consigliere di Baciccio e seguì il lavoro in tutte le sue fasi, suggerendo e incoraggiando.Il ciclo di Baciccio può essere considerato la quintessenza del Barocco nella sua versione più matura e più coinvolta con le istanze religiose e sociali del tempo.
Nella Pasqua del 1675 fu inaugurata la cupola con il Paradiso (42): la composizione è esemplata sullo schema compositivo dell'affresco del Correggio nel Duomo di Parma, mediato da Lanfranco. La corte celeste e angelica occupa una serie di strati concentrici di nubi che improvvisamente si aprono in un cielo dorato, al cui centro sono disposti, in una composizione precisa e leggibile, la colomba dello Spirito Santo, Dio Padre in volo, e poi la Vergine e Cristo; sotto di lui, un angelo regge un'enorme croce, non più simbolo di morte, ma di resurrezione e salvezza.
Negli anni successivi vengono terminati i pennacchi (43): sia nella cupola, sia nei pendenti si trova un artificio tipico del Barocco: la costante forzatura, tramite la decorazione pittorica, dei limiti dell'architettura, con le figure che sembrano straripare dai confini della cornice in stucco.
Fratel Pozzo
I gesuiti ampliano la loro autorevolissima e predominante presenza nel mondo artistico romano e internazionale grazie all’altra spettacolare impresa da loro promossa, l’affrescatura della Chiesa di Sant’Ignazio del Collegio Romano, intitolata al santo fondatore, luogo di educazione e virtù, esemplare, quindi, per la perfetta definizione del potere dei gesuiti nell’Europa degli ultimi anni del Seicento.Artefice di tale operazione è Andrea Pozzo (Trento 1642-Vienna 1709) o Fratel Pozzo, un membro della Compagnia, delle cui istanze e aspirazioni è interprete autentico e fedele. Studioso dell’ arte della prospettiva, specialista nell’apprestamento di apparati effimeri di potente suggestione, dopo un periodo di attività tra Torino e Milano riesce a ottenere il trasferimento a Roma: nella casa madre del suo Ordine dipinge con la tecnica detta quadratura (► p. 426) una finta cupola (44) su tela sopra la crociera, creando una perfetta illusione di realtà nella visione da sotto in su, dilatando illusionisticamente il soffitto piano e creando con la pittura l’impressione che la cupola emisferica – non realizzata forse per ragioni economiche – monumentalizzi la chiesa.
Contesti d’arte - volume 2
Dal Gotico internazionale al Rococò