Giovanni Lanfranco

7.4 Giovanni Lanfranco

L’emiliano Giovanni Lanfranco (Parma 1582-Roma 1647) è uno degli allievi più scrupolosi dei Carracci. Giovanissimo lavora con Agostino Carracci a Parma, dove il maestro era stato chiamato dal duca Ranuccio Farnese, e alla sua morte si reca a Roma. Lanfranco condivide alcuni aspetti con Domenichino, ma ben presto se ne distanzia. Recupera infatti una tradizione tutta emiliana nell’affrescare grandi superfici, secondo un modello che si rifà in particolar modo a Correggio, che era considerato nell’ambito dell’Accademia dei Carracci un imprescindibile riferimento per alcuni aspetti della pittura e in particolare per l’abilità prodigiosa di creare effetti prospettici di «sotto in su», come si diceva all’epoca, e tale era infatti il suo capolavoro, la decorazione con l’Assunzione della Vergine nella cupola della Cattedrale di Parma, un modello che Lanfranco ha ben presente nelle sue prime opere romane.

Cristo che sale il Calvario

L’esempio di Correggio è evidente nella pala d’altare, tutta concepita in scorcio, della Cappella Sacchetti in San Giovanni dei Fiorentini a Roma, con Cristo che sale il Calvario (33): la pala ha colori scuri e funerei e riprende dal Correggio e dal suo Compianto sul Cristo morto, allora nella Cappella del Bono in San Giovanni (Parma) (► p. 264), l’idea di adattare la composizione alla visione profondamente scorciata imposta dalle dimensioni della cappella e dalla collocazione delle tele sulle pareti laterali. La Vergine semisvenuta in primo piano è una citazione diretta delle figure femminili correggesche, mentre alcuni dettagli patetici e intensamente drammatici della composizione ricordano le opere di Federico Zuccari.

Assunzione della Vergine

Il legame con Correggio insieme con la tradizione coloristica veneziana è ancora più chiaro nella cupola dell’Assunzione della Vergine nella Chiesa di Sant’Andrea della Valle (34). La chiesa era retta dall’Ordine dei teatini, così detti dalla città di Chieti (latino Teate) dove aveva operato il vescovo fondatore Gian Pietro Carafa: i teatini si dedicavano a un’intensa attività missionaria di evangelizzazione, intrecciando le loro sorti con quelle dei gesuiti soprattutto attraverso i corsi di formazione della Congregazione di Propaganda Fide, gestita congiuntamente dai due Ordini. In questo senso, avevano sviluppato una profonda attenzione all’arte come modo per esprimere i concetti fondamentali della fede cattolica controriformata.
Elegante e disinvolto nel disegno, liberissimo nel tratto, Lanfranco si presenta qui come l’erede di Correggio: il suo affresco, eseguito tra il 1625 e il 1628, è stato il primo a Roma a mostrare l’importanza assoluta della lezione correggesca, concependo la pittura come un volo di figure che si librano verso l’alto in un rimescolamento di luci e ombra nella vastissima cupola, a quell'epoca seconda a Roma solo alla cupola di San Pietro. I personaggi possono essere colti a colpo d'occhio solo in una visione d'insieme: sono dipinti in maniera tale che quasi non è possibile distinguere con chiarezza una figura dall'altra. Si dispongono in cerchi concentrici spiraliformi verso la lanterna centrale, da cui Cristo discende in volo precipitoso per accogliere la madre. Le figure, dagli arditi scorci e dagli ampi, svolazzanti panneggi, sono sfumate da una luce dorata, che è insieme la luce reale delle finestre e quella simbolica dell'oro che ricopre ogni colore.
Sempre da Correggio Lanfranco riprende l'idea del turbine che trasporta l'osservatore in una visione innaturale e insieme carica di suggestione: la vertigine figurativa compare qui in un esempio precoce, che anticipa molte soluzioni degli anni successivi. Il risultato è potente e nuovo e crea scompiglio nella Roma degli anni Trenta del Seicento, ancora dominata dal classicismo e da quell'idea di Neorinascimento in cui molti artisti credevano e che era praticato con entusiasmo. Il vortice luminoso e illusionistico, che annulla lo spazio e investe potente lo spettatore, costringendolo a perdersi nello spazio infinito, crea un modello che farà scuola per tutto il Barocco.

GUIDA ALLO STUDIO
Giovanni Lanfranco
  • Pittore emiliano allievo dei Carracci
  • Affreschi su grandi superfici su modello di Correggio
  • Scorci prospettici “di sotto in su”
  • Colorismo di matrice veneta
  • Disegno elegante
  • Luce dorata
  • Soluzioni compositive caratterizzate da vortici illusionistici

Contesti d’arte - volume 2
Contesti d’arte - volume 2
Dal Gotico internazionale al Rococò