Il Barocco: la nascita di una nuova idea di arte
Con Barocco si indica la produzione artistica che va dagli anni Trenta del Seicento alla fine del secolo; in particolare, secondo alcuni studiosi, la nascita del nuovo stile deve essere messa in relazione con la collaborazione tra papa Urbano VIII Barberini, salito al soglio pontificio nel 1623, e il giovane Gian Lorenzo Bernini (1598-1680), che l’anno successivo realizzerà per lui il celebre Baldacchino di San Pietro (► p. 398). Il termine Barocco comparve nella storiografia artistica alla fine del Settecento; fu impiegato dalla critica neoclassica, estimatrice di un’arte ispirata ai princìpi formali di equilibrio e razionalità, in senso dispregiativo, per definire un linguaggio figurativo complicato e stravagante, che aveva abbandonato le forme regolari della classicità per seguire il capriccio dell’artista e ricercare soluzioni formali tese a destare meraviglia e stupore. Dal punto di vista etimologico, la parola si presta a letture diverse: potrebbe derivare da baroco, che in italiano antico indicherebbe un tipo di sillogismo (ragionamento concatenato, alla base della logica aristotelica) particolarmente complesso e articolato, ritenuto illogico e bislacco; oppure dal portoghese barroco, la perla scaramazza dalla forma irregolare. In entrambi i casi comunque l’idea di fondo è la stessa: definire quella cultura e quel gusto come bizzarri e stravaganti.
Alla fine dell’Ottocento l’arte barocca fu oggetto di una rivalutazione poiché, come notò lo storico dell’arte svizzero Heinrich Wölfflin (1864-1945), “il Barocco non rappresenta né un’ascesa né un declino del Classico, ma un’arte totalmente diversa”, con caratteri propri dunque, che trovano una precisa collocazione nel contesto storico e culturale del tempo. Ogni pregiudizio sul Barocco può dirsi del tutto superato solo nel pieno Novecento.
Questo fenomeno artistico ha la sua origine in Italia, e in particolare a Roma, grazie al mecenatismo dei papi che, considerando l’arte un eccellente strumento di propaganda, incoraggiarono l’operato di una generazione di interpreti eccezionali, tra i quali Gian Lorenzo Bernini, Francesco Borromini (1599-1667) e Pietro da Cortona (1596-1669). Da Roma il nuovo linguaggio si diramerà in tutta Europa assumendo caratteri e sfumature diversi.