Bisogna arrivare tuttavia al Seicento per uno sviluppo autonomo e cosciente della pittura di paesaggio e della veduta, non più strumentali alle composizioni storiche o narrative, ma "generi" autonomi con proprie peculiarità.
All'origine dello sviluppo di questo genere c'è l'arte veneziana di Giorgione e Tiziano che unisce la pittura di paesaggio a quella simbolica e dottrinale, veicolando significati reconditi e complessi, conosciuti per lo più solo da ristrette cerchie intellettuali: ne sono famosi esempi la Tempesta di Giorgione o l'Amor sacro e Amor profano di Tiziano. Differente è la tradizione romana: qui la pittura di paesaggio è sviluppata, nel tardo Cinquecento, come complemento nella decorazione di ville (come Villa d'Este a Tivoli) o palazzi (come Palazzo Farnese di Caprarola).
All'origine dello sviluppo di questo genere c'è l'arte veneziana di Giorgione e Tiziano che unisce la pittura di paesaggio a quella simbolica e dottrinale, veicolando significati reconditi e complessi, conosciuti per lo più solo da ristrette cerchie intellettuali: ne sono famosi esempi la Tempesta di Giorgione o l'Amor sacro e Amor profano di Tiziano. Differente è la tradizione romana: qui la pittura di paesaggio è sviluppata, nel tardo Cinquecento, come complemento nella decorazione di ville (come Villa d'Este a Tivoli) o palazzi (come Palazzo Farnese di Caprarola).