Roma e il Giubileo del 1600
6.1 Roma e il Giubileo del 1600
Santa Cecilia di Maderno
Nel 1599, nel corso dei restauri della Basilica di Santa Maria in Trastevere, furono ritrovate le spoglie della martire Cecilia, uccisa a Roma nel III secolo. Il suo corpo incredibilmente conservato, come narrano entusiasticamente le cronache del tempo, condizionate dal clima di esaltazione collettiva, stimola uno dei più giovani e brillanti scultori attivi nella città eterna, Stefano Maderno (Capolago 1570-Roma 1636), a eseguire nel 1600 una Santa Cecilia in marmo (1) che sarà un modello per le generazioni successive. Lo scultore, con maestria e perizia tecnica, riproduce la santa così com’era stata ritrovata nello scavo, distesa quasi fosse ancora dormiente e con la testa tagliata ma non del tutto distaccata dal collo: una figura dolcissima, semplice e commovente, lontana dai virtuosismi del tardo Cinquecento e capace di far rinascere il culto della giovinezza incorrotta e della purezza del Cristianesimo delle origini.
I maestri del classicismo romano
A Roma, già da molti anni, c’era un culto vero e proprio per la pittura ad affresco che permetteva agli autori di lavorare in grandi squadre con incarichi ripartiti a seconda delle competenze e delle capacità. La città brulicava di artisti, più o meno di valore, ma idonei a riempire ogni spazio con chilometri quadrati di affreschi e decorazioni varie. Una delle imprese maggiori del Giubileo è la decorazione del gigantesco transetto della Basilica di San Giovanni in Laterano. Qui opera un gruppo composito di artisti che crea un insieme sontuoso. Spicca fra loro Giuseppe Cesari (Arpino 1568-Roma 1640) detto Cavalier d’Arpino perché, a riconoscimento delle sue capacità, ricevette dal papa l’ambito titolo di cavaliere. Il pittore ha eseguito nel transetto meridionale, al di sopra del ciborio, una grandiosa Ascensione di Cristo (2) memore dell’analogo tema affrontato da Raffaello: si tratta del suo più importante contributo alla formazione del nuovo ideale "classico" nella pittura romana.Nella sua composizione regnano infatti simmetria, centralità e ordine nella molteplicità. La basilica è decorata anche da enormi tarsie marmoree ottenute recuperando marmi pregiati (giallo antico, serpentino, porfido) da antichi monumenti romani, con un’operazione che è insieme antiquaria, archeologica e simbolica. Il ciclo di affreschi del transetto, eseguiti come fossero arazzi, narra invece le Storie di Costantino e di papa Silvestro (3) e fu dipinto dai migliori pittori attivi a Roma in quel tempo, come Giovanni Baglione (► p. 356) e Cristofano Roncalli detto il Pomarancio. Anche in questo caso gli artisti ricercano un'ideale misura classica, superando le artificiose e frammentarie figurazioni del tardo Cinquecento e perciò le composizioni diventano più unitarie e monumentali, facilmente leggibili e capaci di impressionare i fedeli.
GUIDA ALLO STUDIO
Roma e il Giubileo del 1600
- Celebrazione della vittoria sulla Riforma protestante
- Rinnovamento di chiese, cappelle, basiliche e palazzi
- Decorazione del transetto della Basilica di San Giovanni in Laterano
- Composizioni monumentali e di facile comprensione
Contesti d’arte - volume 2
Dal Gotico internazionale al Rococò