Gli ordini architettonici

5.5 Gli ordini architettonici

Nel tempio greco le forme, le dimensioni e le relazioni dei diversi elementi architettonici sono regolate da precisi rapporti matematici. Il codice di regole cui obbedisce l’organizzazione delle singole parti ci è stato tramandato dall’architetto romano Vitruvio (I secolo a.C.) nel suo trattato De architectura. Egli individua nel diametro della colonna il modulo matematico che regola la composizione generale; distingue inoltre i criteri stilistici con cui sono realizzati gli altri elementi architettonici e le loro decorazioni. Questo insieme di norme stilistiche e proporzionali si definisce ordine architettonico. Vitruvio ne individua tre: l’ordine dorico, ionico e corinzio.

L'ordine dorico

L’ordine dorico (15-17) trae il nome dalla stirpe dei Dori, insediatasi nel Peloponneso, dove nel corso del VII secolo a.C. nasce questo stile architettonico. Grazie alla seconda colonizzazione esso si diffonde poi nel Mediterraneo occidentale (in Magna Grecia e in Sicilia). I templi dorici sorgono su una crepidine a tre scalini. I fusti delle colonne presentano solitamente delle scanalature (solchi verticali), sono formati da rocchi, privi di base e rastremati verso l’alto, cioè il loro diametro si riduce progressivamente a partire dalla base. A circa un terzo dell’altezza i fusti presentano un leggero rigonfiamento, chiamato èntasi, che conferisce un effetto ottico di maggiore stabilità alla colonna stessa ( p. 90). Il capitello (16) è costituito da un echino a tronco di cono, sormontato da un abaco a forma di parallelepipedo. Il fregio si sviluppa lungo i quattro lati del colonnato ed è costituito dall’alternanza di mètope, lastre di forma quadrata o rettangolare originariamente dipinte e poi scolpite con figure, e trìglifi, lastre rettangolari scanalate. Gli elementi della trabeazione dorica traducono in pietra la struttura precedentemente lignea della copertura del tempio: la forma dei trìglifi deriva dalla terminazione di travi orizzontali, mentre quella delle mètope richiama le tavolette che chiudevano gli spazi vuoti tra una trave e l’altra; allo stesso modo, mùtuli e gùtte, rispettivamente al di sopra e al di sotto del fregio, ricordano precedenti listelli lignei.

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L'ordine ionico

L’ordine ionico (18-20) è così definito perché compare – verso la metà del VI secolo a.C. – nella fascia costiera dell’Asia Minore colonizzata dalla stirpe degli Ioni.
Rispetto al più pesante dorico, è slanciato e arioso, e anche meno rigidamente definito. Vitruvio, infatti, paragona il tempio dorico al corpo di un uomo e quello ionico, più raffinato e decorativo, al corpo di una donna.
Le colonne del tempio ionico sono più fittamente scanalate, più alte e slanciate di quelle doriche e prive di entasi. I fusti poggiano su una base di dimensioni variabili, ma sempre caratterizzata da modanature (sagomature decorative). Nel capitello ionico (19), elemento che più di ogni altro distingue quest’ordine, l’abaco si riduce a un sottile nastro decorato a ovoli, mentre l’echino disegna due grosse volute (riccioli) laterali, fra le quali vi è una fascia decorata anch’essa a ovoli.
Il fregio corre sui quattro lati del colonnato ed è continuo, cioè non più caratterizzato dall’alternanza di trìglifi e mètope ma decorato a rilievo in ogni sua parte. L’architrave è tripartito, cioè scandito da tre fasce progressivamente aggettanti (sporgenti); mentre una fascia dentellata separa il fregio dalla cornice del frontone, che non è decorato.

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L'ordine corinzio

L’ordine corinzio (21-23) nasce alla fine del V secolo a.C. come variante di quello ionico, raggiungendo la sua massima diffusione in Età Ellenistica (323-31 a.C.). Il nome deriva, secondo Vitruvio, dal suo inventore, l’architetto Callimaco di Corinto.
Le colonne, scanalate e poggiate su una base modanata come quelle ioniche, hanno un capitello estremamente ornato (22), con l’echino avvolto da una doppia fila di foglie d’acànto stilizzate. L’abaco è liscio, con i lati svasati verso l’alto.
Il fregio è continuo e il frontone, come nell’ordine ionico, non è decorato.
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Contesti d’arte - volume 1
Contesti d’arte - volume 1
Dalla Preistoria al Gotico