La porta dedicata a Ishtar, dea dell’amore e della guerra, fa parte della doppia cinta muraria eretta per volere del re Nabucodonosor II attorno alla città di Babilonia nel 575 a.C. circa. Le mura perimetrali comprendevano torri, situate a una distanza di diciotto metri l’una dall’altra, e otto porte. Ogni varco era dedicato a una divinità diversa, e quella di Ishtar è sicuramente la più famosa: rappresentava l’ingresso più importante alla città e immetteva sulla strada principale, la “via delle Processioni”, che conduceva al tempio dedicato a Marduk, dio del tempo, sovrano di tutti gli dei.
Gli scavi dell’antica città furono condotti dall’archeologo tedesco Robert Johann Koldewey (1855-1925) a partire dal 1897. A lui si deve il ritrovamento della porta, cui seguì il delicato lavoro di smantellamento; ciò fu possibile grazie a un abbassamento momentaneo del livello dell’Eufrate, in seguito al crollo di una diga. La porta venne ricostruita nel Pergamonmuseum di Berlino nel 1930, ma altri frammenti si trovano al Museo del Louvre di Parigi e nelle collezioni dei musei archeologici di Baghdad e Istanbul.