Ottone II in trono
Proviene da un manoscritto commissionato attorno al 984 da Egberto, vescovo di Treviri (Trier in tedesco), la raffigurazione di Ottone II in trono attorniato dalle Province dell’Impero (15). L’imperatore, presentato frontalmente in una posa tipica degli ultimi imperatori romani e poi di quelli bizantini e dei personaggi sacri, siede sotto un baldacchino e impugna lo scettro e un globo. Ottone è attorniato da quattro figure femminili di dimensioni ridotte, a significare la loro minore importanza: sono le personificazioni della Germania, dell’Alemannia (regione che comprendeva parte delle attuali Francia, Germania, Svizzera e Austria), della Francia e dell’Italia. L’architettura del baldacchino, sorretto da colonne con capitelli corinzi, rivela aspetti classici secondo le tendenze dell’epoca; la sua rappresentazione rende solo in parte l’effetto della terza dimensione: manca addirittura la quarta colonna, che dovrebbe trovarsi a sinistra dietro le spalle del sovrano. Il codice cui apparteneva il foglio, ora staccato, si chiama Registrum Gregorii perché contiene le lettere del papa Gregorio I (590-604): da questo titolo è tratto il nome con cui è conosciuto il miniatore che l’ha decorato, detto appunto Maestro del Registrum Gregorii. Come in altri casi in cui non si conosce l’identità di un artista ma si riesce a ricostruire la sua fisionomia stilistica e ad attribuirgli un gruppo di opere, i critici hanno adottato una denominazione convenzionale per identificarlo.