CONFRONTI E INFLUENZE - Mosaici di San Lorenzo e Santa Pudenziana

CONFRONTI E INFLUENZE

Mosaici di San Lorenzo a Milano e Santa Pudenziana a Roma

Cristo e gli apostoli (Traditio legis)

  • fine del IV secolo
  • mosaico
  • Milano, Basilica di San Lorenzo, sacello di Sant’Aquilino


Cristo come sole

  • fine del IV secolo
  • mosaico
  • Milano, Basilica di San Lorenzo, sacello di Sant’Aquilino

Cristo e gli apostoli e Cristo come sole

Alla Basilica di San Lorenzo a Milano sono annessi tre sacelli (piccoli ambienti sacri) a pianta ottagonale. Uno di questi, dedicato a sant’Aquilino, fu costruito come mausoleo imperiale ed è decorato da mosaici che risalgono alla fine del IV secolo.
In quello meglio conservato è raffigurata la Traditio legis: Cristo appare senza barba e gli apostoli sono vestiti come dignitari o filosofi antichi; alla base della composizione scorre un fiume.
Un altro mosaico absidale del sacello, conservato solo parzialmente, raffigurava Cristo come sole; nella parte inferiore si vedono alcuni pastori.
Nei due mosaici si notano elementi classici nell’aspetto dei personaggi e nei motivi iconografici legati alla tradizione romana, oltre a spunti naturalistici nella raffigurazione del fiume e dei campi con i pastori. Il Cristo imberbe deriva dalle raffigurazioni di giovani divinità pagane e allude a una condizione di eterna giovinezza.
Nello stesso tempo, si ricorre allo sfondo dorato, che rinvia a una realtà ultraterrena. Nel corso del Medioevo l’oro sarà la soluzione più adottata negli sfondi dei mosaici e delle pitture su tavola, contribuendo a creare una visione dello spazio impostata su due dimensioni.

Cristo in trono, gli evangelisti, gli apostoli e le due Chiese

  • inizio del V secolo
  • mosaico
  • Roma, Basilica di Santa Pudenziana

Cristo in trono

Nell’abside della Chiesa di Santa Pudenziana a Roma compare una raffigurazione complessa, risalente agli inizi del V secolo, ma alterata nel corso dei secoli da pesanti rifacimenti e restauri arbitrari. Cristo è raffigurato con la barba, secondo un’iconografia di probabile origine orientale e destinata a un durevole successo. Nel cielo, attorno a una croce gemmata, compaiono i simboli alati dei quattro evangelisti: a sinistra Matteo (l’uomo) e Marco (il leone), a destra Luca (il toro) e Giovanni (l’aquila). Tra gli apostoli presenti nella zona inferiore spiccano Pietro e Paolo, incoronati rispettivamente dalla Ecclesia ex circumcisione (la Chiesa derivata dalla matrice ebraica) e da quella ex gentibus (frutto della conversione dei pagani, propugnata dallo stesso Paolo). Le due personificazioni della Chiesa resteranno piuttosto rare, mentre i simboli degli evangelisti e le figure di Pietro e Paolo avranno grande fortuna nella tradizione iconografica cristiana.

Le ragioni del confronto

I due mosaici ci permettono, da un lato, di osservare lo sviluppo dell’iconografia nei primi secoli del Cristianesimo, dall’altro di cogliere i debiti nei confronti della tradizione greco-romana. Dal IV secolo in poi alle descrizioni “indirette” del Cristo, come agnello o come “buon pastore”, vanno via via sostituendosi raffigurazioni esplicite della sua persona, come si osserva nelle opere qui analizzate. Inoltre, nelle due descrizioni possiamo riconoscere i modelli della tradizione antica: nel Cristo con la barba della Basilica di Santa Pudenziana si scorge il riferimento alla tipologia figurativa del filosofo, che incarna l’idea del saggio testimone della divinità, mentre il fanciullo imberbe di San Lorenzo a Milano ricorda un giovane dio pagano, anche se secondo alcuni studiosi la giovinezza deve essere interpretata piuttosto come manifestazione di eternità.

Contesti d’arte - volume 1
Contesti d’arte - volume 1
Dalla Preistoria al Gotico