Le grandi opere da Diocleziano a Costantino

11.1 Le grandi opere da Diocleziano a Costantino

Nonostante la perdita del rango di capitale e il venir meno del primato giuridico sulle province, dovuti all’istituzione della tetrarchia, a Roma continuano a essere erette opere grandiose: magnificenza, ricchezza ed espressione di un immenso potere sono le caratteristiche delle nuove costruzioni volute dai tetrarchi, che si rifanno a tradizioni architettoniche precedenti superandole in dimensioni e in sfarzo.

Le Terme di Diocleziano

Tra il 298 e il 306 Diocleziano fa costruire a Roma un complesso termale sul modello delle Terme di Traiano e di Caracalla, ma ancora più sfarzoso: si tratta delle più grandi terme mai costruite nel mondo romano e anche, in assoluto, il più imponente edificio della città. Il complesso occupava originariamente un’area di 380 metri di lunghezza per 370 metri di larghezza e si estendeva in una delle zone più densamente popolate della città (2). L’edificio delle terme vero e proprio sorgeva al centro di un enorme recinto quadrangolare (1), con un’esedra su uno dei lati lunghi (corrispondente all’attuale colonnato di piazza della Repubblica) e con varie rotonde e altri edifici lungo il perimetro. Il nucleo centrale era dell’ormai consueto tipo assiale, con la successione natatio, frigidarium, tepidarium, calidarium. La grande sala basilicale del frigidarium era affiancata da altri ambienti disposti simmetricamente rispetto all’asse centrale, sino ad arrivare alle due grandi palestre. Le grandiose dimensioni della parte centrale del complesso sono ancora oggi percepibili se si osservano i resti delle volte tuttora esistenti (3). Solo l’immaginazione può invece dare l’idea dello sfarzo con cui gli ambienti dell’intero stabilimento termale erano ornati.
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Il Palazzo di Diocleziano a Spalato

Uno degli edifici più imponenti edificati fuori Roma nel periodo della tetrarchia è il palazzo fatto costruire da Diocleziano, tra il 300 e il 305 d.C. circa, sulla costa adriatica dell’Illiria (nell’attuale Croazia), la regione di cui egli era originario.
Il palazzo doveva apparire una via di mezzo tra una città fortificata e una sfarzosa dimora imperiale (4): aveva la pianta tipica dell’accampamento militare romano, con quattro poderose torri quadrate agli angoli della cinta muraria e, all’interno, due strade perpendicolari che si intersecavano (5). Al punto d’incontro tra la cinta muraria e gli assi viari principali si aprivano le quattro porte, di cui tre affiancate da torri a base ottagonale: la Porta Aurea a nord, la Porta Argentea a est, la Porta Ferrea a ovest, e la Porta Aenea o Bronzea a sud, verso il mare. Ouest’ultima era priva delle torri ottagonali: il lato meridionale non era infatti difeso dalla cinta muraria, essendo affacciato sul mare. Le mura, costruite con blocchi squadrati, erano alte 18 metri e spesse 2; misuravano circa 215 metri sui lati lunghi e circa 180 su quelli corti. Lungo il perimetro, alle torri ottagonali delle porte si alternavano torri quadrate.
All’interno, il cardo e il decumano erano vie colonnate, sull’esempio delle grandi città dell’Oriente, e delimitavano quattro quartieri. Di questi, i due più settentrionali, più lontani dal mare, erano incentrati su grandi peristili e servivano alla scorta e al personale di servizio. I due settori meridionali erano ulteriormente divisi in due fasce in senso est-ovest: la fascia prospiciente il mare era destinata agli appartamenti residenziali e si apriva verso l’esterno con un grande loggiato a semicolonne che sorreggevano archi; nella fascia compresa tra il settore residenziale e la via corrispondente al decumano si fronteggiavano invece il piazzale del tempio dedicato a Giove, dio tutelare dell’imperatore, e il mausoleo ottagonale, destinato a contenere le spoglie dell’imperatore. Le tre parti – tempio, mausoleo e residenza – erano collegate da uno sfarzoso peristilio (6), che occupava una parte della via colonnata ed era dominato a sud da una statua di Diocleziano. Attraverso questo porticato si accedeva a un vano a base circolare coperto da una cupola e, a seguire, a un vano rettangolare con colonne che fungeva da vestibolo d’accesso agli appartamenti privati.
Nel loro insieme, questi edifici costituiscono l’espressione concreta dell’unità di divinità e regalità, ormai pienamente affermatasi nell’ideologia imperiale. Pochi anni dopo, uno schema simile comparirà nel Palazzo di Tessalonica di Galerio; sarà inoltre uno dei modelli del Palazzo imperiale di Costantinopoli.

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La Basilica di Massenzio

L’ultima e più grande delle basiliche civili è quella iniziata da Massenzio – imperatore tra il 306 e il 312 d.C. – e terminata da Costantino. Costruita tra il Foro e l’area del Colosseo per ospitare l’attività giudiziaria, la basilica era un enorme edificio lungo 100 metri e largo 65, a tre navate, di cui quella centrale, la più larga, era coperta da volte a crociera e raggiungeva 35 metri di altezza. Oggi rimane solo la navata settentrionale (7), tanto maestosa da far intuire le dimensioni complessive dell’edificio. Sull’esempio delle basiliche termali, era completamente rivestita di marmi policromi, con colonne di quasi 15 metri. Originariamente l’ingresso era sul lato corto orientale, preceduto da una scalinata; il lato opposto si ampliava in una grande abside. L’impianto fu poi modificato con ingresso sul lato lungo meridionale e una nuova grande abside in corrispondenza a esso sul lato settentrionale (8).

Testa colossale di Costantino

Nella prima abside della basilica fu collocata, ai tempi di Massenzio, la statua colossale dell’imperatore, poi trasformata in statua di Costantino (9), della quale sono stati rinvenuti alcuni frammenti, fra cui una mano, un piede e la testa, che da sola raggiunge i 2,60 metri di altezza. Le dimensioni colossali della statua sono un segnale della definitiva presa di distanza dal naturalismo in favore di un’immagine più astratta e ieratica dell’imperatore.
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L'Arco di Costantino

Dopo aver sconfitto Massenzio nella battaglia di Ponte Milvio del 312 d.C. e aver ottenuto il potere imperiale, Costantino fa erigere nei pressi del Colosseo un maestoso arco (10) che costituisce una sorta di fondale alla via delle processioni trionfali, per chi giungeva da sud, e una simbolica porta d’accesso all’Anfiteatro Flavio e alla zona dei Fori imperiali. Inaugurato nel 315 e conservatosi fino a oggi, l’arco riunisce rilievi provenienti da monumenti onorari precedenti. Secondo molti studiosi non si tratta di una semplice operazione di recupero, quanto della volontà di dimostrare come la Roma di Costantino si basi sul ripristino delle antiche e gloriose tradizioni. Non è un caso che si attinga ai monumenti degli imperatori che più hanno segnato la storia dell’impero: Traiano, Adriano e Marco Aurelio.
L’arco ha una struttura a tre fornici ed è alto circa 21 metri per 26 di larghezza (11). Sulle facce principali e sui lati si alternano i rilievi di diverse epoche (traianea, adrianea, aureliana e, infine, costantiniana), seguendo schemi simmetrici che formano, nell’attento accostamento di episodi della storia dell’Impero, un racconto in un certo modo unitario. L’opera offre anche un interessante panorama del linguaggio della propaganda imperiale sviluppatosi nel corso di più di due secoli.
Le decorazioni di epoca costantiniana (1-12) sono il lungo fregio, che passa al di sopra dei fornici laterali, continuando sui lati brevi; i due tondi dei lati brevi, con il Sole e la Luna; la serie di figure allegoriche minori (come le Vittorie) che riempiono gli spazi restanti, dai plinti delle colonne ai pennacchi e alle chiavi d'arco dei fornici.
Il fregio è diviso in sei pannelli e costituisce una sorta di resoconto della vittoria dell'imperatore nella guerra civile e del governo della città pacificata, che comprende il discorso di Costantino dalla tribuna dei Rostri (12).
Sullo sfondo si distinguono i monumenti del Foro romano: in primo piano la tribuna dei Rostri, inquadrata simmetricamente dalle statue di due imperatori seduti; al centro la grande figura di Costantino, affiancato dalla sua corte, da togati e dal popolo festante, rappresentato da tante figure accostate per suggerire la moltitudine, come indicato dalla seconda fila di teste. Frontalità, posizione centrale del protagonista, forte simbolismo e gerarchia nella disposizione delle figure caratterizzano un nuovo modo di esprimere il potere imperiale.
Dell'epoca di Traiano (13-24), oltre alle lastre con scene di battaglia e di trionfo, sono anche le otto statue di prigionieri daci poste sopra le colonne delle fronti, staccate dal corpo del monumento, a simboleggiare le conquiste territoriali di Roma nelle province.
Gli otto tondi adrianei (25-32), posti a coppie sopra ciascun fornice minore, presentano scene di caccia e di sacrifici alle divinità in cui il volto dell'imperatore è riadattato a effigiare Costantino (13).
Gli otto pannelli di età aureliana (33-40) posti sull'attico, infine, rappresentano episodi di guerra ed esaltano le virtù dell'imperatore (14).

CONFRONTI E INFLUENZE

Questo rilievo, che fa parte della decorazione scultorea con scene di trionfo dell’Arco di Settimio Severo a Leptis Magna, costituisce un’interessante testimonianza del linguaggio affermatosi nelle province dell’Impero. Le caratteristiche sono quelle dell’arte plebea che ha come intenzione principale quella di veicolare un messaggio: qui, come nel fregio dell’Arco di Costantino, le descrizioni sono pensate per esaltare l’autorità del sovrano. L’imperatore, e il figlio Caracalla, sono posti frontalmente, al centro di una piccola folla che rivolge a loro la propria attenzione, secondo una convenzione attribuita alla descrizione della divinità.
Il confronto tra queste opere, lontane geograficamente e cronologicamente, dimostra l’esistenza di formule compositive consolidate, che non deve essere interpretata come una mancanza d’inventiva, quanto piuttosto come rispondente all’esigenza di rendere immediatamente riconoscibile la figura dell’imperatore.

GUIDA ALLO STUDIO
Le grandi opere di Roma nella tarda antichità

Terme di Diocleziano

  • Dimensioni maestose
  • Decorazioni sfarzose

Palazzo di Diocleziano

  • Dimora imperiale imponente
  • Espressione del connubio tra divino e regale

Basilica di Massenzio

  • Sede dell’attività giudiziaria
  • Rivestimento in marmo policromo

Arco di Costantino

  • Strumento di propaganda imperiale
  • Decorazioni a rilievo

Contesti d’arte - volume 1
Contesti d’arte - volume 1
Dalla Preistoria al Gotico