Gli archi trionfali

10.6 Gli archi trionfali

Nel corso della storia romana, alla funzione strutturale e architettonica dell’arco si affianca una funzione celebrativa.
L’arco onorario nasce per rappresentare simbolicamente un ingresso – l’ingresso in città era il momento più significativo del ritorno del comandante vittorioso a Roma –, e riprende la forma delle porte urbane a fornice, cioè appunto sormontate da un arco, comuni soprattutto nelle città dell’Italia centrale.
Gli archi onorari e trionfali sono però chiaramente distinti dalle porte monumentali; non tanto per la struttura, e neppure per il fatto che l’edificio si trovi inserito in una cinta muraria o isolato sui quattro lati, quanto piuttosto per lo scopo per cui sono edificati: l’arco di trionfo è dedicato a un personaggio illustre, ne reca le statue o le insegne e ne celebra le gesta.

Arco di Augusto a Rimini

Al tempo di Augusto viene introdotta una sorta di porta onoraria, che separa il foro dalla sua via di accesso o segna la fine di una grande strada. Tra gli esempi più antichi rimasti c’è l’Arco di Rimini (36), dedicato all’imperatore nel 27 a.C. Posto nel punto in cui la via Flaminia, proveniente da Roma, confluiva nel decumano massimo della città, si trovava sulla linea delle mura, sembrando, nella sua semplicità, una porta urbana, anche se in realtà era priva di chiusura. L’arco, a unico fornice centrale e fiancheggiato da due semicolonne con capitelli corinzi, era destinato a sorreggere una grande quadriga in bronzo condotta dallo stesso Augusto.

Arco di Augusto ad Aosta

Nettamente separato dalla cinta muraria era invece l’Arco di Augusto ad Aosta (37), edificato nel 25 a.C. in occasione della vittoria dei Romani sui Salassi, abitanti della regione. Situato lungo la strada che attraversa le Alpi, appena fuori dalla porta principale della città, è di struttura molto semplice, con un unico fornice tra due piloni inquadrati agli spigoli da semicolonne corinzie, che sorreggono un architrave e fregio dorico con metope e triglifi. Sopra il fregio c’era in origine un grande attico, smontato nel Settecento perché pericolante.

Arco di Tito

Il più antico degli archi onorari rimasti a Roma è l’Arco di Tito (38), all’ingresso orientale del Foro. Celebrava il trionfo dell’imperatore dopo la conquista di Gerusalemme del 70 d.C. (Prima guerra giudaica), e può dunque essere chiamato "trionfale" in senso proprio. Secondo l’iscrizione sull’attico, è dedicato dal Senato a "Titus divus": è stato dunque completato dopo la sua morte (avvenuta nell’81 d.C.), giacché il titolo di divus era attribuito con l’apoteosi (divinizzazione) celebrata dopo il decesso dell’imperatore. Come gli archi augustei ha un solo fornice, ma rispetto a quelli è di struttura più robusta. È costruito con uno zoccolo in travertino, un nucleo interno in opera cementizia e un paramento esterno in marmo. Sulle due fronti il fornice è inquadrato da semicolonne con capitelli compositi, che sorreggono una trabeazione ornata da un altorilievo con figure molto aggettanti. Vi è rappresentata una scena di sacrificio, nella tradizione del piccolo fregio dell’altare dell’Ara Pacis ma anche, per la disposizione delle figure secondo proporzioni gerarchiche, del fregio dell’Arco di Susa. All’interno del fornice (intradosso), tra i ricchi cassettoni della volta, vi è una formella con Tito divinizzato e portato in cielo da un’aquila. Sui due lati, altrettanti pannelli celebrano il trionfo di Tito sui Giudei.

Arco di Traiano

A Benevento, nel 114 d.C., viene eretto un grande arco (39) per celebrare l’inaugurazione della nuova via Appia Traiana, che da Benevento porta a Brindisi. Si tratta anche in questo caso di un arco a unico fornice, con semicolonne composite e iscrizione al centro dell’attico. A differenza di quello di Tito, qui la decorazione invade in modo massiccio la superficie dell’arco, che diviene quasi una sorta di supporto per rilievi celebrativi. I bassorilievi presenti sui larghi piloni sono suddivisi in quattro registri di altezze differenti. I pannelli rivolti verso la città raffigurano le opere di pace di Traiano (scene di arrivo dell’imperatore, sacrifici, donazioni) e le virtù imperiali, come, per esempio, la pietas, rappresentata simbolicamente da due Vittorie tauroctone, cioè Vittorie nell’atto di sacrificare due tori (40); sui pannelli del lato esterno, quello che dà verso la campagna, compaiono invece scene militari o di opere in favore delle province (concessione della cittadinanza, deduzione di colonie, riorganizzazione della Dacia). Un fregio a rilievo molto alto con scene trionfali corre sopra gli architravi. All’interno del fornice sono rappresentate scene legate alla presenza di Traiano a Benevento, come l’istituzione dei prestiti dello Stato ai piccoli agricoltori – l’institutio alimentaria – che prevedeva, tra l’altro, che gli interessi venissero destinati al mantenimento e all’educazione dei figli (41).
GUIDA ALLO STUDIO
Gli archi trionfali
  • Ingresso alle città
  • Celebrazione delle gesta e dei trionfi dell’imperatore
  • Fornice unico
  • Semicolonne in stile dorico e corinzio

Contesti d’arte - volume 1
Contesti d’arte - volume 1
Dalla Preistoria al Gotico