ANALISI D'OPERA - Tomba del tuffatore

Analisi D'opera

Tomba del tuffatore

  • 480-470 a.C.
  • lastra di copertura
  • affresco, 98x194 cm
  • Paestum, Museo Archeologico Nazionale

Nel 1968 è stata rinvenuta a Paestum, antica colonia greca in Campania, una tomba a cassa, cioè formata da lastre di pietra calcarea, che presenta una decorazione dipinta. Si tratta di uno dei rari esempi di pittura greca del periodo classico. La presenza al suo interno di una ceramica databile con sicurezza al 480 a.C. consente di collocare cronologicamente la tomba attorno agli stessi anni.

Descrizione

Le lastre presentano tutte una decorazione realizzata ad affresco, e rappresentano scene di banchetto e di commiato. Nella lastra di copertura è descritto il soggetto che dà il nome alla tomba: un uomo che si tuffa da un alto trampolino. La descrizione è assolutamente efficace ed essenziale, mancano elementi accessori o decorativi (tipici della coeva pittura italica ed etrusca), le figure occupano lo spazio in modo convincente e le loro pose suggeriscono un effetto di profondità (nella scena del banchetto un personaggio regge la coppa davanti al petto). La gestualità, la varietà delle pose e delle espressioni, così come la cura per la descrizione anatomica, hanno indotto gli studiosi ad attribuire l’opera a un artista greco attivo in Italia.

Forma, funzioni e idee

I soggetti si legano strettamente al tema della morte e alla destinazione dell’opera, le raffigurazioni non devono essere interpretate in modo letterale. Il tema del convito compare spesso nelle pitture murali delle tombe e si riferisce all’usanza di organizzare banchetti per rendere omaggio al defunto, mentre l’iniziale interpretazione della scena del tuffo, come un riferimento alla vita del defunto (alla sua attività agonistica), è stata scartata in favore di una lettura simbolica: la descrizione del passaggio dalla vita alla morte.
Lo specchio d’acqua sottostante deve essere indentificato con Okeanos, il grande fiume che, secondo la tradizione, abbraccia con nove parti delle sue acque il mondo, mentre la decima se ne separa e forma lo Stige (uno dei fiumi presenti negli Inferi). Anche il trampolino è stato interpretato da alcuni studiosi come una costruzione che segna la fine della Terra, il confine del mondo.
L’immagine può inoltre essere messa in relazione a un cambio di mentalità. A partire dal V secolo l’idea negativa che i Greci avevano della morte va mutando: si diffonde la convinzione che la vita continui dopo la morte. La stessa “positività” viene espressa anche da Platone, che definisce il trapasso come la “liberazione dell’anima”.

Contesti d’arte - volume 1
Contesti d’arte - volume 1
Dalla Preistoria al Gotico