CONFRONTI E INFLUENZE - Due Amazzoni

CONFRONTI E INFLUENZE

Due Amazzoni

Policleto

Amazzone ferita

  • 440 a.C. ca.
  • marmo, h 202 cm. Copia da originale in bronzo
  • Roma, Musei Capitolini

Fidia

Amazzone ferita

  • 440 a.C. ca.
  • marmo, h 197 cm. Copia da originale in bronzo
  • Roma, Musei Capitolini

Lo storico latino Plinio racconta che intorno al 440 a.C. si svolse a Efeso una gara per la realizzazione di una statua, raffigurante un’Amazzone, da collocare nel tempio dedicato alla dea Artemide. Alla competizione parteciparono sia Policleto sia Fidia. Il vincitore fu il primo: autore di una statua di cui ci rimangono solo copie marmoree romane e che rifletteva in gran parte le regole proposte nel Doriforo (quindi considerata una sorta di versione femminile di quell’opera).

Descrizione 

Nell’Amazzone di Policleto ritroviamo quindi l’applicazione del canone e la ponderazione della posa: ha il braccio destro sollevato, che forse in origine teneva la lancia sulla quale la figura si appoggiava, mentre la mano sinistra scosta il lembo del panneggio per scoprire la ferita, che la guerriera guarda volgendo leggermente la testa verso il fianco.
L’Amazzone di Fidia mostra invece una posa più decisa e originale: avanza reggendo con entrambe le mani l’arco e mostrando la gamba sinistra piegata in avanti; il chitone, il cui lembo è appuntato alla cintura, lascia scoperta la coscia su cui è la ferita. Anche in questo caso il braccio destro è sollevato, ma qui compie un’ampia curva sulla testa per cercare l’appoggio dell’arco, su cui fa forza anche l’altro braccio. Sul fianco sinistro è appoggiata la faretra, mentre l’elmo si trova accanto al piede.

Le ragioni del confronto

Le due statue rappresentano lo stesso soggetto e furono realizzate negli stessi anni; risulta dunque particolarmente interessante confrontare le diverse soluzioni che i due protagonisti del periodo classico adottarono. È soprattutto nella posa del braccio destro che sta la differenza maggiore. La soluzione scelta da Fidia ci appare, già a colpo d’occhio, più evidente e complessa. Si tratta di una posa nuova che sembra rompere gli equilibri della tradizione.
Anche nella resa del panneggio ci sono delle differenze, in particolare emerge il gusto di Fidia per la descrizione chiaroscurale: una fitta trama di pieghe sottili si adattano morbide al corpo come un panno bagnato, una soluzione che ritroveremo anche nella decorazione scultorea del Partenone. Fidia, per la sua capacità inventiva, divenne un punto di riferimento imprescindibile per gli scultori delle generazioni successive.

Contesti d’arte - volume 1
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Dalla Preistoria al Gotico