Unità 6 La Grecia classica

Le coordinate dell’arte

L’affermazione della democrazia e lo stile severo 

In seguito alla vittoria sui Persiani, Sparta e Atene organizzano due diversi e contrapposti sistemi di alleanze: la Lega peloponnesiaca, guidata da Sparta, e la Lega delio-attica, costituitasi sotto la supremazia di Atene. Quest’ultima accentra su di sé un notevole potere, inaugura una politica imperialistica – arrivando a estendere il suo dominio su tutta la Grecia centrale, le città costiere di Tracia e le Cicladi – e incamera enormi ricchezze, derivanti dal controllo delle rotte commerciali e dai pesanti tributi imposti agli alleati. La sua politica interna è caratterizzata dallo scontro tra lo schieramento democratico e la fazione oligarchica filo-spartana. Opera simbolo di questo periodo sono i Tirannicidi di Kritios e Nesiotes (► pp. 114-115), un gruppo scultoreo che rappresenta la lotta contro la tirannide e l’orgogliosa affermazione del principio democratico. Siamo in un momento immediatamente precedente all’arte classica, denominato stile severo, caratterizzato dal superamento nella statuaria delle formule arcaiche, legate al potere aristocratico, e dalla ricerca di un maggior naturalismo che trova un’interessante corrispondenza cronologica con il percorso di affermazione del regime democratico.

L’età classica 

Durante l’età classica (V-IV secolo a.C.), che convenzionalmente ha inizio con la fine delle Guerre persiane, la città di Atene si impone come guida politica e riferimento culturale per tutte le póleis. Dal 461 al 429 a.C., Pericle consolida l’ordinamento democratico, avviato da Clistene nel 510 a.C., e si fa promotore di un’intensa attività artistica: la città è concepita come un monumento all’affermazione della propria identità. Le vittorie sui Persiani hanno risvegliato l’orgoglio delle póleis e molti artisti, provenienti da tutto il mondo greco, contribuiscono a questa impresa; primo tra tutti Fidia, il grande scultore e architetto, cui è affidata la progettazione e la decorazione scultorea del tempio dedicato alla dea protettrice della città, Atena Parthénos, il Partenone.
Non sono solo le arti figurative e monumentali a godere di una stagione di straordinaria fioritura, importanti novità si registrano anche in altri ambiti della cultura.
Il teatro è una delle espressioni più significative del mondo greco, che lo considera un’esperienza importante e non semplicemente un momento di puro divertimento e svago. Assistendo a spettacoli che raccontano i problemi dell’uomo e della società, lo spettatore prende parte a un rito collettivo che vuole avere, prima di tutto, un’importante valenza educativa. Lo Stato finanzia e sostiene il teatro, con il concorso anche dei cittadini più ricchi, e ne promuove la partecipazione da parte di tutti gli uomini liberi (a eccezione degli schiavi, esclusi anche dalle assemblee politiche). Per le donne non è previsto un divieto, ma è comunque considerato poco decoroso per loro partecipare alle rappresentazioni.
Anche il pensiero filosofico presenta caratteri nuovi: la ricerca di Socrate, trasmessa dal suo discepolo Platone, riguarda i problemi dell’etica e della ricerca del bene (quindi si interroga su quale debba essere l’agire dell’uomo nel mondo), mentre i sofisti (che praticano la retorica, ovvero l’arte di saper esporre e argomentare le proprie tesi) indagano i temi della conoscenza e del ruolo dell’uomo nel mondo. La tesi di Protagora, per esempio, secondo cui «l’uomo è misura di tutte le cose», conferma la centralità dell’uomo nella cultura greca e trova corrispondenza con la coeva ricerca artistica.
L’arte classica, e la statuaria in particolare, si concentra sulla rappresentazione della figura umana avviata in età arcaica. Esattamente come la filosofia del periodo, non si tratta dell’indagine sull’uomo inteso come singolo individuo (la caratterizzazione fisionomica e il genere del ritratto si affermeranno solo successivamente), ma sull’idea di uomo, l’unico essere dotato di razionalità, la cui perfezione si esprime attraverso la bellezza del corpo, a cui necessariamente corrisponde una “bellezza” morale, secondo l’antico principio della kalokagathìa (il corpo per i greci è lo specchio dell’anima, deve esistere dunque una identità tra virtù e bellezza).
Le influenze della scuola pitagorica continuano a farsi sentire. Una recente ipotesi attribuisce a un pitagorico del V secolo, piuttosto che allo scultore Policleto, il Canone, il celebre trattato secondo il quale la bellezza ideale di un corpo può essere raggiunta, in arte, attraverso l’individuazione di un modulo (misura base) e l’applicazione di rapporti matematici e proporzionali che creano una rete di corrispondenze tra le parti e il tutto (principio che Pitagora chiamava táxis). L’idea dunque che la bellezza risieda nell’ordine, nella simmetria e nelle proporzioni (concetto che si trova espresso anche negli scritti di Platone e Aristotele) continua a essere un principio forte dell’arte greca.

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IL TEMPO
LE OPERE
550 a.C. ca. Si costituisce la Lega peloponnesiaca    
V secolo a.C.
490-478 a.C. Guerre persiane
480 ca.-450 a.C. Stile severo
478-477 a.C. Si costituisce la Lega delio-attica
478-474 a.C.   Auriga di Delfi
477-476 a.C.   Kritios e Nesiotes, Tirannicidi
461-429 a.C. Governo di Pericle  
460 a.C.   Zeus o Poseidone di Capo Artemision  
460-430 a.C.
Bronzi di Riace  
450 a.C. ca. Mirone, Discobolo
450 ca.-400 a.C. Arte classica
450 a.C. ca.   Policleto, Doriforo  
447-432 a.C.   Partenone
435 a.C.   Fidia e Policleto, Amazzoni  
431-404 a.C. Guerra del Peloponneso    
404-403 a.C. Regime dei Trenta tiranni ad Atene    
IV secolo a.C.
400 ca.-323 a.C. Tardo periodo classico
399 a.C. Morte di Socrate    
371-362 a.C. Breve egemonia di Tebe    
360 a.C. Prassitele, Afrodite Cnidia
350 a.C. ca.   Teatro di Epidauro  
347 a.C. Morte di Platone
 
338 a.C. Battaglia di Cheronea: Filippo II sconfigge le póleis    
330 a.C.   Skopas, Menade
330-320 a.C.   Leochares, Apollo del Belvedere
323 a.C. Morte di Alessandro Magno  
322 a.C. Morte di Aristotele    
320 a.C.   Lisippo, Apoxyómenos
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Classico, una categoria estetica 

L’arte della seconda metà del V secolo a.C., oltre a costituire un momento fondamentale nella storia dell’arte greca, viene progressivamente percepita come espressione di un livello di perfezione irripetibile, arrivando a imporsi, successivamente, come modello assoluto per la cultura occidentale. Il termine – in latino classicus è il cittadino appartenente alla classe sociale più elevata – esprime l’eccellenza e in arte designa quelle opere che presentano caratteristiche di perfezione, armonia ed equilibrio. Si tratta dunque di un’elaborazione posteriore legata alla ricezione, al giudizio delle generazioni successive. Già gli artisti del IV secolo a.C., pur non utilizzando questo termine, consideravano le opere di quel periodo come modelli da imitare e analizzare (Lisippo era solito dire che il suo maestro era stato il Doriforo).
È importante ricordare però che la conoscenza che abbiamo dell’arte greca è in realtà mediata, indiretta: molti degli originali realizzati in bronzo sono andati persi e una parte importante dei capolavori ci è nota solo attraverso copie di epoca romana (utili inoltre per comprendere il successo e la fortuna di un’opera). Anche per la pittura – giunta sino a noi in pochi frammenti, sebbene fosse estremamente diffusa e apprezzata, come testimoniano le fonti letterarie – dobbiamo affidarci in gran parte alla mediazione della ceramica o dei mosaici di età romana che ne replicano lo stile.

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La guerra del Peloponneso e il Tardo classicismo 

La politica espansionistica e aggressiva inaugurata da Atene portò inevitabilmente a forti tensioni con Sparta. Nel 431 a.C. ha avvio la cosiddetta guerra del Peloponneso: Atene è posta sotto assedio (durante il quale perde la vita anche Pericle), e le città della Grecia si trovano così coinvolte in un lungo conflitto, destinato a protrarsi per quasi trent’anni. Nel 404 a.C. Sparta sconfigge definitivamente gli Ateniesi, imponendo durissime condizioni di pace: viene istituito il governo dei cosiddetti Trenta tiranni, che regnarono sulla città in un clima di tensione e persecuzione. Nel 399 a.C. viene condannato a morte Socrate, accusato di essere una minaccia per le virtù morali dei giovani e per l’ordine tradizionale (egli non credeva agli dèi della città e introduceva nuovi culti). Il dominio di Sparta tuttavia non è destinato a durare e, in seguito a nuovi conflitti, sarà Tebe a esercitare per qualche tempo la propria egemonia.
La complessiva debolezza delle póleis greche, dovuta ai continui scontri e alla mancanza di una guida vera e propria, apre la strada alla dominazione straniera: Filippo II, re di Macedonia, con la battaglia di Cheronea (338 a.C.) sottomette il mondo greco.

Forma, funzioni e idee

Fondamentale nell’età classica è la figura umana: la sua descrizione abbandona progressivamente le semplificazioni e le astrazioni che avevano caratterizzato la produzione di età arcaica, per assumere un’immagine più aderente al reale. Attraverso l’osservazione e l’imitazione della natura (in greco mìmesis, un principio espresso anche da Aristotele), gli artisti giungono a conferire alle proprie opere un aspetto decisamente naturalistico. Della natura però vengono selezionati gli aspetti migliori, secondo un procedimento di idealizzazione che è funzionale all’espressione di un concetto universale, piuttosto che di una realtà particolare: immagini di uomini e divinità, dai corpi perfetti e dai volti imperturbabili, che sono espressione dell’idea che la comunità ha dell’umano e del divino (due realtà che sono piuttosto vicine). La statua si pone come modello e si impone alla vista come entità singola (la creazione di gruppi avviene relativamente tardi) e secondo un unico e determinato punto di osservazione.
L’arte come espressione di princìpi assoluti e idee forti tende a esaurirsi nel Tardo classicismo. La complessità della visione data dai molteplici punti di vista, l’attenzione alla dimensione quotidiana, alla spontaneità e all’espressione dei sentimenti e delle passioni possono essere lette come segni di una crisi: si avverte il vuoto che Atene ha lasciato e nessuna delle póleis sembra in grado di potersi imporre come nuova e salda guida.

GUIDA ALLO STUDIO
I concetti chiave
  • L’età classica: ha inizio con la fine delle Guerre persiane e con il ruolo assunto da Atene come guida del mondo greco. Atene raggiunge l’apice della sua potenza, economica e politica, sotto il governo democratico di Pericle (443-429 a.C.).
  • La cultura: non solo le arti figurative ma anche il teatro conosce una notevole fioritura. Nel mondo greco il teatro svolge un importante ruolo educativo, tanto da essere sostenuto dallo Stato e dai cittadini più ricchi. Nel campo della filosofia in questo periodo sono attivi i più grandi filosofi del pensiero occidentale. L’indagine sull’essere umano continua a essere un aspetto centrale della cultura greca.
  • Arte classica: la descrizione della figura umana è un aspetto centrale. Essa non ha più caratteri tendenti all’astrazione e alla semplificazione ma è un’immagine più aderente al reale. Gli artisti però non si limitano a osservare la natura, ma ne selezionano gli aspetti migliori, secondo un processo di idealizzazione: l’intento non è descrivere un uomo reale ma l’uomo come idea universale, in accordo con il pensiero filosofico del tempo.
  • Tardo classicismo: la sconfitta di Atene, in seguito alla guerra del Peloponneso, genera una profonda crisi: le città hanno perso la loro forte guida e numerosi sono i conflitti che le indeboliscono. Questa situazione apre la strada alla dominazione straniera: Filippo II sottomette le póleis e impone l’egemonia macedone. Nell’arte si assiste a una crescente attenzione per la descrizione del quotidiano e dell’individualità, aspetti che verranno sviluppati nel periodo ellenistico.

Contesti d’arte - volume 1
Contesti d’arte - volume 1
Dalla Preistoria al Gotico