L'emozione della lettura - Le origini della letteratura

LA LETTERATURA CORTESE-CAVALLERESCA 30 35 40 45 50 55 60 65 70 trare né fermarvi. Io sarò dentro, voi fuori. Quanto a me, non mi sarà possibile essere con voi che con la parola o toccandovi la mano. Ma, se vi fa piacere, per amor vostro sarò lì finché non sarà giorno. Stare davvero insieme non ci sarà possibile perché nella mia camera, di fronte a me, dorme Keu, il siniscalco,4 che langue a causa delle ferite di cui è tutto piagato. E l uscio non si apre mai, è anzi solidamente sprangato e ben custodito. Quando verrete, fate attenzione che non vi siano spie a scoprirvi . «Signora , risponde lui, «farò di tutto perché nessuno mi veda o mi senta: nessuno potrà fare cattivi pensieri5 né trovare nulla da ridire . Così, ora che hanno fissato il loro incontro, si separano contenti. Lancillotto esce dalla stanza, e tale è la felicità che non ricorda più nulla delle numerose sofferenze che ha dovuto subire. Ma la notte si fa attendere troppo e il giorno, per quello che deve sopportare, gli sembra che duri più di cento giorni normali, anzi più di un anno intero. Da tempo, e tanto volentieri, si sarebbe già presentato all appuntamento, se solo fosse caduta la notte! Questa ha talmente lottato per averla vinta sul giorno che, nera e tenebrosa, è finalmente riuscita ad avvolgerlo nel suo mantello e a nasconderlo sotto la sua cappa. Quando vede che il giorno ha perduto la sua luminosità, Lancillotto assume l aria di chi è stanco e affaticato, e dice che è sveglio da troppo tempo, che ha bisogno di riposare. Facilmente potrete comprendere quelli di voi a cui è avvenuto di fare qualcosa del genere come mai davanti alla gente che gli sta intorno dà mostra6 di aver sonno e di voler andare a letto: ma non è al suo letto che pensa, e per niente al mondo riposerebbe. Appena possibile, infatti, e senza far rumore, si alza dal suo giaciglio, senza rimpiangere un solo istante l assenza della luna e delle stelle e, nella casa, di ogni luce di candela o di lampada o di lanterna accesa. Ciò a cui sta bene attento è di far sì che nessuno si accorga dei suoi movimenti, che si creda che dorme tranquillamente, per tutta la notte, nel suo letto. Senza indugio si dirige al frutteto e non incontra anima viva. La sorte continua a favorirlo: un tratto del muro del verziere7 è di recente crollato; attraverso quella breccia vi si introduce e raggiunge la finestra dove resta silenzioso e immobile, impedendosi anche di tossire, di starnutire, finché arriva la regina, vestita di una camicia bianchissima; non ha indossato né cotta né tunica, ma porta un corto mantello di scarlatto foderato di pelliccia. Quando Lancillotto vede la regina che si appoggia alla finestra sbarrata da solidi ferri, dà inizio all incontro con il dolce saluto che le rivolge. E lei subito ricambia, ché forte è il desiderio che provano entrambi, lui per lei e lei per lui. Niente di basso o di volgare tocca il proposito che albergano. Fanno di tutto per avvicinarsi l uno all altra, si tengono la mano. Il fatto che non sia possibile unirsi di più è per loro un grandissimo dispiacere, e maledicono le sbarre di ferro. Ora Lancillotto si vanta se alla regina non dispiace di poter entrare là dove si trova lei; non sarà una semplice inferriata a trattenerlo fuori. E la regina gli risponde: «Ma non vedete che questi ferri sono troppo rigidi per poterli forzare e troppo robusti per spezzarli? Non riuscirete mai ad afferrarli con tanto vigore o a tirarli a voi, o a scuoterli per strapparli via . 4 siniscalco: dignitario di corte incaricato di sovrintendere alla mensa del re. 5 fare cattivi pensieri: immaginare una relazione disonesta tra Lancillotto e la regina. 6 dà mostra: finge. 7 verziere: frutteto. 49

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