L'emozione della lettura - Le origini della letteratura

LA LETTERATURA CORTESE-CAVALLERESCA Chanson de Roland Tra tutti, il testo in assoluto più famoso è la Chanson de Roland, la cui composizione anonima risale a un periodo compreso tra la fine dell XI e l inizio del XII secolo; si tratta di un lungo poema di 4002 decasillabi raggruppati in lasse (o strofe) di varia misura e prive di un vero e proprio sistema di rime, ma spesso ricche di assonanze. Il poema narra un episodio della guerra di Carlo Magno contro i saraceni, i quali fanno strage della retroguardia dell esercito franco nella battaglia di Roncisvalle (778). L episodio è storicamente veritiero, ma viene proiettato in una dimensione fantastica, circondata da un aura miracolosa. Nella realtà dei fatti, i responsabili dell attacco furono i baschi, popolazione cristiana delle Asturie (nella Spagna settentrionale), mentre nel testo si descrive un imboscata tesa dai musulmani, favoriti dal tradimento di un guerriero cristiano, Gano di Maganza. Dal passato al presente Non è difficile immaginare quanto la vicenda narrata, in fondo piuttosto remota (più di trecento anni separano l avvenimento dalla sua trasposizione letteraria), intercettasse l interesse dell uditorio, determinandone la partecipazione emotiva: lo spirito cavalleresco che in essa è esaltato ben si accorda con quello che anima sia le crociate sia la cosiddetta Reconquista cristiana dei territori in mano ai saraceni nella penisola iberica. Il pubblico, che affollava le piazze in cui le imprese degli eroi carolingi venivano cantate e rappresentate, si trovava coinvolto dunque non solo dal piacere del racconto, ma anche dalla sua attualità. Su questa materia, tramandata per via orale (secondo una modalità di trasmissione tipica dell epica, anche quella classica: si pensi alla tradizione omerica), agiscono il lavoro e l immaginazione artistica: l autore del poema sarebbe stato un ignoto poeta, Turoldo, omaggiato secondo un rito convenzionale dai trovieri e dai giullari successivi, che ne avrebbero diffuso l opera attraverso le corti di Francia e poi nel resto d Europa. La trama Dopo sette anni di guerra contro Marsilio, re pagano di Spagna, Carlo Magno lascia l assedio della città di Saragozza al più valoroso tra i suoi cavalieri, Orlando. Un paladino cristiano, Gano di Maganza, accecato dalla gelosia per Orlando, si accorda con il re nemico, che finge di convertirsi e rinunciare alla guerra. In realtà, mentre il grosso dell esercito di Carlo si ritira, la retroguardia, capeggiata da Orlando, viene attaccata da migliaia di saraceni. Il paladino, assalito dal numero soverchiante dei nemici, si rifiuta tuttavia di suonare l olifante f e invocare il soccorso del sovrano, come gli suggerisce di fare il compagno Oliviero: glielo impedisce il senso dell onore. Solo alla fine, quando il campo è disseminato di morti e lui stesso sta per soccombere, si piega a suonare il corno per avvisare il re dell accaduto. Dopo che gli angeli hanno portato in cielo l anima del valoroso eroe, sopraggiunge Carlo, che sconfigge i saraceni, occupa Saragozza e si vendica del tradimento di Gano, facendolo squartare da quattro cavalli. Olifante Il vocabolo olifante viene dal francese antico oliphant, alterazione del latino elephantus, cioè elefante e, per metonimia, avorio . Infatti con questo termine viene designato il corno da caccia in uso nel Medioevo, ricavato da zanne di elefante. Solitamente scolpito con rappresentazioni di figure animalesche, lo strumento era dotato di un intensità e una potenza straordinarie, tanto da venire impiegato esclusivamente all aperto. la parola la parola Un evento storico romanzato 37

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