L'emozione della lettura - Le origini della letteratura

L EPOCA E LE IDEE La vivace realtà comunale e la battaglia contro l Impero I nuovi centri urbani della penisola, che prendono il nome di Comuni, organizzano le proprie strutture attraverso meccanismi sempre più efficienti: cittadini che provengono dalle diverse categorie produttive e sociali (magistrati, artigiani, piccoli proprietari terrieri) si uniscono in forme associative istituzionali e regolamentano la vita collettiva grazie alla magistratura civile che disciplina l ordine pubblico e a una crescente autonomia amministrativa. Questa capacità organizzativa e l alto grado di libertà che ne deriva entrano rapidamente in collisione con l Impero, che vede messe in pericolo le proprie prerogative, come la riscossione delle tasse, oppure la nomina del massimo magistrato civile, il podestà, o ancora il diritto di ricevere uomini e mezzi per le campagne belliche. A metà del XII secolo, l imperatore Federico I detto il Barbarossa tenta infatti di riaffermare la propria autorità sui Comuni, ma viene duramente sconfitto e con la pace di Costanza (1183) è costretto a riconoscere loro una sostanziale autonomia politica, rinunciando, tra l altro, alla nomina del podestà. Né esito diverso ottiene il disegno del nipote Federico II di restaurare il dominio imperiale in Italia: la sconfitta a Parma (1248) contro una lega di Comuni settentrionali e la sua morte (1250) sanciscono la fine di ogni realistico progetto di ripristino dei diritti imperiali. L imperfetto mondo dei Comuni e la sua evoluzione La realtà comunale, al di là dei conflitti con l Impero, non è però pacifica. All inizio, il Comune è governato da esponenti della nobiltà, tra i quali viene scelto il podestà; successivamente, nel corso del Duecento, guadagnano una maggiore forza politica i membri della borghesia, più influenti dal punto di vista economico. Questi ultimi prendono presto le redini del potere, relegando ai margini sia il popolo minuto, estromesso dalle cariche cittadine, sia la piccola nobiltà. La situazione di costante turbolenza istituzionale, di conflittualità estesa e violenta, è rinfocolata anche dalle alleanze delle varie fazioni con l Impero o con il Papato, i due poteri che proseguono le loro diatribe anche attraverso le lotte interne ai diversi governi locali. Intorno alla metà del Duecento, infatti, sono frequenti i conflitti tra i guelfi (gli esponenti filopapali, dalla casata di Baviera dei Welfen, devoti alla Santa Sede) e i ghibellini (i sostenitori della causa imperiale, il cui nome deriva dal castello svevo di Waiblingen). I primi avranno la meglio acquistando, alla fine del Duecento, il potere nella maggior parte dei Comuni italiani. La Chiesa tra politica e rinnovamento spirituale La crisi dell Impero si accompagna, nel Duecento, a quella della Chiesa, la cui corruzione e ingerenza negli affari politici generano un esteso malcontento. La "Donazione di Costantino" Le tappe della politicizzazione della Chiesa partono da lontano, quando, a metà dell VIII secolo, il re dei Franchi Pipino il Breve dona al Patrimonio di San Pietro i territori bizantini già occupati dai Longobardi. Lo Stato della Chiesa trova dunque un fondamento giuridico nella cosiddetta Donazione di Costantino , documento rivelatosi falso nel Quattrocento grazie agli studi filologici dell umanista Lorenzo Valla (1407-1457) nel quale l'imperatore, nel IV secolo a.C., avrebbe concesso vasti possedimenti territoriali al papa. Da questo momento in poi, la Chiesa di Roma acquisisce una forza che va ben oltre la cura delle anime: l immagine di papa Leone III che pone sul capo di Carlo Magno la corona di imperatore, nella notte di Natale dell 800, esprime appieno il suo prestigio. Non a caso l Impero è chiamato Sacro , in quanto il dominio temporale è conferito dal papa in nome di Dio per proteggere la Chiesa contro i nemici interni ed esterni. 11

L'emozione della lettura - Le origini della letteratura
L'emozione della lettura - Le origini della letteratura