L’emozione della lettura - volume C

ALLA SCOPERTA DEI TESTI Come per l Iliade e l Odissea a jwn per l Eneide x x n x n > wa 8nx xjw 6 x ! " jnv xn soggetto tra i più terribili , adatto alla sua indole romantica incline alla rappresentazione di oscure visioni, incubi, spettri, scene di morte e viaggi n E n ia @ av xa lx /xl n la disperazione di Anna e il teatrale intervento di Iride giunta a recidere, insieme ai capelli, la vita, scatenano la sua fantasia. Johann Heinrich F ssli, Didone nella legnaia, 1781. Analisi Le ultime parole di Didone una teatralità ricercata quella con cui Virgilio mette in scena il suicidio di Didone; prima ancora di pronunciare un discorso di commiato e salire sul rogo, la donna è descritta nell atto di irrompere nella sua stanza, con gli occhi iniettati di sangue, le guance segnate da lividi, il volto pallido per la morte imminente. Accresce la pateticità lo sguardo che indirizza ancora una volta al letto, sul quale si getta per l ultima volta, e alle vesti lasciate da Enea, evocatrici di ricordi ormai insopportabili (vv. 779-789). Rivolge allora a se stessa l ultimo discorso, in cui ripercorre le tappe principali della sua vita (vv. 795-799), dalla quale ormai non aspetta nulla di nuovo. Il verso più emblematico della consunzione di Didone è probabilmente quel Vissi, ho compiuto il cammino concessomi dalla Fortuna (v. 793), proprio di chi ormai è rassegnato a lasciare la vita. Il sentimento per Enea, tuttavia, è ben lungi dall essere spento e lo dimostra la speranza, l ultima esternata prima del tragico epilogo, che il suo amato possa vedere da lontano il rogo in cui si consuma la donna che lo ha ospitato e di cui è stato innamorato. Si tratta di una morte invendicata, Didone lo sa bene, ma confida che presto o nel futuro possa trovare riscatto. L amore cede così il passo all odio: Moriamo senza vendetta riprese. Ma moriamo. / Così, anche così giova scendere alle Ombre. / Il crudele Troiano vedrà dall alto mare / il fuoco e trarrà funesti presagi dalla mia morte (vv. 800-803). L arrivo di Anna e la tragica fine Espresso l ultimo desiderio, la donna si abbandona sulla spada che la trafigge mortalmente: quel che segue sono la reazione sconvolta delle ancelle, le grida che si levano per tutta la casa, le urla, i lamenti e i gemiti che percorrono la città come se essa stessa fosse in mezzo alle fiamme (vv. 806-812). Appena raggiunta dalla notizia, Anna corre dalla sorella morente, cui confessa, in preda alla disperazione, tutta la sua sorpresa e il dolore incontenibile. L affetto della sorella è tale da giustificare il desiderio di una morte comune, che Didone però ha vanificato: Sorella, perché non m hai voluta / tua compagna morendo? M avessi tu chiamata / ad una stessa morte: un eguale dolore / ed una stessa ora ci avrebbe colte entrambe (vv. 821-824). 329

L’emozione della lettura - volume C
L’emozione della lettura - volume C
Epica