Laboratorio delle competenze

T10

Elena e Paride

  • Tratto da liade, libro III, vv. 421-447

Nel libro III del poema si svolge il duello tra Paride e Menelao, che dovrebbe decidere le sorti del conflitto: i due rivali si misurano per la prima volta in uno scontro. Menelao sembra avere la meglio, al punto che arriva a trascinare il nemico sul terreno, quando Afrodite interviene in favore di Paride, lo libera dalla presa, lo avvolge in una nebbia fitta e lo conduce al palazzo. La dea, poi, appare a Elena nelle sembianze di una vecchia filatrice e la avverte che Paride è in salvo nella stanza nuziale.

Quando giunsero alla casa bellissima di Alessandro,

subito allora le ancelle tornarono ai loro lavori,

e lei, la divina tra le donne, entrò nella stanza dall’alto soffitto.

Per lei Afrodite che ama il sorriso prese un sedile,

425 e lo spostò la dea per poggiarlo proprio di fronte a Paride:

Elena, figlia di Zeus portatore dell’egida, vi si mise a sedere,

distogliendo altrove lo sguardo, e rimbrottò lo sposo con queste parole:

«Sei dunque tornato dalla battaglia: vi fossi invece caduto,

vinto da quel valoroso che fu il mio primo marito!

430 E sì che ti vantavi in passato, rispetto a Menelao bellicoso,

d’essere a lui superiore di forza e di mani e di lancia;

e allora va’, adesso sfida Menelao bellicoso

a battervi di nuovo faccia a faccia; ma io ti consiglio

di lasciar perdere invece, di non fare col biondo Menelao

435 guerra frontale, di non battagliare con lui da imprudente,

che tu non sia presto abbattuto da lui con la lancia».

Paride a sua volta le rispondeva con queste parole:

«Non stare, donna, a tormentarmi l’anima con offese umilianti:

stavolta ha vinto Menelao con l’aiuto di Atena, sarò io

440 un’altra volta a vincere lui; anche al nostro fianco ci sono dèi.

Ma su, piuttosto mettiamoci a letto e godiamo l’amore:

mai con tanta violenza il desiderio m’ha ottenebrata la mente,

nemmeno quando il primo giorno da Lacedemone amabile,

dopo averti rapita, mi sono imbarcato sulle navi che solcano il mare,

445 e sull’isola di Cranae mi sono unito a te d’amore e di letto,

tanto adesso ho voglia di te e dolce mi prende il desiderio».

Disse, e s’avviò a letto per primo: lo seguì la sua donna.


Omero, Iliade, libro III, vv. 421-447, trad. di G. Cerri, Rizzoli, Milano 2015

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Laboratorio sul testo

COMPRENDERE

1. Perché la dea Afrodite difende Paride?


2. Quale rimprovero muove Elena a Paride?


3. In che modo Paride giustifica la sconfitta nel duello con Menelao?


4. Quale invito rivolge Paride a Elena?


5. Perché Elena, dopo aver invitato Paride a battersi di nuovo con Menelao, poi lo sconsiglia?

  •     Teme che possa essere ucciso. 
  •     Non vuole vedere uno scontro tra i due uomini. 
  •     Vuole che lo scontro avvenga senza l’intervento degli dèi. 
  •     Deve prima chiedere consigli militari a Ettore.

ANALIZZARE E INTERPRETARE

6. Sei dunque tornato dalla battaglia: vi fossi invece caduto, / vinto da quel valoroso che fu il mio primo marito! (vv. 428-429). Quale diversa stima ha Elena dei due mariti? Rispondi commentando questa sua affermazione rivolta a Paride.


7. Quali valori difende e rappresenta il personaggio di Paride? Sulla base delle tue letture dell’Iliade e facendo riferimenti a passi significativi di questo brano, istituisci un confronto tra Ettore e Paride.


8. Com’è caratterizzato il personaggio di Elena nel brano? Sulla base delle tue letture dell’Iliade, quali differenze noti tra Elena e Andromaca?


9. In che cosa consiste la «civiltà di vergogna»? Ci sono indizi di questa mentalità nel brano?

COMPETENZE LINGUISTICHE

10. Individua gli epiteti formulari presenti nel brano.


11. Che cosa significa il verbo «ottenebrare» al v. 442?


12. Che cos’è l’egida (v. 426)?

  •     Lo scudo di Zeus. 
  •     L’elmo di Paride. 
  •     Una lancia particolare. 
  •     Un chitone cretese.

PRODURRE

13. Scrivere per raccontare. Immagina un dialogo tra Elena ed Ettore: che cosa potrebbero dirsi i due personaggi? Secondo te, in che modo Ettore tratterebbe Elena, che è stata motivo di tante sofferenze per i Troiani? Scrivi un breve testo (massimo 20 righe).


14. Scrivere per argomentare. In che modo i personaggi della guerra di Troia vivono le sofferenze della guerra? Quale concezione hanno della vita e del destino: ottimistica o pessimistica? Scrivi un breve testo argomentativo (massimo 20 righe).

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invito allA visione

Un film epico: Troy

La tentazione di trasporre su pellicola cinematografica le vicende dell’Iliade non ha mancato di sedurre molti registi, attratti soprattutto dalle possibilità offerte da alcuni episodi oppure dal fascino di un personaggio come Elena.

Elena di Troia, di Robert Wise (1956), con Rossana Podestà nel ruolo della protagonista, era probabilmente il più famoso dei film ispirati all’Iliade, prima dell’uscita di Troy di Wolfgang Petersen (2004). Al di là delle numerose incongruenze e infedeltà rispetto al poema, come la morte di Menelao o il fatto che Achille e Patroclo siano presentati come cugini, la sceneggiatura di Troy ha il merito di mettere in luce la natura politico-economica della spedizione greca, al di sopra degli affetti privati. Achille, interpretato da Brad Pitt, è l’eroe che combatte in difesa del proprio nome e della gloria, in opposizione al criterio della ragione di stato e del dominio che accende le ambizioni di conquista di Agamennone. Alcune battute di quest’ultimo sono esemplari dell’antagonismo tra i due personaggi: «Se Troia cade io controllerò l’Egeo [...] attaccherò con la più devastante forza mai vista [...] io ho costruito il futuro, io: Achille è il passato, un guerriero senza bandiera [...], Ettore combatte per la sua patria, Achille combatte solo per se stesso».

In realtà, nel film, un Achille inedito acquista maggiore gloria nel momento in cui rincorre il sogno dell’amore. Durante la presa e la distruzione della città, infatti, a seguito dell’inganno del cavallo, il suo unico pensiero è di salvare la donna amata. Colpito al tallone da Paride e destinato a morte imminente, l’eroe riesce finalmente a dire all’amata Briseide: «Tu mi hai dato la pace in una vita di guerra». Probabilmente nessun guerriero greco avrebbe mai pronunciato una frase simile, estranea alla «civiltà di vergogna» e vicina invece alla nostra percezione sentimentale dell’eroismo. Ciò non toglie che il respiro epico sia reso in modo efficace grazie all’enfasi tipica del cinema americano: alla fine del film la voce di Ulisse dà un senso alla guerra prospettando la fama futura degli eroi giusti e gloriosi, come Ettore e Achille, e l’oblio dei sovrani ambiziosi come Agamennone: «Si dica che ho vissuto al tempo di Ettore, domatore di cavalli, si dica che ho vissuto al tempo di Achille».

L’emozione della lettura - volume C
L’emozione della lettura - volume C
Epica