Alla scoperta dei testi

T1

Luigi Pirandello

Un professore indulgente

  • Tratto da Pensaci, Giacomino!, 1916
L’autore

Luigi Pirandello nasce a Girgenti (oggi Agrigento), nel 1867. Avviato dal padre agli studi tecnici, si iscrive poi alla facoltà di Lettere di Palermo e si laurea nel 1891 a Bonn, in Germania. Tornato in Sicilia, nel 1894 sposa Maria Antonietta Portulano, e in seguito diventa insegnante di Lettere, avviando anche la carriera di scrittore con la pubblicazione di romanzi, versi e novelle. Nel 1903 si verifica un evento drammatico, che sconvolge la sua vita: l’allagamento di una miniera di zolfo compromette le finanze della famiglia e getta la moglie in uno stato di prostrazione psicologica da cui non si riprenderà mai. Nel 1904 Pirandello pubblica il suo primo grande romanzo, Il fu Mattia Pascal, e, nel 1908, il saggio L’umorismo, fondamentale esposizione delle sue teorie letterarie e filosofiche. Contemporaneamente intensifica la produzione di novelle (raccolte poi in Novelle per un anno) per ovviare alle cattive condizioni economiche, e nel 1910 intraprende la carriera di autore teatrale, che nel giro di un decennio lo porterà a ottenere fama mondiale grazie a opere come Così è (se vi pare) (1917), Sei personaggi in cerca d’autore (1921), Enrico IV (1922). In tutta la sua produzione viene rappresentata la crisi dell’uomo moderno, privo di certezze, paralizzato da illusioni e autoinganni, costretto dai condizionamenti sociali a indossare una maschera esteriore che lo cristallizza in una «forma», salvo ritrovare talvolta, magari per un evento improvviso e casuale, la «vita» in un impulso imprevedibile che agita il fondo della sua anima. Aderente al fascismo e Accademico d’Italia, Pirandello viene insignito nel 1934 del premio Nobel per la Letteratura. Muore nel 1936 a Roma.

Pensaci, Giacomino! è una commedia tratta da una novella che, con lo stesso titolo, fu pubblicata da Pirandello sul “Corriere della Sera” nel 1910. La commedia venne composta e rappresentata in dialetto siciliano (1916), e successivamente fu tradotta in italiano. La scena che segue, tratta dall’incipit dell’opera, introduce il protagonista e la causa che mette in moto l’intreccio. Agostino Toti, anziano professore di Storia Naturale, non sembra essere adatto a gestire gli scalmanati alunni della sua classe. Ripreso dal direttore della scuola, si difende sfoggiando bonarietà e anticonformismo. Inoltre, dopo aver esposto le proprie vedute filosofiche, esprime l’intenzione di sposarsi a breve, e per di più con una giovane donna. Un vecchio innamorato? Non è detto: la scelta di andare all’altare, più che dall’amore, è dettata dalla bontà d’animo e, insieme, dal desiderio di vendetta…

ATTO I

Il corridojo1 d’un ginnasio2 di provincia. Nella parete di fondo s’aprono a ugual distanza
l’uno dall’altro tre usci,3 ciascuno con una tabella4 sopra: – Classe I. – Classe II. – Classe
III. – Davanti a questa parete corrono tre archi sostenuti da due colonne. A destra e a sinistra,
due pareti laterali. Nel mezzo a quella di destra, un uscio con la tabella: – Gabinetto 

5      di Storia Naturale.5 – In quella di sinistra, a riscontro, un altro uscio con la tabella: – Direzione.
– Allo spigolo di questa parete, la campana della scuola, con la catenella pendente.
Nella parete di destra, presso l’uscio del Gabinetto di Storia Naturale, un tavolino e una
sedia per il bidello. Destra e sinistra dell’attore.

La scuola sta per finire. Al levarsi della tela,6 Cinquemani, vecchio bidello, passeggia per il 

10    corridojo, col berretto gallonato7 e uno scialle grigio peloso sulle spalle. Ogni tanto si ferma,
alza le mani coi mezzi guanti di lana e le scuote in aria, come per dire: «Dio che baccano!».
Difatti, attraverso l’uscio del Gabinetto di Storia Naturale si sente un grande schiamazzo di
alunni. All’improvviso si spalanca l’uscio a destra e il Direttore Diana irrompe sulle furie,8
gridando:

15    direttore Ah, lo farò finire io questo scandalo! (corre ad aprire l’uscio dirimpetto e
subito ogni rumore cessa
)

DIRETTORE (gridando dalla soglia) Professor Toti, le par questo il modo di tenere la
disciplina?

(poi, fingendo di rivolgersi9 a un alunno e quindi a un altro) Che fa lei vicino alla 

20    finestra? – E lei, costà10 fuori del banco? – Dico a voi! Dico a voi! – Via tutt’e
due! Raccogliete i vostri libri, e via! – Professor Toti, prenda i nomi di codesti
due alunni! (i due alunni, rossi, mortificati, coi libri sotto il braccio, vengono fuori
dall’uscio
) V’insegnerò io a stare in classe! Intanto, esclusi11 per tre giorni! E ne12
avvertirò a casa i vostri genitori! Via! (i due alunni, col mento sul petto, se ne vanno 

25    per il corridojo, svoltando a destra) Professore, la prego, venga fuori un momento!
– Come? Che cos’è? (con uno scatto di maraviglia13 e d’ira insieme) Uh! Lo tenga, lo
tenga, perdio! Se lo fa scappare dalla finestra? (voltandosi verso il bidello) Cinquemani,
correte alla Palestra ginnastica: è scappato un alunno! (Cinquemani via)

toti (venendo fuori dal Gabinetto. È un vecchietto di settant’anni, che si regge a stento sulle 

30    gambe. Porta ai piedi un pajo14 di scarpe di panno; in capo una papalina15 di velluto nero,
e rigirata attorno al collo una lunga sciarpa verde che gli pende coi pèneri
16 davanti e dietro)
Posso assicurarle, signor Direttore, che quel giovine non era della classe.

DIRETTORE E chi era allora? Come si trovava alla sua lezione? (dalla soglia, agli alunni
che tornano a schiamazzare) Silenzio! Nessuno s’attenti a fiatare! (fremendo, al 

35    professor Toti) Si spieghi! Risponda!

TOTI (placido e sorridente) E che vuole che le risponda, signor Direttore? Non saprei.
Con la faccia al muro – cioè, alla lavagna, propriamente – ecco, lei può vederlo di
qua: scrivevo famiglie, specie e sottospecie17 di scimmie. (gli alunni, dall’interno,
scoppiano a ridere; e allora lui, in un comico scatto di furore, dalla soglia
) E fate silenzio, 

40    maleducati, almeno mentre parlo col signor Direttore!

DIRETTORE (con un gesto di disperazione) Ma mi faccia il piacere! (poi con altro tono) Mi
dica come, donde18 era entrato nella sua classe quel giovine?

TOTI Ma forse dalla finestra, signor Direttore. Entrato e uscito.

DIRETTORE (a un nuovo scoppio di risa degli alunni) Silenzio, o vi caccio via tutti quanti 

45    per quindici giorni! (al professor Toti) Ah lei dunque lascia entrare chi vuole dalla
finestra, mentre fa lezione?

TOTI No, ecco: mettiamo le cose a posto, signor Direttore: è anche colpa del portinajo19
che dorme davanti al portone della scuola, senza badare a chi s’introduce
nella Palestra ginnastica. C’è – lei la vede – (indica nell’interno della classe) quella 

50    finestra lì: si scala con nulla: basta alzare un piede e si è in classe.

DIRETTORE E lei? Che ci sta a far lei sulla cattedra?

TOTI Santa pazienza! Con la faccia al muro… cioè, alla lavagna… Non badi, signor
Direttore: quel giovinotto, forse perché amante degli animali (e aggiunge piano,
con bonomia e quasi tra parentesi, come per far vedere che una tale sciocchezza sa dirla 

55    anche in greco) – zoofilo,20 zoofilo – stava attentissimo. Tanto che neppure me
n’ero accorto.

DIRETTORE Ho capito, ho capito. E ne riparleremo più tardi, professore. Intanto…

cinquemani (sopravvenendo,21 sbuffante) Niente! Come il vento! Non s’è visto di dove
è sparito!

60    DIRETTORE Sonate,22 sonate la campana, Cinquemani!

TOTI Parola d’onore, signor Direttore…

DIRETTORE Le dico che adesso ne riparleremo, professore. Lasci prima andar via gli
alunni. (Cinquemani s’appende alla campana della scuola e la suona a lungo, com’è
solito ogni giorno. S’aprono gli usci delle classi e ne escono rumorosamente gli scolari. 

65    Alcuni, vedendo il Direttore, subito fan silenzio e si levano il cappello. Anche dal Gabinetto
di Storia Naturale escono gli alunni, ma zitti e composti. Il professor Toti non
può tenersi di
23 salutarne qualcuno con la mano o di fare un cenno a qualche altro,
subito represso da uno sguardo severo del Direttore. In breve il corridojo è sgombro.
Cinquemani, durante la scena seguente, si leverà il berretto e si legherà attorno alla 

70    fronte un gran fazzoletto rosso, di cotone, a fiorami;24 si leverà i mezzi guanti e lo s
cialle e indosserà un lungo camice turchino tratto dal cassetto del tavolino. Intanto
sopravverranno la moglie Marianna e la figlia Lillina con le scope e altri attrezzi per
far la pulizia delle classi
)

DIRETTORE Oh dunque. Le pare, professore, che si possa seguitare25 così? Che io debba 

75    sacrificarmi, con tutto il da fare che ho, ad assistere ogni volta alle sue lezioni?

TOTI Veramente, ecco –

DIRETTORE Mi lasci dire. Per una volta che non posso, ecco che lei per poco non mi
butta all’aria il ginnasio col baccano della sua classe.

TOTI Ma sarà forse per la vivacità, che vuole che le dica, con cui faccio lezione. Parlando 

80    delle scimmie…

CINQUEMANI (sfilandosi i mezzi guanti e tentennando il capo, sospira lamentoso) Che scimmie
e scimmie!

TOTI Voi, caro Cinquemani, silenzio, prego! Do spiegazioni al Direttore in questo
momento. Fanciulli, signor Direttore! Sentono parlare della coda prensile;26 sentono 

85    dire che hanno quattro mani; pensano che giusto abbiamo qua un bidello
che ne ha cinque e – fanciulli – si mettono a ridere.

DIRETTORE Ma non dica così, professore! Lei m’indispone!27

CINQUEMANI Ecco! benissimo! In-dis-pone!

DIRETTORE Non v’immischiate voi, Cinquemani!

90    CINQUEMANI Mi scusi, signor Direttore; ma creda che tutto questo baccano fa il capo
anche a me come un cestone;28 e poi…

DIRETTORE Basta, v’ho detto! State al vostro posto!

TOTI Ma sì, ma basta, che diavolo! Per due ragazzi! Non mette proprio conto…29

DIRETTORE Ah questo no! Come non mette conto? La disciplina! La dignità della 

95    scuola!

TOTI (con risoluzione)30 Signor Direttore, vogliamo parlare sul serio?

DIRETTORE Come, sul serio? Ah le pare ch’io le stia parlando per ischerzo?31

TOTI No! dico, sul serio, se vogliamo venire al vero punto della questione, ecco.
L’orario, signor Direttore! Mi arrivano stanchi questi ragazzi all’ultima ora. Dalle 

100 otto e mezzo seduti – braccia conserte – all’ultima ora, posso pretendere che stieno32
fermi placidi là, come vuol lei? (di scatto) Ha un temperino, scusi?

DIRETTORE (stordito) Che cosa le salta di venirmi a domandare un temperino, adesso?

TOTI Se vuol farsi un taglietto a un dito, piccolo piccolo; o lo vuol fare a me? Per farle
vedere che alla nostra età, cavaliere, il sangue è acqua: acqua di malva.33 Consideriamo, 

105 santo Dio, questi ragazzini che hanno fuoco invece nelle vene, e friggono!
Io li guardo serio,34 non creda: (con atteggiamento napoleonico)35 – così! – Ma le
giuro che quando me li vedo davanti con certe facce da santi anacoreti,36 mentre
son sicuro che sotto sotto me ne stanno combinando qualcuna…

Ride.

110 DIRETTORE Eh sfido, se lei ci sciala37 così!

TOTI (subito) No no, li guardo serio!

Rifà il gesto di prima.

DIRETTORE Io non so! Come se non mancassero di rispetto a lei!

TOTI A me? No. Mancano di rispetto al professore!

115 DIRETTORE (per troncare, severo) Scusi, da quanti anni insegna lei?

TOTI Perché?

DIRETTORE Mi risponda, la prego.

TOTI Da trentaquattro.

DIRETTORE E non ha famiglia, è vero?

120 toti Solo. Che famiglia! Io e mia moglie, quando c’è il sole.

DIRETTORE Sua moglie? Come sarebbe?

TOTI La mia ombra, signor Direttore;38 a spasso, per via. A casa, il sole non
c’è, e non ho più con me neanche la mia ombra.

DIRETTORE E quanti anni, scusi?

125 TOTI Trentaquattro.

DIRETTORE No, dico d’età: sessantacinque, sessantasette?39

TOTI Faccia lei.

DIRETTORE Facciamo settanta? Bene. Senza famiglia. Trentaquattro d’insegnamento.
Non credo che possa provar gusto a insegnare ancora!

130 TOTI Gusto? Me li sento pesare sul petto come trentaquattro montagne!

DIRETTORE E allora perché non si ritira? Ha quasi il massimo della pensione!

TOTI Ritirarmi? Lei scherza! Ah, dopo più d’un terzo di secolo che porto la croce,
il Governo mi paga per altri cinque o sei anni – e voglio mettere sette, e voglio
mettere otto – quattro soldi di pensione e poi basta?40

135 DIRETTORE O che vorrebbe di più? Ritirato, a riposo…

TOTI Già! A sbattermi la testa al muro;41 vecchio e solo.

DIRETTORE E che colpa ha il Governo, se lei non pensò a metter famiglia a tempo?42

TOTI Ah, dovevo metter famiglia a tempo, con lo stipendio che m’ha dato,43 per morire
di fame io, mia moglie e cinque, sei, otto, dieci figliuoli – (eh, capirà, quando 

140 uno ci si mette!)44 – Pazzie, cavaliere45 mio! E ringrazio Dio che volle guardarmi
sempre dal farlo. – Ma ora, sa? ora la piglio.46

DIRETTORE Che? Ora? Prende moglie?

TOTI Sissignore. Ora sì. Il Governo con me non se la passa liscia! Calcolo quando
pare a me47 che mi debbano restare altri cinque o sei anni di vita, e prendo 

145 moglie, sissignore! per obbligarlo48 a pagar la pensione, non a me soltanto, ma
anche a lei dopo la mia morte.

DIRETTORE Oh quest’è bella! E vuol prender moglie per ciò,49 alla sua età?

TOTI L’età… Che c’entra l’età! Mi accorgo che lei è come tutti gli altri, allora; vede la
professione e non vede l’uomo; sente dire che voglio prender moglie – s’immagina 

150 una moglie – e me marito – e si mette a ridere; o s’inquieta come poco fa,
credendo che i ragazzi diano la baja a me, mentre la dànno al professore.50 Altro
è la professione, altro è l’uomo.51 Fuori, i ragazzi mi rispettano, mi baciano la
mano. Qua fanno anch’essi la professione loro, di scolari e per forza debbono
dar la baja a chi fa quella di maestro e la fa come me, da povero vecchio stanco 

155 e seccato. – Io mi prendo una giovine – povera, timorata, di buona famiglia – la
quale, sì, dovrà pur figurare da moglie davanti allo stato civile, altrimenti il Governo
non le pagherebbe la pensione. Ma che moglie poi! che marito! Roba da
ridere, all’età mia! Sono e resterò un povero vecchio che avrà ancora per cinque o
sei anni il conforto d’un po’ di gratitudine per un bene che avrò fatto alle spalle 

160 del Governo, e amen. –


Luigi Pirandello, Pensaci, Giacomino!, in Maschere nude, a cura di A. D’Amico, vol. I, Mondadori, Milano 1997

 >> pagina 518 

Come continua

Concluso il dialogo con il direttore, Agostino Toti chiede al bidello di dargli in sposa la figlia sedicenne, di nome Lillina. Si scopre, tuttavia, che la ragazza è incinta del suo compagno Giacomino, uno scapestrato ex allievo del professore. Dopo l’iniziale titubanza, Toti decide di portare avanti comunque il suo piano: sposa Lillina consentendole di frequentare Giacomino, e si prende cura come un nonno del loro figliolo. Inoltre, un’inaspettata eredità lo solleva dai problemi economici. A mettergli i bastoni tra le ruote è però il conformismo moralista dei compaesani e, specialmente, dei familiari dei due giovani: per loro, infatti, questo triangolo amoroso è scandaloso e inaccettabile. Un marito, del resto, non può permettersi di tollerare uno scoperto adulterio. Mentre i genitori di Lillina si vergognano talmente da non voler farsi più vedere, la sorella di Giacomino, Rosaria, organizza al fratello un fidanzamento con un’altra donna, con l’intenzione di fargli cominciare una nuova vita. Quando Giacomino è sul punto di farsi convincere ad abbandonare amante e figlio, Toti si presenta insieme al piccolo e, sfoggiando grande forza d’animo, cerca e ottiene di dissuaderlo dal proposito. Il suo accorato ammonimento, «Pensaci, Giacomino!» – pronunciato poco prima della calata del sipario –, dà il titolo all’intera commedia.

a TU per TU con il testo

Le divertenti e affilate scene di Pirandello dicono molto di come funziona la società, e pure dell’identità dei singoli individui. Quando leggiamo le sue pagine o assistiamo alla messinscena delle sue opere è come se ci sentissimo dire: «Continua pure a crederti una persona autentica, originale, libera di scegliere, al sicuro dai condizionamenti. In realtà, è come se ti trovassi da sempre su un palco. Gli altri ti guardano, qualcuno scrive un copione che ti arriva tra le mani e, senza accorgertene, hai già iniziato a recitarlo. Anche tu sei un attore, uno come molti altri. Perché lo fai? Semplice, vuoi qualcuno che possa dirti “Bravo!”, batterti le mani, scacciare via la solitudine che ti buca dentro». Ci verrebbe naturale, magari, di giurare che le cose non stanno così. Ma lui, Pirandello, direbbe che siamo in buona fede e che, anche se non ce ne rendiamo conto, continuiamo a recitare la nostra parte, a calarci nel ruolo che la società ha deciso per noi, a indossare la nostra maschera, ognuno la sua: quella del secchione, del monello, del professore, della moglie, del marito, del credente, dell’ateo, del ribelle o del custode dell’ordine.

Analisi  attiva 

Dopo una lunga e accurata didascalia, con la quale Pirandello delinea lo spazio della scena e i costumi dei personaggi, la commedia si apre in medias res, con una divertente e caotica scena d’ambientazione scolastica. Il bidello Cinquemani cammina per i corridoi, infastidito dal forte rumore proveniente dal Gabinetto di Storia Naturale. Siamo quasi alla fine della lezione, e il professor Toti non riesce a tenere a bada gli alunni, che si divertono facendo schiamazzi di ogni genere.

La prima battuta della commedia tocca al direttore, che entra precipitosamente in scena, in preda all’ira, richiamando all’ordine gli alunni e riprendendo anche il docente per la sua incapacità di gestirli. Comincia così uno strampalato dialogo, nel quale affiora il comico contrasto fra i caratteri dei due protagonisti: da un lato abbiamo il direttore, brusco e sconcertato dalla situazione fuori controllo; dall’altro il placido professore, che non sembra minimamente scosso, e anzi si dimostra noncurante e comprensivo verso gli alunni.


1. Che cosa il Direttore ritiene così scandaloso da dover irrompere nell’aula del professor Toti?

  •     La lezione sulle scimmie. 
  •     L’abbigliamento del professor Toti. 
  •     L’età ormai avanzata del professor Toti. 
  •     La confusione che c’è nell’aula. 


2. Che cosa fa uno degli alunni appena il Direttore entra in aula?

  •     Insulta il Direttore e il professore. 
  •     Si nasconde sotto il banco. 
  •     Esce dalla finestra. 
  •     Lancia palline di carta.

 >> pagina 519 

Climax e iperboli rendono ancora più grottesca la situazione. Non basta il baccano (r. 11): c’è addirittura un intruso che, mentre il professore scrive alla lavagna, entra ed esce indisturbato dalla finestra. D’altro canto, lo stesso professore non sembra, a voler giudicare con la morale comune, un uomo con tutte le rotelle a posto: da buon antagonista della società, delle sue regole ferree e soprattutto della sua austerità di facciata, egli agisce e parla in modo volutamente strambo. Mentre il Direttore impartisce la sua lezione di severo autoritarismo, al suonar della campanella il buon Toti non riesce a trattenersi dal salutare calorosamente i suoi alunni, nonostante il contegno imposto dalle circostanze.

Sulla scena si muovono così personaggi tutti, a loro modo, caricaturali, con fissazioni e tratti caratteriali volutamente esagerati, ciascuno emblema di un diverso modo di stare al mondo e di relazionarsi con gli altri. Il Direttore incarna appieno il tipo del despota ottuso e formalista, il bidello è il prototipo del subordinato burbero, frustrato e acido. Quanto al protagonista, sulle prime non possiamo che avere l’impressione di essere al cospetto di uno svitato, a cui concedere la compassione che si riserva agli sconfitti della vita: e la didascalia nella quale Pirandello descrive il suo aspetto (venendo fuori dal Gabinetto […] davanti e dietro, rr. 29-32), malfermo e agghindato con sciarpa e papalina, non fa che suggerire ancor più un sentimento di umana commiserazione.


3. Come spieghi le numerose frasi interrogative ed esclamative nelle battute del Direttore?


4. Quali provvedimenti prende il Direttore contro gli studenti turbolenti? E di che cosa li minaccia?


5. Di fronte alle accuse di scarsa sorveglianza fattegli dal Direttore, il professor Toti

  •     si scusa. 
  •     scarica la colpa sul portinaio. 
  •     rigetta le accuse. 
  •     dice che non accadrà più. 


6. Il bidello Cinquemani

  •     sostiene i rimproveri del Direttore al professor Toti. 
  •     difende il professor Toti di fronte al Direttore. 
  •     difende gli studenti di fronte al professore e al Direttore. 
  •     accusa il Direttore di essere troppo severo con il professor Toti.

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Ma le cose stanno davvero così? Più avanziamo nella lettura (o nella visione dello spettacolo teatrale), più le cose cambiano e con esse il nostro giudizio sul protagonista. Il professor Toti, infatti, appartiene a quella speciale categoria di personaggi pirandelliani che si guardano vivere, avendo piena coscienza della maschera indossata dagli uomini e della parte che essi recitano nella vita sociale. Comprende dunque lo scollamento tra gli individui e i ruoli che ricoprono (Mi accorgo che lei è come tutti gli altri, allora; vede la professione e non vede l’uomo, rr. 148-149; Altro è la professione, altro è l’uomo, rr. 151-152) e rifiuta provocatoriamente di essere ciò che gli altri hanno deciso che sia, ovvero un professore che impone agli alunni una riverenza quasi militaresca. Non intende inoltre aderire acriticamente a una sola verità e ai pregiudizi imposti dall’opinione comune; al contrario, sa relativizzare i valori e le posizioni assunte dagli individui.


7. Quale atteggiamento ha il professor Toti nei confronti dei suoi studenti?

  •     È spazientito e indisposto. 
  •     È indulgente e tollerante. 
  •     È arrabbiato e offeso. 
  •     È affettuoso e amichevole. 


8. A che cosa il professor Toti attribuisce le intemperanze dei suoi studenti?

  •     Alla loro scarsa educazione. 
  •     Alla noia delle sue lezioni. 
  •     Alla loro giovane età. 
  •     Alla sua incapacità di tenere la disciplina.

Nell’ultima parte del dialogo con il preside, Toti rivela di non essersi sposato perché, con lo scarso stipendio da professore, non sarebbe stato in grado di mantenere una famiglia. Tuttavia, raggiunta l’età di circa settant’anni, decide di cercare una giovane moglie. Il proposito che lo spinge non è l’amore, ma il desiderio di fare del bene e, insieme, di vendicarsi del trattamento economico impostogli dal governo: dopo la sua morte, la giovane moglie potrà così godere di una pensione di reversibilità.

Il professore non si cura affatto del significato normalmente associato al matrimonio, sia dal punto di vita sentimentale sia da quello sociale: infatti, non si aspetta di essere amato dalla sua futura sposa come un vero marito. Si accontenterà, invece, di farle da padre, e di toglierla dalla povertà. Tuttavia, com’è facile intuire, il suo piano è destinato a scontrarsi con la violenta stupidità delle regole sociali. Chi se ne libera è fatalmente condannato alla solitudine, come tutti i filosofi in lotta con le convenzioni e alla ricerca di una forse modesta ma autentica felicità umana.


9. Che significato ha la battuta sul sole e sull’ombra (rr. 120-123)?


10. Come si sente il professor Toti riguardo al fatto di non essersi mai sposato?

  •     Ne è felice. 
  •     Rimpiange la sua scelta. 
  •     Se la prende con il destino. 
  •     È indifferente. 


11. Che cosa si aspetta il professore dalla futura giovane moglie?

  •     Affetto. 
  •     Passione. 
  •     Gratitudine. 
  •     Lealtà.

 >> pagina 521 

Laboratorio sul testo

COMPETENZE LINGUISTICHE

12. I complementi. Individua tutti i complementi di luogo nella didascalia iniziale.


13. Coordinazione e subordinazione. Nel discorso finale del professor Toti, distingui le diverse funzioni di che: pronome relativo, congiunzione subordinante, pronome/aggettivo interrogativo, pronome/aggettivo esclamativo.

PRODURRE

14. Scrivere per descrivere. Descrivi il professor Toti (aspetto fisico, carattere, atteggiamenti) attraverso gli occhi di uno dei suoi studenti (massimo 20 righe).


15. Scrivere per argomentare. Ritieni giusta la scelta del professor Toti di prendere moglie e le motivazioni che adduce? Perché? Motiva la tua posizione in massimo 20 righe.

LETTERATURA E NON SOLO: SPUNTI DI RICERCA INTERDISCIPLINARE

STORIA

L’incipit della commedia di Pirandello è ambientato in quello che era, nel 1916, l’equivalente dell’attuale scuola secondaria di I grado: come era organizzato e quali materie si studiavano? Fai una ricerca su questo argomento.

SPUNTI PER DISCUTERE IN CLASSE

Quanto e perché è importante, secondo te, che un professore sappia mantenere la disciplina in classe?

L’emozione della lettura - volume B
L’emozione della lettura - volume B
Poesia e teatro