«Ma ti sembra il momento di venire a chiedere da bere a uno che si sta impiccando?
Boia!».3
Lo guardo e ci aveva una faccia da povero cristo anche lui, poi guardo e ce n’erano
15 altri due, anche loro con una faccia patita.4
«Va bene, vi darò da bere e poi mi impicco».
Vado a prendere da bere, li guardo bene:
«Più che bere voialtri avete bisogno di mangiare! Ma io sono tanti giorni che non
faccio da mangiare… C’è da farlo, se volete».
20 Ho preso un tegame5 e ho messo sul fuoco a scaldare delle fave e gliel’ho date,
una ciotola ciascuno, e mangiavano, mangiavano! Io non avevo voglia di mangiare…
«Aspetto che mangino e poi mi impicco». E intanto che mangiava, quello con
gli occhi più grandi, che sembrava proprio un povero cristo, sorrideva e diceva:
«Brutta storia questa che vuoi impiccarti! Io so bene perché lo vuoi fare. Hai perso
25 tutto, la moglie, i bambini e ti è rimasta solo la terra, bene, io so bene! Se fossi in
te non lo vorrei fare».
E mangiava! mangiava! Poi alla fine ha appoggiato tutto e ha detto:
«Tu sai chi sono io?».
«No, ma ho avuto il dubbio che tu sei Gesù Cristo».
30 «Bene! Hai indovinato. Questo è Pietro, e il Marco è quello là».6
«Piacere. E cosa fate qua?».
«Tu mi hai dato da mangiare e io ti do da parlare».
«Da parlare? Cos’è questa cosa?».
«Disgraziato! Giusto che hai tenuto la terra, giusto che non vuoi padroni, giusto
35 che hai avuto la forza di non mollare, giusto… Ti voglio bene, sei forte, buono!
Ma ti manca qualche cosa che è giusto che tu devi avere: qua e qua (fa segno alla
fronte e alla bocca). Non rimanere qui attaccato a questa terra, vai in giro e a quelli
che ti tirano le pietre digli, fagli comprendere, e fai in modo che questa vescica7
gonfia che è il padrone tu la buchi con la lingua, e fai uscire il siero e l’acqua a
40 sbrodolare marcio. Tu devi schiacciare questi padroni e i preti e tutti quelli che gli
stanno intorno: i notai, gli avvocati, eccetera. Non per il bene tuo, per la tua terra,
ma per quelli come te che non hanno terra, che non hanno niente e che devono
soffrire solamente e che non hanno dignità da vantare.8 Campare di cervello e non
di piedi!».
45 «Ma non capisci? Io non sono capace, io ho una lingua che non si muove di dentro,
mi intoppo ad ogni parola e non ho stile9 e ho il cervello fiacco e molle. Come
faccio a fare le cose che tu dici, e andare in giro a parlare con gli altri?».
«Non preoccuparti che il miracolo viene adesso».
Mi ha preso per la testa, mi ha tirato vicino e poi mi ha detto:
50 «Gesù Cristo sono io, che vengo a te a darti la parola. E questa lingua bucherà e
andrà a schiacciare come una lama vesciche dappertutto e a dar contro ai padroni,
e schiacciarli, perché gli altri capiscano, perché gli altri apprendano, perché gli altri
possano ridere. Che non è che col ridere che il padrone si fa sbracare,10 che se si ride
contro i padroni, il padrone da montagna che è diviene collina, e poi più niente.
55 Tieni! Ti do un bacio che ti farà parlare».
Dario Fo, Mistero buffo, a cura di F. Rame, Einaudi, Torino 1997